Il treppiedi è l’accessorio fotografico per eccellenza, uno dei primi a entrare a far parte del corredo dei fotografi che intendono fare sul serio. Benro, azienda specializzata nella produzione di attrezzatura fotografica, ne ha a listino di tutti i tipi e con prezzi per tutte le tasche. E quando sta a noi decidere quale comprare, occorre sapere cosa valutare.
Benro è tra i marchi più noti nel panorama fotografico attuale; produce borse, filtri, slider, ma è conosciuta soprattutto per i treppiedi e le teste a questi dedicate. In Italia il marchio è distribuito da Rinowa, che ha inviato all’attenzione della redazione di FOTO Cult i quattro modelli selezionati dai nostri giornalisti e che nel loro insieme, a nostro avviso, soddisfano la quasi totalità delle esigenze dei fotografi; non sono ovviamente i treppiedi da pochi euro costruiti in plastica che troviamo sulle bancarelle e nemmeno i costosissimi professionali per i quali servirebbe uno sherpa solo per riuscire a portarli oltre la soglia dello studio fotografico (ma che comunque a differenza dei primi assolvono sempre il loro compito). Ci siamo concentrati, invero, su modelli polivalenti, treppiedi leggeri e compatti quanto basta per essere portati anche in viaggio, robusti il giusto e con prezzi ragionevoli. Ve li illustriamo nel dettaglio, descrivendo di ognuno le caratteristiche e indicandone il tipo di utilizzo più adatto. Ma non prima di aver analizzato gli elementi essenziali di un treppiedi per arrivare in negozio con le idee ben chiare.
Treppiedi in otto punti
Il treppiedi perfetto non esiste. Esiste quello che soddisfa le specifiche esigenze del singolo fotografo: da quello pesante e roccioso per le riprese in studio a quello leggero e versatile per le escursioni in montagna, passando per tutte le variabili intermedie. È però importante che, a prescindere dalla destinazione d’uso, gli elementi che lo compongono siano non solo di qualità, ma anche selezionati con coerenza. Non ha senso un treppiedi con leggere gambe in fibra di carbonio sormontato da una testa a cremagliera da 2kg. Ancora, è inopportuno scegliere un treppiedi con portata, ad esempio, di 15kg e una testa di livello inferiore (o viceversa). In alcuni casi i treppiedi vengono predisposti dal costruttore completi di tutti gli elementi ed è difficile imbattersi in “Frankenstein” a tre zampe. L’attenzione massima va quindi prestata quando sta a noi assemblare il treppiedi più rispondente alle nostre esigenze, corredato dalla testa più adatta. Di seguito, una rapida analisi degli elementi costitutivi di un treppiedi e dei principali aspetti di contorno.
La testa
Le teste utilizzate in fotografia possono essere ricondotte essenzialmente a due tipologie, a sfera e a tre movimenti. Le teste a sfera si fanno apprezzare per la rapidità di regolazione: con un solo comando si liberano tutti i movimenti possibili. Ma questo è anche il loro limite, dato che il fotografo può voler gestire solo uno dei tre assi alla volta. Non a caso, alcune teste a sfera dispongono di un movimento supplementare panoramico a valle dello snodo principale. Quelle a tre movimenti consentono la regolazione indipendente della rotazione panoramica, del beccheggio e della rotazione sull’asse ottico, aiutano quindi nella composizione di precisione, ma sono di conseguenza più lente. Per le riprese che richiedono la massima precisione sono indicate le teste a tre movimenti con azionamento a cremagliera. Per impieghi particolari, come la telefotografia, troviamo in commercio teste a L alle quali l’attrezzatura viene sostanzialmente appesa aumentando sicurezza e controllo, o dotate di slitte micrometriche per la macro e microfotografia. Una volta determinato il tipo di testa che fa al nostro caso, va scelto il modello in grado di sostenere con ampio margine la nostra attrezzatura nell’assetto più pesante, tanto per non mettere limiti alla nostra creatività…
La piastra
Aspetto altrettanto importante della testa è l’interfaccia con la nostra fotocamera, ossia la piastra di ancoraggio. Ormai in uso anche nei treppiedi tascabili (fanno eccezione solo i modelli di fattura mediocre), le piastre si fissano alla fotocamera o all’obiettivo e permettono un collegamento rapido con il treppiedi. Vanno preferite le piastre, e di conseguenza le teste, che dispongono di sistemi di prevenzione dello sgancio accidentale, che possono essere costituiti da una doppia azione (tipicamente pressione e trazione di un medesimo comando) o da una vite a doppio stadio (il primo per l’allentamento, il secondo per lo sgancio) o ancora da due comandi separati (vite di serraggio e pulsante di svincolo). Valutiamo se la superficie della piastra è compatibile con l’accoppiata fotocamera- obiettivo che intendiamo applicarvi.
