Con oltre 10.000 ore di lavoro all’attivo, Danilo Coluccio è fotografo professionista dal 2001. Nato nel 1976 a Siderno (Reggio Calabria), da ragazzo fotografava al fianco del papà, Mario, dal quale ha imparato a raccontare per immagini le emozioni delle persone. Ci piace che nella nostra chiacchierata a proposito del suo mestiere di fotografo matrimonialista Danilo abbia deciso di citare Elliott Erwitt – venuto a mancare qualche giorno prima – e per la precisione un passaggio di un’intervista in cui il sagace maestro della fotografia affermava che “un fotografo professionista deve essere al passo coi tempi, con la domanda, con la tecnologia”. Un’incontestabile verità, quella di Erwitt, con la quale è bene che un fotografo di matrimonio faccia i conti ogni giorno della sua attività lavorando sodo per mantenersi attuale, fresco e produttivo.
Fotografia di matrimonio al passo coi tempi
A proposito di matrimoni, non occorre frugare tra i bauli più antichi delle nostre cantine per scovare album di famiglia “vecchio stampo”. In quegli scrigni di ricordi i momenti salienti del Grande Giorno si susseguivano – tra una velina e l’altra – in una serie di immagini impostate, lontane anni luce dall’impronta reportagistica che anima i photobook di matrimonio dei tempi recenti.
Danilo Coluccio, in linea con gli standard di allora, si assicurava di portare a casa gli attimi salienti della cerimonia e una buona dose di ritratti ben confezionati. Gli sposi, la famiglia e tutti gli invitati, posavano rigorosamente davanti all’obiettivo, il più delle volte lo sguardo dritto in camera, eccezion fatta per qualche bambino distratto da questioni “meno noiose”.
Nei primi anni Duemila Danilo ha messo in atto una vera e propria svolta stilistica grazie a un seminario che gli ha concesso il privilegio di vedere all’opera Roberto Masotti e Silvia Lelli, fotografi del Teatro La Scala di Milano. Da allora il nostro ha compreso l’importanza della scelta del momento da congelare e a partire da un matrimonio commissionatogli nel 2004 a São Paulo, in Brasile, il suo lavoro ha iniziato a strizzare l’occhio al reportage che caratterizza l’approccio attualmente più diffuso e apprezzato in ambito matrimonialista. Oggi Danilo concentra il suo lavoro sulla narrazione, ricercando con cura sorrisi, espressioni e gesti che esprimano tutta la commozione racchiusa in un giorno speciale.
Al passo con la domanda
“Grazie all’avvento del web e dei social media – ci ha spiegato Danilo – le persone possono entrare facilmente in contatto con molti professionisti. Spesso mi capita di interfacciarmi, proprio grazie a questi canali, con una clientela appassionata di fotografia, in cerca di un lavoro autoriale. Il rovescio della medaglia, si sa, è l’assuefazione generata dalla tempesta di immagini che invadono la nostra quotidianità, il più delle volte svalutando il ruolo stesso della fotografia, nonché il suo prestigio. La cultura visiva è in balia delle mode e la richiesta, anche in ambito matrimonialista, patisce spesso una omologazione dettata dalle tendenze, che sfocia in una noiosa monotonia”.
Prendendo le distanze da quello che definisce un uso ostentato, pittoresco e folcloristico della fotografia di matrimonio che riempie i social network, Danilo continua a prediligere la ricerca dell’autenticità e del gesto spontaneo. Partendo dal presupposto che ogni matrimonio rappresenta una storia unica da raccontare, il fotografo cerca di incontrare il favore dei suoi clienti studiando al meglio gli sposi e le persone a loro più care – a prescindere dal tempo a sua disposizione per farlo – puntando alla rappresentazione delle sensazioni genuine.
Al passo con la tecnologia
Quasi trent’anni fa Danilo fotografava prevalentemente paesaggi in bianco e nero. Aveva costruito una camera oscura e stampava personalmente le sue fotografie scattate alternando una Olympus OM 1 di seconda mano, una Rolleiflex di suo padre e una Koni-Omega 6X7.
