Nikon, che "delusione"...
Il programma di ampliamento del parco ottiche Nikon prometteva l’introduzione di un 35mm della linea S entro l’agosto 2024. Molti si aspettavano un 35mm f/1,2 vista anche la presenza di un 35mm f/1,8 già dal lontano agosto 2018 (allorquando fu presentato il nuovo sistema mirrorless Z). Nikon ha invece sorpreso tutti, lanciando un 35mm “solo” f/1,4 e neanche in classe S.
Da tempo sosteniamo che il popolo dei fotoamatori, anche di quelli che ancora non sanno di esserlo, chiede obiettivi abbordabili e con prestazioni dignitose, non fenomeni dell’ingegneria ottica che obbligano ad accendere un mutuo. Con gli smartphone che hanno decimato le vendite di fotocamere in un decennio, continuare ad alzare i prezzi per ottenere lievi incrementi prestazionali non ci porta lontano.
Ed è per questo che, pur restando golosi di primizie tecnologiche, abbiamo accolto con grande favore la notizia di un lancio controcorrente. Il nuovo Nikkor Z 35mm f/1.4, infatti, costa 749 euro, circa 280 in meno rispetto al Nikkor Z 35mm f/1.8 S. Abbiamo quindi un obiettivo più luminoso di ben 2/3 di stop, ma assai più economico.
Serie S o non Serie S?
Come ben sa chi ci segue e conosce un minimo il sistema di ottiche Nikon, la classe S raggruppa quegli obiettivi che per meccanica, ottica o elettronica offrono il meglio disponibile a un dato momento storico. E sottolineiamo momento storico perché tutto si evolve e, come presto vedremo, un obiettivo di classe inferiore, ma più moderno, può farsi preferire per alcuni aspetti. Senza anticipare troppo, però, vediamo più da vicino i protagonisti di questo “scontro in famiglia”.
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Nikkor Z 35mm: il confronto strutturale
Sebbene a un primo sguardo i due obiettivi appaiano molto simili, le differenze estetiche e tecniche sono radicali. La texture delle parti in resina, per iniziare, è più marcata nel classe S, che ha anche una rifinitura di più alto livello: focale e luminosità nei pressi dell’innesto, ad esempio, sono incise e non semplicemente stampate come sul nuovo 35mm f/1.4. Il “vecchio” 35mm, inoltre, ha la ghiera di messa a fuoco in lega metallica, mentre quella del 35mm f/1,4 è plastica con rivestimento gommato (è metallica, d’altro canto, la parte terminale del barilotto).
Più sostanziali le differenze ergonomiche: il classe S ha il cursore A/M per la commutazione del tipo di messa a fuoco, assente sul nuovo grandangolare. Con questo è necessario passare da menu oppure agire direttamente sulla ghiera del fuoco per passare alla messa a fuoco manuale senza disattivare l’AF.
Il nuovo 35mm, però, supera per maneggevolezza il classe S per la presenza dell’anello di controllo, la cui funzione è personalizzabile tramite menu: compensazione dell’esposizione, diaframma, ISO o nessuna funzione. Queste opzioni sono assegnabili alla ghiera della messa a fuoco nel caso del 35mm serie S, ovviamente nel caso si lavori in autofocus: quando si disattiva l’AF la ghiera di messa a fuoco riacquista la sua funzione originaria.
Dal punto di vista dimensionale e ponderale i due obiettivi sono pressoché identici e questo è un punto a favore del nuovo 35mm f/1,4 che, essendo più luminoso del classe S, avrebbe avuto “diritto” a essere decisamente più ingombrante e pesante. Le differenze invece si limitano a un misero millimetro di diametro e a 45 grammi di peso in più.
Non dimentichiamo, del resto, che il 35mm serie S è stato il primo obiettivo della linea Nikkor Z a vedere la luce nel 2018 (insieme al 50mm f/1.8 e al 24-70mm f/4) e che tutte le Case produttrici hanno impiegato qualche tempo a sfruttare le potenzialità del sistema mirrorless, producendo obiettivi davvero compatti. I più datati, anche se non è questo il caso del Nikkor 35mm serie S, erano sostanzialmente degli obiettivi per reflex con il barilotto allungato per compensare la mancanza dello specchio nelle mirrorless.
