Helmut Pilò nasce a Cassino nel 1984, ma si avvicina alla fotografia solo in età adulta, nel 2016 durante un viaggio in Islanda: è poco prima di quella partenza che acquista la sua prima fotocamera. L’amore per la natura e la passione per la fotografia crescono di pari passo e molto rapidamente, arrivando in poco tempo a fondersi in veri e propri atti creativi. L’iniziale interesse per il paesaggio diventa per Helmut una visione più intima e personale, un tentativo di connessione tra l’uomo e la natura, attraverso la fotografia. Le sue immagini riescono a descrivere, a volte anche in maniera astratta, dettagli che spesso sfuggono a un occhio distratto.
Helmut ha la fortuna di vivere vicino al Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, un’area che offre sconfinate opportunità fotografiche. Ma anche i luoghi più vicini a casa, magari semplici boschetti o sentieri poco conosciuti, riescono a ispirarlo. “Non è necessario allontanarsi per trovare la bellezza, a volte basta osservare attentamente ciò che ci circonda”, racconta.
Osservazione, tecnica e, nello zaino, l'obiettivo che non ti aspetti
Il corredo di Pilò è composto da due mirrorless Sony, una Alpha 7III e una Alpha A7RV e diverse ottiche: lo zoom grandangolare FE 16-35mm f/2,8 GM, il versatile Sony FE 24-105mm f/4, un Meyer Gorlitz Trioplan 100mm f/2,8 che ha recentemente affiancato al Sony 90mm Macro e l’FE 100-400mm f/4.5-5.6 GM OSS, ossia l’obbiettivo con il quale ha realizzato tutti gli scatti pubblicati in questo articolo. E quando non realizza scatti a mano libera, affida la sua attrezzatura a un treppiedi Gitzo Mountaineer GT 2542 con testa a sfera GH3382QD.
Focale lunga e movimento intenzionale: anche così si scatta il paesaggio
Il punto di svolta nel percorso artistico di Helmut Pilò coincide con l’inizio della ricerca di uno stile più intimo, personale e soprattutto riconoscibile, in cui la fotografia di paesaggio non consiste più nella semplice descrizione di un luogo, ma in una rappresentazione soggettiva e astratta, capace tuttavia di mantenere intatti e riconoscibili gli elementi distintivi della natura.
Ben chiarisce questo concetto l’immagine pubblicata qui sopra: per realizzarla il fotografo ha utilizzato la tecnica dell’ICM (Intentional Camera Movement), muovendo intenzionalmente la fotocamera in verticale durante l’esposizione – moderatamente lenta – per ottenere un effetto astratto e pittorico: una scelta che ha permesso di enfatizzare forme, colori e texture, e portato alla realizzazione di un’immagine più evocativa che descrittiva. In fase di post-produzione, Pilò ha lavorato con Adobe CameraRaw e Photoshop per affinare l’effetto desiderato, esaltando la fluidità del movimento e bilanciando i colori per ottenere una resa armoniosa. Ha quindi regolato il contrasto e la saturazione per dare maggiore profondità ai toni del rosso, creando un’atmosfera intensa e avvolgente. Inoltre, attraverso un’attento bilanciamento delle luci e delle ombre, ha donato maggiore tridimensionalità all’immagine, esaltando i tronchi degli alberi pur mantenendo la sfocatura artistica.
Unendo il mosso intenzionale con la doppia esposizione, Helmut Pilò riesce a creare anche immagini in cui c’è un’interazione visiva tra due elementi ben distinti. Come in questo scatto in cui i tronchi degli alberi fotografati con con la tecnica dell’ICM, si intrecciano e fanno da sfondo a del fogliame ben meno pittorico, immortalato con un secondo scatto. Durante la post-produzione, Helmut ha affinato l’effetto visivo lavorando sull’equilibrio tra le due esposizioni, enfatizzando il contrasto tra gli alberi in movimento e le foglie più statiche. Ha inoltre accentuato i toni del giallo, esaltando il contrasto cromatico con tra il primo piano e lo sfondo, e aumentando la luminosità complessiva della scena per amplificare l’impatto visivo. Il risultato finale è una fotografia che trascende la semplice rappresentazione della realtà, dove movimento e staticità, colore e tonalità di grigi, sono in equilibrio.
Gli alberi? Con loro un rapporto speciale
Gli alberi sono soggetti ricorrenti nelle fotografie di Helmut Pilò. Li considera testimoni silenziosi del tempo, con radici saldamente ancorate alla terra e rami protesi verso il cielo, metafore perfette di equilibrio, resistenza e trasformazione. Ama immortalarli in autunno, quando i colori sono caldi e avvolgenti. Ma ci confida: “ogni stagione ha il suo fascino e tutte vanno interpretate in modo diverso”: dalla nebbia invernale che avvolge i tronchi creando atmosfere rarefatte ai verdi vibranti della primavera, passando ai raggi di sole estivi che filtrano tra le chiome.

Bio e contatti
Nato a Cassino nel 1984, Helmut Pilò si avvicina alla fotografia nel 2016, muovendo i primi passi con una Canon Eos 760D. Da allora, la passione diventa ricerca: sperimenta tecniche, amplia il suo corredo e affina il suo sguardo. Attraverso un uso attento delle focali, traduce la natura in immagini suggestive, cogliendone l’essenza nei dettagli e nelle atmosfere. Oggi è un fotografo specializzato in paesaggi, mentre nel quotidiano si muove tra creatività e moda, lavorando come store manager.
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