La metropoli americana è stata celebrata da decine di artisti, scrittori, musicisti e fotografi. Alcune voci rimbombano tutt’oggi ma altre, come quella della geniale Berenice Abbott, corrono il rischio di perdersi nel tempo.
New York
Dal 2 marzo al 4 settembre 2023
Tra le fotografe più longeve di tutti i tempi c’è Berenice Abbott, scomparsa a 93 anni nel 1991. Trascorse la maggior parte della sua vita negli Stati Uniti, ma fondamentale per la sua ricerca fu il periodo del suo apprendistato, svolto a Parigi. Nel 1921 si trasferì nella capitale francese, dove apprese i primi rudimenti lavorando come assistente in camera oscura per Man Ray. Il suo soggiorno parigino durò fino al 1929, anno in cui tornò a New York. Aveva in programma solo una breve permanenza in patria, ma finì con il restarvi per diventare una delle più grandi fotografe del ventesimo secolo. Con sé portò un grande bagaglio di conoscenze professionali e umane. Infatti a Parigi aveva aperto un proprio studio di posa, nel quale aveva operato soprattutto come ritrattista. E grazie a Man Ray era entrata in contatto con artisti e intellettuali di fama mondiale, tanto che pure James Joyce posò per lei in due occasioni.
Eugène Atget: la svolta di Berenice Abbott
Però fu conoscere di persona il grande Eugène Atget, anch’egli tra coloro che ritrasse, che le segnò la vita e che influenzò la sua prospettiva su New York.
Atget è tuttora celebre per le sue vedute di Parigi, realizzate con una macchina di grande formato che si portava sulle spalle quasi fosse stato il personaggio di un racconto della mitologia classica. Abbott restò talmente affascinata dai suoi scorci della città che una volta tornata a New York anziché proseguire con il proprio lavoro di ritrattista decise di intraprendere un progetto che ricalcasse quello del suo mentore francese. Optò per un apparecchio fotografico di dimensioni ridotte prodotto dal tedesco Curt Bentzin, che fu tra i primi a voler montare gli obiettivi di Carl Zeiss.
Lo portava con sé per le strade della Grande Mela, ma non inquadrava spesso le persone che ne affollavano i marciapiedi (che dovevano essere un buon numero, dato che proprio nel 1929 scoppiò la Grande Depressione che lasciò milioni di suoi connazionali senza casa e senza occupazione). Il suo scopo non era realizzare un progetto propriamente ascrivibile alla street photography, bensì ripetere con uno spirito nuovo quanto già fatto da Atget.
Berenice Abbott documenta la modernità di New York
Infatti, mentre Atget aveva documentato una Parigi molto ottocentesca, non ancora rimodellata dalle rivoluzioni estetiche e urbanistiche del Novecento, Abbott volle puntare lo sguardo su quegli scorci di New York che ne testimoniavano la modernità e la proiezione verso il futuro. Per questa ragione si concentrò sulle strutture in acciaio che formavano lo scheletro della città e sulle sue reti infrastrutturali, come per esempio le linee ferroviarie sopraelevate, i ponti, le stazioni e i porti industriali. La sua intenzione era vendere i suoi servizi fotografici alla stampa internazionale. Ci riuscì e già nel 1929 la rivista belga Variétés pubblicò sei dei suoi scatti in un numero interamente dedicato alla metropoli americana.
Il libro di Berenice Abbott che non vide mai la luce
Tuttavia lo sbocco più ambizioso del suo esteso reportage era la creazione di un album fotografico contenente 266 piccole immagini in bianco e nero distribuite su 32 pagine. Purtroppo non riuscì ad andare oltre la fase della maquette, cioè di un prototipo del libro con appiccicate sopra le stampe degli scatti. Pertanto del suo progetto non resta che un unico, preziosissimo, embrione. Fortunatamente alcune porzioni sono disponibili nel sito del Metropolitan Museum di New York, che le espone al pubblico fino ai primi di settembre.
Il museo acquisì l’opera tra la fine degli anni Settanta e i primi anni Ottanta, ma il libro era già stato smembrato in varie parti e l’autrice riuscì a ricomporre la corretta sequenza solo delle prime pagine, mentre quella delle rimanenti non è mai stata rintracciata. Quindi l’album resta tuttoggi uno dei tesori perduti dell’editoria fotografica, una grande pubblicazione mancata che si offre solo sotto forma di frammenti e solamente a coloro che possono permettersi di andare lì dove le immagini che contiene sono state scattate.
Berenice Abbott’s New York Album, 1929
- The Met Fifth Avenue, 82nd Street – New York (USA)
- dal 2 marzo al 4 settembre 2023
- domenica, lunedì, martedì e giovedì, 10-17; venerdì e sabato, 10-21
- ingresso compreso nel biglietto del Met Fifth Avenue, info sul sito ufficiale
- metmuseum.org