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Lanciato in pieno autunno 2022 insieme alla Eos R6 Mark II, il nuovo Canon RF 135mm F1.8L IS USM è stato appena premiato da TIPA come miglior teleobiettivo dell’anno. Anche se la categoria “teleobiettivo” è molto ampia, comprendendo le focali maggiori di 50mm su full frame, in questo caso si intende “mediotele”, essendo previste da TIPA categorie specifiche per le focali da ritratto, tipicamente 85mm, e supertele, da 200 in su.Â
Classificazioni a parte, il nuovo teleobiettivo Canon ha un compito arduo, quello di proporre un’alternativa in chiave mirrorless a una pietra miliare del sistema Canon per reflex, ossia l’EF 135mm F2L USM, un’ottica che risale al lontano 1996 e che sente appena il peso degli anni, essendo tuttora un cavallo di battaglia di moltissimi ritrattisti. Il prezzo non è dei più invitanti: sul sito di Canon l’RF 135mm F1.8L IS USM sfiora i 2.800 euro, una quotazione che lo relega ai professionisti o agli amatori che non badano a spese.Â
Canon RF 135mm F1.8L IS USM: caratteristiche tecniche
Con queste premesse è lecito attendersi il massimo e va riconosciuto che sotto l’aspetto meccanico, ma anche estetico, il mediotele Canon non offre il fianco a critiche. Pesa 935 grammi, mentre le sue dimensioni sono 89,2mm di diametro per 130,3mm di lunghezza; il passo filtri è da 82mm. È quindi più grande e pesante dell’EF 135mm f/2, ma dobbiamo considerare che il nuovo mediotele è più luminoso di 1/3 di stop, fattore che influisce sul diametro delle lenti e del barilotto. Inoltre, come vedremo, lo schema ottico è decisamente più complesso.
Il telaio in lega di alluminio è rivestito in materiale sintetico ed è protetto da una serie di guarnizioni che impediscono l’infiltrazione di acqua e polvere. L’ergonomia è parimenti curata: a una ghiera del fuoco non ampissima e forse appena troppo scorrevole, segue l’anello di controllo personalizzabile, tipico delle ottiche RF: ben 18 le funzioni impostabili. Anche ai due pulsanti posti in zona mediana è possibile assegnare una funzione (volendo diversa per foto e video) tra le 65 disponibili. Nella zona più vicina all’innesto, che si raccorda stilisticamente con il bocchettone delle mirrorless Eos, trovano spazio i due cursori per l’attivazione dello stabilizzatore e dell’autofocus.
Restando in tema di innesto, quello Canon RF resta l’unico a non avere alternative universali che garantiscano tutte le funzioni disponibili: esistono obiettivi con chip per il dialogo con la fotocamera, vedi i recentissimi Voigtländer, ma sono a fuoco manuale e a diaframma stop-down e tantomeno sono dotati di stabilizzatore ottico di immagine.Â
Canon RF 135mm F1.8L IS USM: autofocus, diaframma e stabilizzatore
Sotto l’elegante livrea, il Canon RF 135mm F1.8L IS USM nasconde un motore Nano USM per la messa a fuoco: nonostante sia singolo (sono ad esempio due quelli presenti nel telezoom RF 70-200mm F2.8L IS USM) garantisce una rapidità di messa a fuoco notevole, che a nostro avviso rende il Canon idoneo per applicazioni sportive, ad esempio nei palazzetti, dove la sua luminosità consente di scattare con tempi rapidi senza innalzare eccessivamente la sensibilità ISO. Notevole anche la minima distanza di messa a fuoco, che scende a soli 70cm dal piano focale garantendo un rapporto di riproduzione pari a 1:3,8 (il 135mm per reflex si ferma a 1:5,2).
In manuale la ghiera ha un funzionamento lineare, quindi agisce sulle lenti a prescindere dalla velocità di rotazione, e ha un’escursione di ben 180° per favorire la cura della messa a fuoco.
Il diaframma a 9 lamelle, che sul campo ha mostrato una notevole precisione (a tutto vantaggio della prevedibilità e della costanza di esposizione), genera un’apertura pressoché circolare fino a f/4; oltre tale valore è chiaramente poligonale, quindi i punti luminosi fuori fuoco tendono ad assumere un ruolo abbastanza evidente.