Il modesto differenziale di peso è da ascrivere anche alla costruzione più “plastica” del nuovo 35mm: non sappiamo se questo negli anni possa portare a qualche inconveniente. Di certo Nikon si sente sicura nel certificare la resistenza a infiltrazioni di polvere e umidità del nuovo obiettivo che, da questo punto di vista, è allineato al più costoso 35mm f/1,8.
I grandangolari Nikkor 35mm sotto la pelle
I due obiettivi da 35mm coprono un angolo di campo di 63° sulla diagonale del formato pieno e sono quindi tra i più universali con cui si possa corredare la propria mirrorless: dal paesaggio al ritratto ambientato, dal reportage all’architettura, tutto senza enfasi prospettica.
Entrambe le ottiche si affidano a motori passo-passo per attuare la messa a fuoco e hanno mostrato una buona reattività, senza apparire dei fulmini di guerra. Il più datato serie S appare di una frazione di secondo più veloce del nuovo 35mm, ma non lo riteniamo un dato determinante. Il ronzio è più acuto e lieve nel classe S, più basso e percettibile nel nuovo 35mm.
La minima distanza di messa a fuoco vede avvantaggiato il 35mm S, che scende fino a 25cm dal piano focale mentre il nuovo 35mm si ferma a 27cm. Come vedremo, però, non sono tanto questi due centimetri a fare la differenza, quanto la resa ottica alle brevi distanze.
In video, l’autofocus di entrambi è apparso più che soddisfacente, considerata la non specializzazione delle due ottiche per il cinema più impegnato. Da notare che la Z7 II abbinata al nuovo 35mm innesca delle bizzarre variazioni esposimetriche al termine della messa a fuoco, anche in modalità manuale. Il fenomeno non compare con l’altro 35mm S e neanche abbinando il nuovo 35mm alla Z6 III. Si tratta quindi di un bug che gli sviluppatori Nikon sono chiamati a risolvere quanto prima tramite aggiornamento firmware (riteniamo della Z7 II).
Dal punto di vista ottico i due grandangolari sfoggiano lo stesso numero di lenti, 11 in 9 gruppi, ma il serie S vanta vetri di maggior pregio: non solo dispone di una lente asferica in più, ma può affidarsi anche a una coppia di lenti a bassissima dispersione che hanno il compito di correggere svariate aberrazioni in altrettanto varie condizioni di ripresa.
Il Nikkor Z 35mm f/1.8 S ha anche uno strato antiriflessi più complesso: al multistrato SIC, comune anche al nuovo Nikkor Z 35mm f/1.4, il classe S affianca il Nano Crystal Coat. Come vedremo, questi nomi arcani non sono buttati a caso e la tecnologia che vi si cela si dispiega in più ambiti.
Schede tecniche a confronto
Nikkor Z 35mm F1.4 | Nikkor Z 35mm F1.8 S | |
Prezzo | 749 € | 1.029 € |
F/ max | 1,4 | 1,8 |
F/ min | 16 | 16 |
Schema ottico | 11/9 | 11/9 |
Angolo di campo | 63° (44° su APS-C) | 63° (44° su APS-C) |
Min. distanza m.a.f. | 0,27m | 0,25m |
Ingr. max. | 1:5,5 | 1:5,2 |
Lamelle | 9 | 9 |
Diam. filtri | 62mm | 62mm |
Paraluce | Sì (HB-115) | Sì (HB-89) |
Dim. DxL | 74,5×86,5mm | 73x86mm |
Peso | 415g | 370g |
Nikkor Z 35mm f/1,4 e 35mm f/1,8 S: la nitidezza
Il primo aspetto su cui vale la pena soffermarsi è la differente lunghezza focale effettiva dei due 35mm: se diamo per scontato che la carta di identità del più datato e professionale Nikkor Z 35mm f/1.8 S non “mente”, quella del nuovo 35mm forse sì: si tratta di un paio di millimetri in più che però, nel confronto diretto che potete osservare qui sotto, hanno un effetto non trascurabile.
La nitidezza del nuovo 35mm f/1.4 è discreta al centro a tutta apertura, ma è possibile riscontrare aloni e aberrazioni cromatiche che invece non troviamo nel 35mm f/1.8 (ovviamente avvantaggiato dalla minore apertura oltre che da lenti più pregiate). Il classe S si pone quindi su un livello più alto, con una nitidezza più che buona al centro e che si mantiene tale anche nella zona intermedia del fotogramma. Solo agli angoli estremi la resa scende, sempre restando ben oltre la sufficienza, mentre nel nuovo 35mm la zona con brillantezza ottimale ha un diametro inferiore, che porta i bordi estremi a un livello non troppo soddisfacente.