La crociera
La crociera è l’elemento principale del treppiedi, è il punto di giunzione dei tre cardini in cui si innestano le gambe e presenta un foro passante per la colonna oppure l’innesto filettato per la connessione diretta della testa. Dalla crociera dipendono gran parte della robustezza e la versatilità del treppiedi. Deve essere realizzata in metallo, nessuna plastica può assicurare la resistenza nel tempo e la rigidità di una lega, ad esempio di magnesio. Nel caso, assai comune, di treppiedi con colonna centrale, la crociera ha anche il compito di bloccarla in posizione e, negli esemplari destinati agli apparecchi più pesanti, di regolarne l’altezza con meccanismi a cremagliera. È bene che anche questi elementi siano metallici perché tra i più soggetti a usura e a stress. Dal tipo di cardine dipende anche la “mobilità” del treppiedi: alcuni consentono una regolazione anche di 180° per veri e propri contorsionismi fotografici o per ridurre l’ingombro del treppiedi durante il trasporto (la testa viene “nascosta” tra le gambe). Prestiamo attenzione ai sistemi di regolazione dell’angolo di apertura: possono essere a valori preimpostati (di solito tre) o, in quelli destinati ad apparecchi molto pesanti, basati su tiranti telescopici di lunghezza regolabile che uniscono gambe e colonna. Per le esigenze fotografiche più comuni il primo sistema è preferibile per leggerezza e rapidità di azionamento, ma quest’ultima dipende molto dal metodo di blocco studiato dal costruttore (da preferire i pulsanti a ritorno automatico).
La colonna
Sulla colonna si è giocata la battaglia più aspra tra i produttori di treppiedi negli ultimi anni. Può essere telescopica per guadagnare qualche centimetro di altezza massima senza penalizzare l’ingombro compressivo, ma può anche essere del tutto assente nei treppiedi che mettono la stabilità al primo posto (non dimentichiamo che in linea di principio il treppiedi più solido è monolitico: qualsiasi elemento mobile introduce una seppur minima fonte di instabilità). Sono molto interessanti e versatili i modelli che consentono il capovolgimento o il posizionamento della colonna in orizzontale, movimenti che dipendono ovviamente dalla crociera: sarà più facile realizzare riprese al livello del suolo o riproduzioni di soggetti piani. In questi casi, date le leve che si generano, sarà ancora più importante osservare la qualità realizzativa della crociera e i sistemi di blocco della colonna.
Le gambe
Da loro dipende principalmente l’altezza massima che si raggiunge estraendo le sezioni telescopiche di cui sono composte. Un elevato numero di sezioni consente di mantenere il treppiedi compatto durante il trasporto e di raggiungere comunque discrete altezze; non a caso le gambe plurifrazionate si trovano nei modelli più piccoli, destinati al viaggio. D’altro canto un minor numero di sezioni velocizza la messa in opera e assicura maggiore stabilità all’insieme. Il materiale più in voga, per le gambe come per la colonna, è la fibra di carbonio: è un composito leggerissimo, robusto e in grado di smorzare rapidamente le vibrazioni; è però più costoso delle leghe d’alluminio (anch’esse molto utilizzate per i treppiedi) e, se impiegato per strutture tubolari, meno resistente allo schiacciamento. La lega d’alluminio, dal canto suo, porta su il peso (e lo fa in misura più incisiva nei modelli più grandi o con gambe con molte sezioni) ed è più fredda al tatto, un aspetto che d’inverno può non essere secondario. Oltre alla lunghezza dei tubi va considerato il loro diametro: inutile disporre di un treppiedi altissimo se le sue esili gambe si flettono e vibrano per un nonnulla. Se la nostra attrezzatura è pesante o fotografiamo con lunghe focali o ancora in presenza di vento, puntiamo su treppiedi con gambe “muscolose” ed evitiamo, se possibile, di estenderle al massimo. Da non trascurare nemmeno la possibilità offerta da alcuni treppiedi di smontare una gamba e utilizzarla come monopiede.
