Quanti saprebbero fotografare cani velocissimi in salto, o alle prese con slalom, tubi e corsa a ostacoli? I fotografi Mattia Gorno e Carlo Pierbattista propongono attività formative per gli amanti della cinofilia sportiva e della ripresa fotografica.
Lo scorso 29 gennaio si è svolto il primo evento italiano dedicato alla fotografia cinofila sportiva nel settore Agility Dog. Alla guida del workshop Mattia Gorno e Carlo Pierbattista, fotografi appassionati di cani che hanno puntato tutto su una nicchia fotografica capace di suscitare sempre più interesse tra gli amanti dello scatto, fotografico e non solo. Questo specifico genere, infatti, conquista l’attenzione sia di fotografi stuzzicati dalla sfida del ritratto dinamico, sia di umani (non fotografi) vogliosi di ritratti degni dei loro abili e fulminei atleti a quattro zampe.
L’iniziativa Arena4Zampe Agility – questo il nome del workshop – è stata lanciata sulla scia di una serie di edizioni precedenti dedicate al Disc Dog, altra disciplina cinofila, e si è svolta all’interno dello storico centro cinofilo Dog City di Soliera (Modena), dove sono stati allestiti due campi ad hoc a disposizione dei fotografi iscritti, che hanno potuto cimentarsi in una serrata sessione di riprese fotografiche nel campo gara dopo una fase di introduzione teorica.
Nell’intervista che segue Mattia Gorno racconta l’esperienza fotografica sua e di Carlo Pierbattista e fornisce alcuni consigli pratici sulla fotografia cinofila.
Come siete diventati dog photographer?
Credo che la combinazione tra fotografia e cinofilia sia stata la scintilla che ci ha spinti a specializzarci in questo settore. I cani sono dei soggetti fantastici e questo genere permette di applicare moltissime competenze fotografiche generando grandi soddisfazioni.
C’è molta richiesta nel settore della fotografia cinofila?
Negli ultimi anni la dog photography sta rafforzando la sua identità anche in Italia, e quindi il settore è in forte crescita sia dal punto di vista della vendita delle immagini, sia della formazione fotografica.
Come si instaura la giusta sintonia col soggetto?
Parlando di fotografia ritrattistica nella dog photography, per avere il giusto feeling con il soggetto, è necessario osservare e studiare i tempi e gli spazi dell’animale. Se rendiamo l’attività fotografica interessante per il nostro amico a quattro zampe ecco che l’intesa sarà automatica.
E come si rende “interessante” l’attività fotografica agli occhi di un cane?
Il gioco il 90% delle volte funziona, e si usa proprio come chiave di accesso per guadagnare la fiducia necessaria. Ci teniamo a precisare che ci sono sempre le dovute cautele da prendere in considerazione quando ci si trova davanti un cane che non si conosce.
Entrambi scattate con una Sony A9. Quali sono i vantaggi del sistema mirrorless nella fotografia dinamica?
Il sistema mirrorless è sicuramente rivoluzionario sotto molti punti di vista, a partire dal fatto che non c’è più bisogno di preoccuparsi della taratura di un obiettivo* per ottenere la precisione dell’autofocus dato che la messa a fuoco è gestita direttamente dal sensore. Altri enormi vantaggi delle mirrorless di recente generazione sono costituiti dalla possibilità di sfruttare l’invarianza ISO**, di lavorare direttamente in live view e di maneggiare una fotocamera dal peso contenuto. Dal nostro punto di vista “Benvenuta mirrorless”.
L’autofocus delle mirrorless è diretto, perché si basa sull’analisi dell’immagine catturata dal sensore. Nelle reflex, invece, il sensore dell’autofocus si trova nel “pavimento” della fotocamera, quindi è separato e indipendente dal sensore immagine, e riceve l’immagine da analizzare attraverso una serie di specchi. Anche microscopici errori nell’allineamento degli specchi possono provocare un errore nella messa a fuoco automatica la cui correzione richiede laboriosi procedimenti di taratura.
La cosiddetta invarianza ISO non è propriamente una caratteristica delle mirrorless, ma dei sensori di recente generazione che solo per una questione anagrafica si trovano più diffusamente nelle “senza specchio” che non nelle reflex. L’efficienza dei moderni sensori e la malleabilità dei RAW che generano sono tali che, entro certi limiti, è possibile o addirittura preferibile tenere la sensibilità ISO al minimo e sottoesporre anche di 4 o 5 EV l’immagine allo scopo di utilizzare tempi di scatto rapidi, anziché innalzare la sensibilità ISO per ottenere da subito un’immagine bene esposta. In fase di sviluppo del RAW, il rischiaramento dell’immagine sottoesposta genera meno rumore di quello prodotto dalla fotocamera nell’amplificare il segnale alla fonte per confezionare un’immagine correttamente esposta; anche la gamma dinamica, maggiore alle sensibilità più basse, può avvantaggiarsi di questa procedura.
Lunghezze focali ideali per fotografare i cani: solo teleobiettivi?
Per la fotografia cinofila sportiva la focale ideale è il 70-200mm f/2,8, in particolare noi due utilizziamo il Sony FE 70-200mm f/2,8 GM OSS II abbinato, se necessario, ad un moltiplicatore. Personalmente credo che al momento questo sia uno dei migliori obiettivi sul mercato in termini di resa fotografica, precisione, peso e qualità costruttiva.
I più recenti sistemi di messa a fuoco sono in grado di riconoscere volti, animali e persino di agganciare un occhio in movimento. Ve ne servite? Sono affidabili?