Chiudendo il diaframma la resa cresce soprattutto nel nuovo 35mm che raggiunge il fratellino al centro a f/2,8 e ai bordi a f/4. Fino a f/5,6 entrambi gli obiettivi danno il proprio massimo, sfoggiando una resa davvero ottima. La diffrazione insorge già a f/8. Le aperture inferiori sono quindi da scegliere solo se la massima profondità di campo è prioritaria e contando, semmai, su un intervento mirato in post-produzione per ridare smalto all’immagine.
La nitidezza al centro del Nikkor Z 35mm f/1,4
La nitidezza al centro del Nikkor Z 35mm f/1,8 S
La nitidezza ai bordi del Nikkor Z 35mm f/1,4
La nitidezza ai bordi del Nikkor Z 35mm f/1,8 S
Purple fringing e aberrazioni cromatiche assiali
Sempre dal panorama su Nemi, che abbiamo appena utilizzato per analizzare la nitidezza, preleviamo altri due dettagli per mostrare il comportamento delle due ottiche in presenza di dettagli retroilluminati. Il 35mm f/1,4 mostra aloni magenta molto meno evidenti nel fratello “minore” f/1,8.
Qui di seguito, invece, un altro banco di prova per mostrare sia la resa alle brevi distanze di ripresa sia le aberrazioni cromatiche assiali.
Il nuovo 35mm in close up mostra una nitidezza molto buona solo in zona centrale a tutta apertura, e richiede di diaframmare almeno a f/2,8 per “spianare” il campo. Il più costoso 35mm serie S appare brillante anche ai bordi persino a f/1,8.
Nikkor Z 35mm f/1,4: close up
Nikkor Z 35mm f/1.8 S: close up
Il recentissimo Nikkor Z 35mm f/1.4 si “arrende” anche per quanto concerne le aberrazioni cromatiche assiali, non correggibili a differenza di quelle laterali. In questo caso, però, il differenziale rispetto al più costoso serie S è assai più contenuto.
Nikkor Z 35mm f/1,4: aberrazioni cromatiche assiali (dettaglio)
Nikkor Z 35mm f/1,8 S: aberrazioni cromatiche assiali (dettaglio)
Il controluce con i due Nikkor 35mm
La resa in controluce dei due obiettivi è simile: la maggior complessità ed efficacia dello strato antiriflessi del 35mm serie S si manifesta non tanto quando una sorgente di luce incide direttamente sulla lente frontale, ma in generale, mantenendo più alto il contrasto e quindi l’impressione di nitidezza.
In controluce diretto, invece, entrambe le ottiche si sono comportate molto bene, sebbene non siamo riusciti a innescare lo stesso flare con le medesime condizioni di luce. Per questo mostriamo due coppie di immagini, con lente frontale schermata e non, dove diversi angoli di incidenza dei raggi di luce generano artefatti simili (e in entrambi i casi non devastanti).
Nikkor 35mm f/1.4
Nikkor 35mm f/1.8 S
Il bokeh dei due Nikkor Z 35mm - caso 1
Dal punto di vista quantitativo è ovvio che il 35mm f/1,4 abbia minore profondità di campo a parità di altri fattori rispetto al pari focale f/1,8. E tutte le immagini che seguono lo dimostrano.
Diverso è però il discorso qualitativo e in questo caso, a nostro avviso, il più datato serie S sa essere appena più morbido e pastoso a tutta apertura. Si tratta di sfumature, difficili da cogliere (soprattutto se si legge questa comparativa su smartphone), ma pur sempre concrete.
A diaframmi medi i due obiettivi sono praticamente indistinguibili.
Il bokeh dei due Nikkor Z 35mm - caso 2
Questo secondo banco di prova ha il doppio scopo di mostrare nuovamente la migliore resa del serie S alle brevi distanze (il pilastrino di metallo è più nitido nello scatto realizzato con tale ottica), e al tempo stesso la maggior morbidezza del bokeh: sebbene la bottega sullo sfondo sia più sfocata nello scatto realizzato con il Nikkor Z 35mm f/1.4, la resa appare appena più strutturata rispetto a quella del serie S. In entrambi i casi, comunque, siamo di fronte a un bokeh molto piacevole, descrittivo quanto basta e mai invadente.