Una delle maggiori differenze rispetto alla versione del 1996 per le reflex Eos, è la presenza dello stabilizzatore ottico IS nella nuova versione RF. Canon dichiara un’efficacia di 5,5EV, ma questo dato ci sembra più plausibile con mirrorless dotate di sensore stabilizzato, che crea una efficiente sinergia con quello ottico. Secondo le nostre prove, con mirrorless prive di sensore mobile come la Eos R8 utilizzata per condurre il test, il guadagno si attesta su un apprezzabilissimo valore di 4EV, che significa scattare a mano libera a 1/8 di secondo avendo ottime probabilità di portare a casa uno scatto esente da micromosso.Â
Canon RF 135mm F1.8L IS USM: la nitidezza
Rispetto al 135mm del 1996, lo schema ottico si complica enormemente: si passa da 10 lenti in 8 gruppi a 17 in 12. Tre di queste sono in vetro UD a bassissima dispersione, con lo specifico compito di ridurre le aberrazioni cromatiche assiali e laterali. Oltre a uno trattamento al fluoro sulla lente frontale per repellere gocce di acqua e grasso, il Canon sfoggia uno strato antiriflessi Air Sphere Coating (ASC) sull’ultima lente e un non meglio localizzato Super Spectra Coating su altre lenti dello schema. Non ci sono lenti asferiche e, come potete vedere qui sotto, proprio non ce n’è bisogno.Â
La nitidezza al centro
La nitidezza ai bordi
La nitidezza di questo mediotele è “imbarazzante“: al centro è eccellente anche a tutta apertura e resta tale fino a f/5,6, valore oltre il quale inizia a manifestarsi una fisiologica diffrazione. Ma anche i bordi sono almeno ottimi anche a f/1,8: è un obiettivo pressoché perfetto su fronte della nitidezza, fatto salvo un leggerissimo calo del contrasto a tutta apertura alle distanze di ripresa più brevi. È quindi uno di quei casi in cui l’uso del diaframma non serve a incrementare la nitidezza, ma a gestire l’esposizione e, ancor di più, la profondità di campo. Si noti anche la totale assenza di aberrazioni cromatiche laterali nei dettagli provenienti dai bordi dell’immagine.
Le aberrazioni cromatiche assiali del Canon RF 135mm F1.8L IS USM
Restando in tema di aberrazioni cromatiche, anche quelle assiali, pressoché impossibili da correggere digitalmente a differenza di quelle laterali, sono irrilevanti. In un obiettivo da utilizzare a tutta apertura o giù di lì, nel ritratto o nel close-up, dove i fuori fuoco sono netti, questa è una caratteristica preziosa. Qui sotto, potete osservare tre dettagli a vari diaframmi: a f/5,6 i più attenti noteranno il “carattere” del bokeh di questo mediotele, dai tratti decisi anche se non certo fastidiosi. Più avanti ne riparliamo scendendo ulteriormente nel dettaglio.
Attenzione al controluce con il Canon RF 135mm F1.8L IS USM
Quello che mostriamo è un caso limite, facilmente ovviabile anche solo innestando il paraluce, ma è bene essere consapevoli di tutte le caratteristiche, e dei limiti, delle ottiche che devono accompagnarci per anni. Nonostante i vari trattamenti antiriflesso applicati da Canon al suo RF 135mm F1.8L IS USM, in certe condizioni si innescano riflessi interni che rendono inutilizzabili le immagini. Non è il caso di sorgenti luminose appena fuori dall’inquadratura o addirittura interne a questa, ma di fonti che incidono sulla lente frontale con un angolo piuttosto aperto, di circa 45°. È interessante notare che il fenomeno scompare, nel nostro test, chiudendo il diaframma a f/2,8: è segno che l’iride si comporta praticamente come un paraluce, impendendo alla luce di raggiungere gli elementi responsabili di tali evidentissime iridescenze, ossia quelli più vicini all’innesto.
Al di là di questa pur grave debolezza, facilmente prevenibile, il mediotele Canon mostra una notevole resistenza al controluce più diretto, nonostante l’elevato numero di lenti.  Â
Il bokeh del Canon RF 135mm F1.8L IS USM
Con un 135mm f/1,8 ottenere una esigua profondità di campo non è un problema, come dimostrano le tante immagini di questo capitolo, inclusa quella qui sopra, peraltro realizzata a f/2. In un’ottica da ritratto quel che conta è la qualità dello sfocato e il Canon RF 135mm F1.8L IS USM ne ha uno di carattere… Non è pastoso come quello di certe ottiche da ritratto con aberrazione sferica poco corretta, ma non è neanche secco come quello di certi telezoom (tipicamente i 70-200mm). Potremmo definirlo “descrittivo”, nel senso che, al di fuori dei close-up più spinti in cui la profondità di campo è davvero limitata, non annega il fuori fuoco nell’indistinto, ma preserva qualche dettaglio che permette all’osservatore un’interpolazione istintiva e quindi una maggiore contestualizzazione del soggetto principale. Qui sotto, una serie a vari diaframmi, con relativi dettagli, a una chitarra un po’ polverosa (si noti la nitidezza generale e il lieve abbassamento del contrasto a f/1,8 cui si accennava più sù).
