Mahmoud Ajjour, nove anni. Il titolo è telegrafico, la fotografia è eloquente, il messaggio – in teoria – è forte e chiaro: i conflitti hanno conseguenze irreversibili sul futuro di tutti, ovunque. In pratica, però, appare evidente che chi dovrebbe recepire messaggi di questo tipo “fa orecchie da mercante” e a distanza di un anno dalla premiazione di A Palestinian Woman Embraces the Body of Her Niece ecco di nuovo in cima al podio del World Press Photo un bambino che paga a caro prezzo le scelte irrazionali e disumane della guerra.
L’autrice dello scatto vincitore della 68ª edizione del più noto concorso di fotogiornalismo e fotografia documentaria al mondo è la fotoreporter palestinese Samar Abu Elouf, il soggetto ritratto è un ragazzino che durante la fuga nel corso di un attacco aereo israeliano a Gaza, nel marzo 2024, si è voltato per incitare la sua famiglia a procedere velocemente. Un attimo dopo un’esplosione gli aveva amputato un braccio e mutilato l’altro.
Oggi la fotografa Samar Abu Elouf, evacuata da Gaza nel dicembre 2023, vive nello stesso complesso di appartamenti di Mahmoud Ajjour a Doha (Qatar), dove ha documentato i pochi feriti gravi che, come Mahmoud, sono riusciti a farsi curare dopo l’evacuazione da Gaza.
Secondo le stime delle Nazioni Unite, nel dicembre 2024 Gaza avrebbe avuto il più alto numero di bambini amputati di tutto il mondo.
La fotografia di una guerra per tutte
Il ritratto del giovane Mahmoud è frutto del conflitto israelo-palestinese, ma per la giuria del concorso questa collocazione geopolitica poco importa, perché l’immagine è uno specchio universale delle drammatiche ripercussioni di qualsiasi guerra nel presente e nel lungo periodo, sia essa in Ucraina, in Myanmar, in Sudan, in Congo, o in qualsiasi altro Paese del mondo.
La composizione dello scatto di Abu Elouf è caratterizzata da un’agghiacciante quiete apparente, che contrasta con la drammatica realtà e invita l’osservatore ad entrare nella storia e immaginare il futuro di lotta e adattamento che il bambino sarà costretto a fronteggiare per tutta la vita.
I temi portanti del World Press Photo 2025
Una volta visionate e valutate tutte le immagini candidate, i giurati del World Press Photo hanno appurato che il conflitto, il cambiamento climatico e le migrazioni hanno rappresentato i temi chiave del concorso. Sulla base di questa osservazione e dell’innegabile interconnessione tra i tre argomenti, la giuria ha scelto i due fotografi finalisti della 68ª edizione della competizione: John Moore (Getty Images) con Night Crossing e Musuk Nolte (Panos Pictures, Bertha Foundation), con Droughts in the Amazon.
I due finalisti del World Press Photo 2025
Night Crossing di John Moore (Stati Uniti) punta i riflettori sul tema dell’immigrazione non autorizzata dalla Cina agli Stati Uniti, aumentata drasticamente negli ultimi anni a causa di una serie di fattori, tra cui la crisi dell’economia in seguito alle rigide politiche Zero-Covid.
La migrazione è incentivata dalla circolazione sulle piattaforme dei social media cinesi di video tutorial su come attraversare il confine.
Lo scatto di Moore ritrae un gruppo di migranti cinesi che tentano di scaldarsi sotto la pioggia dopo aver attraversato il confine tra Stati Uniti e Messico e mostra uno dei tanti aspetti della complessità della migrazione.
Droughts in the Amazon di Musuk Nolte (Messico) è un progetto fotografico incentrato sul critico abbassamento del livello dell’acqua del Rio delle Amazzoni, provocato da una grave siccità intensificata dai cambiamenti climatici.
Si tratta di una crisi ecologica che minaccia la biodiversità, sconvolge gli ecosistemi e ha un impatto sulle comunità locali che dipendono dai fiumi per gli spostamenti, per gli approvvigionamenti di cibo e acqua e dunque per la sopravvivenza.
L’intensificarsi della siccità costringe molte persone ad abbandonare la loro terra e i loro mezzi di sostentamento per spostarsi nelle aree urbane. In questo modo il tessuto sociale regione sta subendo una variazione permanente.
Qualcosa in più sulla vincitrice Samar Abu Elouf
Samar Abu Elouf è una fotoreporter autodidatta di Gaza. Dal 2010 documenta la vita quotidiana, le notizie e i profondi effetti del conflitto sul suo Paese. Ha collaborato con numerose testate, agenzie e organizzazioni internazionali, tra cui The New York Times, Reuters, NZZ e Middle East Eye.
Sul sito ufficiale del New York Times sono visibili altre sue fotografie tratte dalla serie che ritrae i feriti gravi di Gaza sopravvissuti alla guerra, accompagnate dai racconti delle vittime.