Il bokeh dei due Nikkor Z 35mm - caso 3
Un terzo caso piuttosto esplicito: medesimo punto di ripresa, messa a fuoco sulla sella in primo piano, entrambi gli obiettivi a tutta apertura. Nei dettagli qui sotto la tendenza del Nikkor Z 35mm f/1.4 a indurire il bokeh è evidente al punto che la “Medusa” sembra cambiare espressione…
Nikkor Z 35mm f/1,4 e Z 35mm f/1,8 S: distorsione e caduta di luce ai bordi
La distorsione è in entrambi i casi conformata a cuscinetto, ma nel serie S è di moderata entità, tant’è vero che la correzione digitale in camera è disattivabile. Cosa non possibile con il nuovissimo Nikkor Z 35mm f/1.4, progettato al pari di moltissimi obiettivi di ultima generazione facendo affidamento proprio sugli interventi correttivi a valle dello scatto. I JPG appaiono quindi perfettamente rettilinei e anche i RAW incorporano i dati che i software di elaborazione sfruttano per aggiustare l’immagine. Per mostrarvi la sua forte distorsione reale a barilotto, a monte della correzione, abbiamo quindi parzialmente disinnestato l’ottica, congelando messa a fuoco e diaframma, un attimo prima dello scatto.
Distorsione a confronto
Il nuovo Nikkor Z 35mm cede il passo anche sul fronte della caduta di luce ai bordi, esito tutto sommato prevedibile vista la maggiore apertura relativa. Agli angoli estremi a tutta apertura fa misurare un oscuramento di 2,25EV che si riducono a 1EV a f/4.
Va quindi meglio il serie S che a f/1,8 vede gli angoli più scuri di 2,05EV rispetto al centro e di 0,8EV a f/4.
Caduta di luce ai bordi Nikkor Z 35mm f/1,4
Caduta di luce ai bordi Nikkor Z 35mm f/1,8 S
Nikkor Z 35mm f/1,4 e Z 35mm f/1,8 S: il focus breathing
Entrambi i grandangolari possono soddisfare le esigenze dei videomaker più impegnati, pur non essendo ottiche cine in senso stretto. Il ronzio dei motori AF, per chi ne fa uso in video, possono essere percepiti solo dal microfono incorporato nella fotocamera e in assenza di altri suoni o rumori ambientali.
Tra i due, comunque, preferiamo il nuovo 35mm per la presenza dell’anello di controllo al quale, ad esempio, è possibile assegnare la funzione di variazione fluida del diaframma.
Il focus breathing è presente, ma lieve in entrambi i casi.
Si noti nella clip relativa al nuovo 35mm il fenomeno – cui facevamo riferimento più su – di variazione esposimetrica al termine di ogni fase di messa a fuoco.
Nikkor Z 35mm f/1,4
Nikkor Z 35mm f/1,8 S
Nikkor Z 35mm f/1,4 e Z 35mm f/1,8 S: il verdetto
Il nuovo Nikkor Z 35mm f/1.4 è un’ottica molto buona, con nitidezza ottima ai diaframmi medi, ma un po’ morbida a tutta apertura specialmente ai bordi; alle brevi distanze è a dir poco perfettibile; in controluce tiene benissimo, ma soffre leggermente i forti contrasti retroilluminati; ha un bokeh abbondantissimo, ma non sempre pastoso o neutro; ha una forte caduta di luce ai bordi e distorce parecchio, ma ha la fortuna di essere nato in epoca di elettronica dilagante… Ecco, su tutti questi aspetti il più datato Nikkor Z 35mm f/1.8 S prevale, di poco ma prevale. Costa parecchio di più (salvo sconti) ed è più “buio” di 2/3 di stop: aspetti che i puristi potrebbero mettere in secondo piano rispetto soprattutto a una resa ottica più elevata e uniforme. Il serie S sconta la sua anzianità per la mancanza dell’anello di controllo, un elemento che sempre più fotografi trovano irrinunciabile.
Consigliare è difficile, mentre è stato facile avere la conferma che i miracoli non esistono… Del resto, di questi tempi avere un’alternativa economica di buon livello è già una notizia.
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