Il blocco delle sezioni
I sistemi di bloccaggio delle sezioni sono essenzialmente due, a ghiera o a leva. Il primo è veloce e pratico soprattutto in estensione perché con un solo movimento, se si hanno mani abbastanza grandi, si possono sbloccare contemporaneamente tutte le ghiere. Inoltre gli anelli di serraggio non aumentano l’ingombro del treppiedi e non aggiungono elementi di intralcio al profilo delle gambe. Il secondo invece ha dalla sua un immediato riscontro visivo dello stato del bloccaggio, aperto o chiuso, ma richiede un’azione per ogni leva, anche in estensione, e in caso di frequenti aggiustamenti è meno pratico; è inoltre tendenzialmente più pesante e chiaramente ingombrante. Non è superfluo ribadire che questo componente deve essere di robustissima fattura. Sono rarissimi e costosi i treppiedi con controllo automatico della lunghezza delle gambe; inoltre, per la natura stessa del meccanismo, non assicurano, a parità di peso e materiali, la robustezza di quelli con sistemi di blocco manuali.
La stabilità parte dai piedi
Se i classici terminali in gomma (a cappuccio per le gambe di alluminio o ad innesto per quelle in carbonio) possono essere considerati universali, in alcune situazioni non permettono un posizionamento stabile del treppiedi. Pensiamo a terreni sabbiosi, dove le estremità piatte prevengono l’affondamento, o friabili, dove sono i puntali metallici a dimostrarsi più affidabili. Ecco che guardare anche ai piedi del nostro treppiedi diventa fondamentale. Alcuni terminali in gomma sono retrattili e lasciano fuoriuscire il puntale metallico. Altri modelli consentono l’applicazione di accessori specifici, spesso in dotazione, per i vari terreni di destinazione.
Dettagli determinanti
Se i treppiedi più piccoli e leggeri possono essere fissati alla borsa o allo zaino con le apposite cinghie, quelli più grandi e pesanti si avvantaggiano di un sistema di trasporto autonomo. Ecco che diventa essenziale potervi applicare degli spallacci e allo scopo, nella crociera, viene spesso predisposta una presa filettata. Qui vi si applica la cinghia dedicata che, all’altra estremità, presenta uno semplice scorsoio con cui avvolgere le gambe. Per stabilizzare il sistema di ripresa, soprattutto in giornate ventose, è fondamentale poterlo appesantire: allo scopo torna utile il gancio applicato in fondo alla colonna centrale, al quale appendere la nostra borsa fotografica. Per le riprese che richiedono maggior precisione si rivelano preziosissime le livelle a bolla e non è ridondante averne sia sulla crociera del treppiedi, sia sulla testa; limitatamente ai modelli più complessi, possiamo addirittura trovarne una per ogni movimento.
Benro Slim Classic C-08
Materiale fibra di carbonio
Peso 1,2kg
Ingombro da chiuso 51cm
Altezza operativa (massima e minima) 146cm/40cm
Sezioni gambe 4
Tipo di chiusura a vite
Modalità monopiede no
Capacità di carico 4kg
Testa integrata, a sfera
Piastra a rilascio rapido sì
Accessori in dotazione sacca di trasporto, set di chiavi a brugola
Prezzo 159 euro
È piccolo e leggero, ma ha buone capacità di carico (supporta fino a 4kg di peso)
Ha la livella a bolla integrata
La colonna centrale è ribaltabile per fotografare dal basso
Le gambe hanno sezione ridotta, ma il treppiedi è solido
I piedini non sono intercambiabili
Chi ha un sistema fotografico compatto e leggero e fotografa soprattutto in città.
DESCRIZIONE PRODOTTO Estremamente leggero poiché realizzato in fibra di carbonio e magnesio, C-08 (che è disponibile anche in alluminio e magnesio) fa parte della linea Slim Classic di Benro. Si tratta di un treppiedi della linea d’accesso del produttore cinese, con testa a sfera integrata e non sostituibile, e gambe a 4 sezioni regolabili in tre posizioni, ma non richiudibili verso l’alto. Anche l’altezza operativa è modesta, mentre il carico massimo di 4kg è più che adeguato a sostenere il peso di una mirrorless di taglia media equipaggiata con uno zoom standard. Ottimo il serraggio delle sezioni per mezzo di fermi a vite, meno elaborato, invece, quello sulla crociera per il blocco in posizione della colonna centrale. Quest’ultima, è anche ribaltabile per favorire inquadrature rasoterra.
