Il simbolismo cosmico di Francesco Merlini
Francesco Merlini usa la fotografia come mezzo per narrare un certo simbolismo cosmico, un simbolismo che va oltre l’uomo e le sue relazioni nel mondo, un simbolismo che viene rappresentato nella sua essenza evocativa e misteriosa. Il mondo racconta, parla, comunica, come una forza perennemente borbottante espelle le tracce dei suoi messaggi, Merlini, con il suo lavoro, le raccoglie e si rende vettore delle innumerevoli metafore con cui esso si rivela. Lo stile che applica per compiere questa impresa è uno stile variabile: a volte si avvicina talmente al suo soggetto da sezionarlo, lo scandaglia come un fotografo forense.
A volte utilizza il colore per raccontare tematiche dell’attualità tanto da far pensare all’ “antico” fotoreportage, ma poi le modalità di racconto virano su un evidente concettualismo; a volte l’utilizzo del flash enfatizza le forze invisibili che agiscono sul reale e i suoi bianco e neri diventano un palcoscenico animato non tanto da persone ma dalle luci e le ombre che abitano il mondo; altre volte, invece, il bianco e nero che utilizza è talmente rarefatto che non si distingue il confine tra il positivo e il negativo delle immagini, adagiandole in una dimensione ancestrale.
Documentare un mercato voodoo
Di uno stile sicuramente più documentaristico, teso alla narrazione di una storia, Akodessawa, il racconto per immagini del mercato voodoo più grande del mondo, l’Akodessawa Marché des Feticheurs, nei sobborghi di Lomé, la capitale del Togo.
In questo caso non è né la tecnica usata né la modalità di narrazione a suggerire il simbolismo tanto caro a Merlini, ma le storie stesse di cui racconta. Tramite la ritrattistica delle persone che popolano questo mercato, i close-up degli oggetti che vi sono racchiusi, la documentazione dell’ambiente, il focus di Akodessawa si rivolge all’evocazione delle forze che agitano il mondo dell’occulto, ma anche a manifestare il rituale del voodoo per quello che effettivamente rappresenta: un rito praticato per offrire fortuna e protezione, tramandato di generazione in generazione a livello familiare, come nel caso di Marie Kake e della sorella Sylvinon, presenti al mercato con la loro bancarella.
Francesco Merlini racconta il simbolismo di Akodessawa
Le magie, i riti, il potere del voodoo sono ritratti nei loro elementi componenti, nel simbolismo di cui si rendono portatori sia gli animali vivi, in vendita al mercato, come il serpente o gli uccelli di varie razze, sia gli animali imbalsamati o i loro resti ossei. Dalla diretta voce di Francesco Merlini la storia di tale simbolismo racchiuso in quattro immagini.
L’altare del ferro
Ma le immagini di Merlini documentano oltre ai fattori attivi dei riti voodoo, come le persone che li compiono e gli oggetti-feticcio che canalizzano il potere rituale, anche i luoghi dove essi vengono praticati. Stratificazioni materiche, tracce di azioni passate, racconti visivi di una tradizione che scardina tutti gli stereotipi della credenza occidentale, che sposta la sua attenzione su un mondo simbolico legato al regno animale e naturale. Francesco ci racconta di un luogo specifico, un altare presente all’interno del mercato, chiamato anche “l’altare del ferro”.
Akodessawa rappresenta, in un certo senso, la fenomenologia del culto voodoo, una documentazione realistica e non stereotipata del modo in cui esso si manifesta al mondo, inserendosi perfettamente nel ciclo, portato avanti da Merlini, del suo simbolismo cosmico.