Del 2001 ricorda uno dei suoi primi matrimoni da professionista in trasferta, a Roma, tutto scattato con Hasselblad 501 CM per il colore, e Canon Eos 3 per il bianco e nero, “con le famose Ilford 400 Delta tirate a 1600 ISO”. Nello stesso anno ha acquistato una Olympus E10 (digitale), utilizzata spesso anche per i ritratti e lo still life in studio. A quel tempo il fotografo adoperava un computer Mac G4, uno scanner Agfa Duoscan HiD e un Kodak RFS 3600 per la scansione delle pellicole, a oggi ancora perfettamente funzionanti sebbene inutilizzati. Il 2004 ha portato una ventata di novità, con la Canon Eos-1Ds Mark II, seguita dalla Eos-1D Mark II N, “due muli instancabili”, dice Danilo, “che talvolta ancora mi capita di utilizzare”.
Oggi il protagonista di questo articolo scatta con Canon Eos 5D Mark III, il più delle volte abbinata agli obiettivi Canon EF L 16-35mm f/2,8 e 50mm f/1,2 e utilizza – per la postproduzione delle immagini – un monitor EIZO che calibra settimanalmente.
Sul campo, a seconda delle situazioni, Danilo lavora da solo o con l’assistenza del fratello Oreste, a sua volta fotografo professionista. “Uso molto le lampade led”, ha specificato, “ma non disdegno il flash quando necessario. Tuttavia, nei miei servizi fotografici è la luce naturale che la fa da padrona”.
Fotografia di matrimonio: bianco e nero o colore?
Negli album dei matrimoni fotografati da Danilo, solitamente, c’è spazio sia per il bianco e nero, sia per il colore. L’autore ci ha raccontato di preferire la fotografia monocromatica per accentuare momenti particolarmente significativi e di aver avviato, al tempo stesso, una ricerca sempre più orientata al colore, ispirata dall’uso fattone da Stanley Kubrick in Barry Lindon, film scritto, diretto e prodotto dal celebre regista americano nel 1975. Convinto sostenitore dell’interazione tra la fotografia e qualunque forma d’arte, Danilo ha sempre cercato spunti visivi nel mondo della scultura e della pittura, sin dai tempi degli studi e del conseguimento del diploma presso il liceo artistico, nel 1994. “Ultimamente ho ripreso a dipingere con la tecnica ad olio – si è confidato – con uno sguardo quasi romantico al passato. Nel mio studio del colore guardo con ammirazione l’opera di pittori come Mark Rothko e William Turner, Rembrandt e Morandi”.
Tutti gli strumenti di un fotografo matrimonialista
Che Danilo Coluccio nei suoi ventidue anni di attività abbia fatto del suo meglio per restare al passo coi tempi, con la domanda e con la tecnologia è fuori discussione. Dalla sua lunga esperienza nascono immagini vive, che catturano abbracci commoventi in un giorno di festa, risate fragorose in una tempesta di coriandoli, attese emozionate davanti allo specchio. Danilo non spettacolarizza le sue composizioni con eccessi, scenari estremi, o scaltre operazioni di color grading, ma gestisce con consapevolezza gli elementi che abitano le sue inquadrature. Le fotografie pubblicate in questo articolo raccontano azioni ed emozioni in corso e i soggetti ripresi non sono mai in posa mentre l’occhio del fotografo ghermisce i più splendidi frammenti della loro eccitata interazione. La luce, le ombre, le quinte, i tempi: Danilo conosce gli strumenti del mestiere – quelli che vanno oltre la fotocamera e l’obiettivo – e sa come usarli per confezionare squisite immagini, che sarà un piacere riassaporare, di quando in quando, frugando tra gli album di famiglia.
Bio e contatti
Danilo Coluccio nasce a Siderno (Reggio Calabria) nel 1976. Fin da ragazzo insegue il mito dell’armonia e impara, nel frattempo, il mestiere di fotografo dal padre. Nel 1994 consegue la maturità artistica e porta avanti un percorso di ricerca dell’interazione tra pittura, scultura e fotografia. Dal 1998 al 2004 collabora con quotidiani e riviste calabresi e nel 2001 diventa fotografo professionista. Con oltre cento fotografie premiate, nel 2017 conquista il primo posto nella categoria Pleasure/Pain ed è tra i finalisti (second runner up) del premio Photographer of the Year organizzato dalle associazioni internazionali WPJA e AG|WPJA.
Nel corso della sua carriera ha effettuato servizi fotografici in Italia e all’estero, tra cui il primo matrimonio, celebrato in Sicilia, dell’attrice americana Sara Lindsey. Vive e lavora a Siderno, portando avanti l’attività intrapresa dal padre alla fine degli anni Cinquanta.
Sito web
www.danilocoluccio.com
Instagram
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