I premi del World Press Photo
Abu Elouf si aggiudica un premio in denaro di 10.000 euro e attrezzatura fotografica Fujifilm che sarà consegnata anche ai due finalisti. Questi ultimi ricevono, in particolare, una fotocamera Fujifilm GFX100 II e due obiettivi Fujinon GF a scelta, oppure una fotocamera digitale con obiettivo fisso, Fujifilm GFX100RF e un obiettivo Fujinon GF, per un valore totale al dettaglio di oltre 14.000 euro (a seconda delle opzioni selezionate).
Tutte le fotografie vincitrici del World Presso Photo 2025 sono visibili sul sito ufficiale del concorso: worldpressphoto.org.
Africa
Singles
-Tamale Safalu di Marijn Fidder, Paesi Bassi
-Life Won’t Stop di Mosab Abushama, Sudan
-Mother Moves, House Approves di Temiloluwa Johnson, Nigeria
Stories
-The Lake Has Fallen Silent di Aubin Mukoni, Repubblica Democratica del Congo
-Kenya’s Youth Uprising di Luis Tato, Spagna, Agence France-Presse
-The Elephant Whisperers of Livingstone di Tommy Trenchard, Regno Unito, Panos Pictures, per NPR
Long-Term Projects
Women’s Bodies as Battlefields di Cinzia Canneri, Italia, Association Camille Lepage
Asia-Pacific and Oceania
Singles
-Korea Adoption Fraud di Jae C. Hong, Corea del Sud, Associated Press
-Gabriel Medina During the Paris 2024 Olympic Games di Jerome Brouillet, Francia, Agence France-Presse
-The Impact of Nickel Mining on Halmehera Island di Mas Agung Wilis Yudha Baskoro, Indonesia, per China Global South Project
Stories
-No More Monkey Mania in Thai Town di Chalinee Thirasupa, Tailandia, Reuters
-Four Storms, 12 Days di Noel Celis, Filippine, Associated Press
-A Nation In Conflict di Ye Aung Thu, Myanmar
Long-Term Projects
Te Urewera – The Living Ancestor of Tūhoe People di Tatsiana Chypsanava, Bielorussia, Pulitzer Center, New Zealand Geographic
Europe
Singles
-Beyond the Trenches di Florian Bachmeier, Germania
-Underground Field Hospital di Nanna Heitmann, Germania, Magnum Photos
-Mika di Prins de Vos, Paesi Bassi, Queer Gallery
Stories
-MARIA di Maria Abranches, Portogallo
-Protests in Georgia di Mikhail Tereshchenko, Russia, TASS Agency
-Democracy Dies in Darkness di Rafael Heygster, Germania, per Der Spiegel
Long-Term Projects
It Smells of Smoke at Home di Aliona Kardash, Russia/Germania, DOCKS Collective, per Stern Magazine
North and Central America
Singles
-Attempted Assassination of Donald Trump di Jabin Botsford, Stati Uniti, for The Washington Post
-Night Crossing di John Moore, Stati Uniti, Getty Images
-Constance Wynn II, Wikes-Barre, Pennsylvania, 2025 di Philip Montgomery, Stati Uniti, per The New York Times Magazine
Stories
-A Place to Die di Oliver Farshi, Regno Unito
-A Town Derailed di Rebecca Kiger, Stati Uniti, Center for Contemporary Documentation, TIME
-Crisis in Haiti di Clarens Siffroy, Haiti, Agence France-Presse
Long-Term Projects
Life and Death in a Country Without Constitutional Rights di Carlos Barrera, El Salvador, El Faro, NPR
South America
Singles
-Botafogo Fans: Pride and Glory di André Coelho, Brasile, EFE
-Aircraft on Flooded Tarmac di Anselmo Cunha, Brasile, Agence France-Presse
-The Last Hope di Gabriela Oráa, Venezuela, Reuters
Stories
-Brazil’s Worst-Ever Floods di Amanda M. Perobelli, Brasile, Reuters
-Droughts in the Amazon di Musuk Nolte, Perù/Messico, Panos Pictures, Bertha Foundation
-Jaidë di Santiago Mesa, Colombia
Long-Term Projects
Paths of Desperate Hope di Frederico Ríos, Colombia
West, Central, and South Asia
Singles
-Drone Attacks in Beirut di Murat Şengül, Turchia, Anadolu Agency
-Mahmoud Ajjour, Aged Nine di Samar Abu Elouf, Palestina, per The New York Times
-The Canvas of Power di Suvra Kanti Das, Bangladesh, per The Daily Prothom Alo
Stories
-Gaza Under Israeli Attack di Ali Jadallah, Palestina, Anadolu Agency
-No Woman’s Land di Kiana Hayeri, Iran/Canada, Fondation Carmignac
-The Shadows Already Have Names di Samuel Nacar, Spagna, per Revista 5W
Long-Term Projects
Bullets Have No Borders di Ebrahim Alipoor, Iran
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