Sì li utilizziamo, e devo dire che su Sony A9 sono veramente affidabili e precisi anche in situazioni complesse, parte della rivoluzione mirrorless fa proprio affidamento su queste modalità di tracciamento, che permettono di concentrarsi su altre caratteristiche della foto e di lavorare in maniera più creativa.
Tempi di esposizione sotto i quali un dog photographer non dovrebbe mai scendere. Sono contemplati il mosso creativo e il panning?
Il tempo minimo dipende da molti fattori, uno è per esempio la focale con cui si lavora. Diciamo che in situazioni dinamiche è meglio orientarsi su tempi minimi di 1/1000sec, anche se potrebbe non bastare!
Consigli sul punto di ripresa.
Nella fotografia dinamica e con un 200mm, sicuramente stesi a terra a filo del terreno; noi diciamo sempre che “se respiri l’erba non sei ancora abbastanza basso”.
Accessori di cui un dog photographer non può fare a meno.
Nella fotografia cinofila sportiva è importante avere un abbigliamento comodo perché ci si muove molto, oltre a un tappetino per stendersi e un mini-treppiedi di buona qualità.
Solo luce naturale o anche flash?
Solo luce naturale nella fotografia sportiva con i cani, il flash è impensabile da utilizzare soprattutto durante le competizioni. In linea generale il flash, durante gli eventi e le gare, sarebbe a tutti gli effetti un elemento di disturbo. Per i cani potrebbe essere una distrazione veramente penalizzante.
Scatto singolo o raffica?
Personalmente mi piace sfruttare le potenzialità della raffica, lo scatto singolo in questo genere è controproducente. Le raffiche di breve durata consentono di lavorare in maniera più efficace.
Meglio scattare in JPG o in RAW?
Questa domanda ci viene posta spesso durante i nostri workshop e, per sintetizzare il discorso, diciamo che tutti e due i formati hanno delle peculiarità e dei vantaggi. Il RAW ci regala grandi soddisfazioni, ma necessita di tempi di gestione più lunghi poiché è pensato per essere sviluppato. Il JPG invece ci aiuta ad essere pratici, e consiglio a tutti di esplorare le sue potenzialità anche a livello professionale perché può rivoluzionare la gestione del lavoro in alcuni contesti.
Impiegate software di postproduzione per ridurre il rumore generato dalle alte sensibilità?
Sì li utilizziamo in alcune situazioni. I software a disposizione oggi sono molto validi nella rimozione del rumore, e sono anche abbastanza intuitivi. Permettono di lavorare molto velocemente e con ottimi risultati. In ogni caso bisogna prestare attenzione a come si utilizzano perché è molto facile veder sparire, oltre al rumore, i dettagli che andrebbero conservati.
Perché partecipare a un vostro workshop?
La dog photography è un genere fotografico che definirei multi-tasking, perché permette di esplorare tantissime competenze, e di applicarle sul campo. E poi ci sono loro, i nostri amici a quattro zampe, che rendono tutto molto divertente e tolgono quella patina di formalità e di impostazione che magari in alcuni contesti ci si aspetta di trovare. Non è solo fotografia, ma anche un’esperienza fatta di tante piccole sfumature che rendono i nostri workshop una vera bomba di emozioni.
Di seguito i due setup utilizzati da Mattia Gorno e Carlo Pierbattista per scattare le fotografie contenute in questo articolo:
- mirrorless full frame Sony A9
- Sony FE 70-200mm f/2,8 GM OSS II
- 1/3200sec
- f/2,8
- AUTO (min 800) + compensazione
- mirrorless full frame Sony A9
- Sony FE 70-200mm f/2,8 GM OSS II
- 1/2000sec
- f/2,8
- ISO 2000
Mattia Gorno spiega in base a cosa scegliere un setup piuttosto che l’altro:
“La prima opzione sfrutta gli automatismi sugli ISO, un’opzione molto valida quando ci troviamo di fronte a repentini cambiamenti di rapporto di contrasto e dobbiamo quindi spostare l’inquadratura da un punto all’altro del campo. La seconda opzione, è una regolazione completamente manuale. Uso spesso la macchina in modalità manuale quando la scena da riprendere è sotto controllo, e non corro il rischio di incorrere in variazioni improvvise di luce”.
Qualcosa in più sull’Agility Dog
L’Agility Dog è uno sport cinofilo che consiste in un percorso ad ostacoli che il cane in gara deve affrontare nell’ordine previsto, possibilmente senza ricevere penalità e nel minor tempo possibile.
È una disciplina relativamente recente, nata in Inghilterra intorno agli anni Settanta e approdata in Italia una decina di anni più tardi, verso la fine degli anni Ottanta. La prima manifestazione documentata di Agility risale al 1978 quando, in occasione della Expo Crufts (nel Regno Unito), fu proposta come forma di intrattenimento. L’Agility Dog è apprezzato, oltre che per la dinamicità, per la grande intesa che si crea tra cane e proprietario durante il percorso. Il conduttore ricopre un ruolo fondamentale, perché deve essere in grado di ottenere la fiducia del cane e impartire gli ordini senza incertezze.

Bio
Carlo Pierbattista (marchigiano, 35 anni) è un fotografo sportivo con anni di esperienza sui campi gara e ha fotografato l’Agility Dog in competizioni nazionali, internazionali e mondiali al WAO (World Agility Open).
Mattia Gorno (bolognese, 45 anni) è specializzato in dog photography da diversi anni, ed è autore di diversi format come Arena4Zampe, Dog Photography Creative Lab e altri workshop dedicati al settore della fotografia cinofila.
Dopo la prima edizione dell’iniziativa Arena4Zampe Agility, organizzata dal duo, sono già attive le liste di iscrizione per la seconda puntata del workshop, prevista per la primavera 2023.

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