La Sigma fp annunciata nel 2019 era, ed è tuttora, la più piccola mirrorless full frame al mondo: 113x70x45mm di chassis a prova di polvere e umidità (e peso di 427 grammi), costruiti attorno a un sensore da 35mm di diagonale e 24MP di risoluzione. Una fotocamera pensata per funzionare all’insegna della massima semplicità operativa (con un occhio alla trasportabilità) indirizzata prevalentemente ai videomaker. Volge lo sguardo agli appassionati di fotografia, invece, la nuova versione “L”, contraddistinta da un nuovo sensore di risoluzione più che doppia (61M) e un sistema AF ibrido basato sulla doppia rilevazione, quindi di fase e del contrasto. Anche nella fp L la parte frontale della fotocamera è dominata dall’innesto L messo a disposizione da Leica a Panasonic e Sigma con la nascita del consorzio L-Mount, mentre la maggior parte dello spazio posteriore è occupato dal monitor touch con rapporto 3:2 da 2,1MP e dalle particolari inedite fessure per la dissipazione del calore che non pregiudicano l’impermeabilità della fotocamera (la mirrorless integra 42 guarnizioni di tenuta distribuite su tutto il corpo macchina). Come la fp, inoltre, anche la fp L ha soltanto l’otturatore di tipo elettronico (30-1/8000sec), quindi è garantita la massima silenziosità operativa e l’assenza di quelle microvibrazioni che in una fotocamera con otturatore meccanico sono innescate dal movimento delle tendine. Di contro la sincronizzazione con il flash non è da record: appena 1/30sec o 1/15sec scattando in modalità RAW 14 bit, con buona pace dei fotografi più esperti abituati a fotografare soggetti dinamici anche in luce lampo.
Passando, invece, al rinnovato sistema di rilevazione ibrido della messa a fuoco (può essere attivato anche in modalità di rilevamento del volto con riconoscimento e tracciamento della pupilla), il balzo in avanti dovrebbe essere notevole, anche in considerazione di una presunta parentela con il CMOS utilizzato sulla Sony A7R IV. Stabile al 4K lo standard di registrazione video: la fp L consente l’acquisizione di filmati MOV con compressione Long GOP o ALL-i o in CinemaDNG per la massima malleabilità dei file in postproduzione (formato che può essere acquisito anche su scheda di memoria a 8 o 10bit fino a 30p o a 12 bit a 24p). Sul fronte della connettività, le porte d’ingresso e uscita sono quella per il microfono, la USB-C che può essere collegata a un SSD esterno per l’acquisizione video o utilizzata per ricaricare la fotocamera, e la HDMI. Tutte e tre si trovano sul lato sinistro, protette da grandi sportelli in gomma. Proprio su questo lato, sfruttando le connessioni HDMI e USB-C, sulla fp L potrà essere innestato il nuovo mirino EVF-11, dispositivo di mira elettronico da 3,69MP di risoluzione, con snodo integrato nella testa per inclinare l’oculare di 90 gradi verso l’alto e, così, agevolare anche le riprese dal basso. L’accessorio, dal prezzo di 649 euro, può essere sfruttato anche per monitorare l’audio durante le riprese, giacché sullo stesso lato dove viene replicata la USB-C della fotocamera (e non anche non quella HDMI), trova spazio perfino il relativo connettore (assente sul corpo macchina). Peccato invece per l’assenza del sensore di prossimità per la commutazione, attivazione o spegnimento automatici di mirino e monitor: dunque l’operazione è esclusivamente manuale e avviene azionando un grosso cursore sotto l’oculare. La nuova Sigma fp L è disponibile al prezzo di 2.300 euro.