Qui sotto, un esempio tipico di ottimo bokeh: i fili d’erba sono soggetti su cui inciampano ottiche anche di elevato pregio, ma non progettate per offrire un bokeh pittorico. Non è pittorico neanche quello del Canon RF 135mm F1.8L IS USM, intendiamoci, ma al tempo stesso non presenta sdoppiamenti o bordi dal contrasto fastidioso.Â
Come va lo stabilizzatore del Canon RF 135mm F1.8L IS USM
Ecco uno dei tanti test eseguiti per valutare l’efficienza dello stabilizzatore incorporato nel mediotele in prova. Secondo la media dei risultati ottenuti da due redattori, il guadagno effettivo è di circa 4EV. Come anticipato, significa scattare senza problemi anche a 1/8 di secondo o, meglio, a 1/10sec come negli esempi che seguono. Ovviamente ci siamo basati su un tempo di sicurezza pari a 1/125sec. Se invece, più elasticamente, lo innalziamo di mezzo stop tenendo in considerazione i 24 megapixel della Eos R8 con cui abbiamo condotto il test, il guadagno effettivo offerto dall’IS del mediotele Canon si attesta intorno ai 4,5EV.Â
Canon RF 70-200mm F2.8L IS USM: distorsione e caduta di luce ai bordi
Al netto delle correzioni digitali eseguibili sia dalla fotocamera sia in postproduzione, la distorsione del 135mm di Canon appare a cuscinetto di entità modesta ma percettibile su soggetti dalle forme regolari.
Anche la caduta di luce ai bordi è evidente a tutta apertura, e non si annulla neanche chiudendo il diaframma di due stop. In presenza di sfondi uniformi può essere corretta digitalmente, ma nel ritratto un moderato oscuramento degli angoli può contribuire a concentrare l’attenzione sul soggetto. Â
Distorsione
Caduta di luce ai bordi
Canon RF 135mm F1.8L IS USM: il focus breathing
Il teleobiettivo Canon mostra un focus breathing di moderata intensità , che aumenta ovviamente se viene scelto un primo piano molto prossimo alla fotocamera. L’RF 135mm F1.8L IS USM è comunque tra gli obiettivi Canon compatibili con la correzione digitale del difetto.Â
Canon RF 135mm F1.8L IS USM: il verdetto di fotocult.it
È probabilmente uno degli obiettivi più riusciti di Canon: a una meccanica raffinata ed ergonomicamente razionale, peraltro farcita di elettronica utile, associa prestazioni ottiche che difficilmente potranno essere superate da concorrenti di pari focale e luminosità nel breve periodo. Il prezzo di 2.800 euro, purtroppo, è a dir poco esclusivo.
Canon RF 135mm F1.8L IS USM: Pro e Contro
- Costruzione robusta e razionale
- Motore AF reattivo e silenzioso
- Qualità ottica eccellente anche a tutta apertura
- Uniformità di resa tra centro e bordi
- Aberrazioni cromatiche laterali e assiali virtualmente assenti
- Stabilizzatore molto efficace (almeno 4EV reali)
- Bokeh morbido ma di carattere
- Debolezza in controluce in specifiche condizioni alle maggiori aperture
- Distorsione a cuscinetto
- Caduta di luce ai bordi a f/1,8
Scheda tecnica Canon RF 135mm F1.8L IS USM
- Prezzo 2.799 euro
- Importatore Canon
- Numero di matricola 2313000225Â
- Apertura massima f/1,8
- Apertura minima f/22
- Schema ottico 17 lenti in 12 gruppiÂ
- Angolo di campo (full frame) 18°
- Angolo di campo (APS-C) 11,3°
- Minima distanza di messa a fuoco 0,7m
- Ingrandimento massimo 1:3,8
- Lamelle del diaframma 9
- Diametro filtri 82mm
- Paraluce a tronco di cono con innesto a baionetta (in dotazione)
- Dimensioni diametro 89,2mm, lunghezza 130,3mm
- Peso 935g
- Innesti disponibili Canon RF
La galleria di immagini realizzata con il Canon RF 135mm F1.8L IS USM
Cliccando sul pulsante qui sopra è possibile scaricare la cartella (attenzione, pesa circa 127MB) contenente i RAW convertiti in JPG alla massima risoluzione (24 megapixel). Alle immagini non sono state applicate correzioni digitali relative alle aberrazioni ottiche, mentre sono stati eseguiti minimi interventi sull’esposizione.Â