Benro Travel Bat 15C
Materiale fibra di carbonio
Peso 1,4kg
Ingombro da chiuso 37cm
Altezza operativa (massima e minima) 169cm/37cm
Sezioni gambe 5
Tipo di chiusura a vite
Modalità monopiede sì (altezza massima 169cm)
Capacità di carico 14kg
Testa a sfera (VX20), singola panoramica
Piastra a rilascio rapido sì
Accessori in dotazione sacca di trasporto, testa a sfera VX20, set di chiavi a brugola, piedini in acciaio
Prezzo 319 euro
Supporta fino a 14kg di peso
Da chiuso è il più compatto tra quelli presi in esame in questa rassegna
Una delle tre gambe è utilizzabile come monopiede assieme alla colonna
Lo sblocco delle gambe a pulsante è molto pratico e veloce
Ha i piedini in gomma intercambiabili con quelli in acciaio (forniti in dotazione)
Passeggiate in città, escursioni a lungo raggio, macrofotografia. Può essere utilizzato come monopiede per facilitare la ripresa sportiva o la caccia fotografica.
DESCRIZIONE PRODOTTO Il Travel Bat 15C è il treppiedi da viaggio per eccellenza: è compatto (da chiuso è lungo appena 37cm), leggero (pesa meno di 1,5kg), ma soprattutto offre un’ampia gamma di funzioni tipiche dei modelli più voluminosi. Partiamo dalla caratteristica colonna centrale a due sezioni, che è ribaltabile per fotografare “rasoterra” o removibile per configurare un pratico monopiede se avvitata assieme a una delle tre gambe (altezza massima 169cm). Queste ultime sono progettate con cinque sezioni (ciascuna provvista di chiusura a vite) e alla massima estensione permettono al Travel Bat 15C di raggiungere un’altezza dal suolo più che discreta (169cm). Particolarissima, e all’origine del nome Bat (pipistrello), è la possibilità di orientare e bloccare le gambe a intervalli definiti anche oltre i 90° per far fronte a situazioni di ripresa davvero acrobatiche. Ottima inoltre la capacità di carico della testa in kit (VX20), che supporta fino a 14kg; è di tipo a sfera e ha anche funzione di singola panoramica (un solo snodo alla base della testa). Pratico e veloce, inoltre, lo sblocco del “compasso” tramite pressione di pulsanti posizionati su ciascuna delle tre gambe. Anche in questo caso tra gli accessori sono previsti i piedini in acciaio per l’utilizzo del treppiedi su terreni scoscesi o accidentati, il set di brugole per la manutenzione, la tracolla e la sacca di trasporto.
Benro GoPlus Travel A-28
Peso 1,9kg
Ingombro da chiuso 49,5cm
Altezza operativa (massima e minima) 165cm/39cm
Sezioni gambe 4
Tipo di chiusura a vite
Modalità monopiede sì (altezza massima 177cm)
Capacità di carico 15kg
Testa n.d.
Piastra a rilascio rapido n.d.
Accessori in dotazione sacca di trasporto, set di chiavi a brugola, piedini in acciaio
Prezzo 209 euro
Ha una capacità di carico di 15kg
Consente lo sbalzo della colonna centrale
Una delle tre gambe è utilizzabile come monopiede assieme alla colonna
Ha la livella a bolla integrata, ma la testa va acquistata a parte
Ha i piedini in gomma intercambiabili con quelli in acciaio (forniti in dotazione)
Still Life e Macro in studio o all’aperto e anche con attrezzatura molto pesante. Sì all’escursionismo, ma solo se si è ben allenati. Può essere utilizzato come monopiede per facilitare la ripresa sportiva o la caccia fotografica
DESCRIZIONE PRODOTTO La serie GoPLUS TRAVEL si articola su quattro modelli di cui due costruiti in lega di alluminio e magnesio (come l’A-28) e due in fibra di carbonio con elementi in lega di magnesio. Questo treppiedi, che non è tra i più compatti e leggeri in circolazione, offre in compenso una capacità di carico di ben 15kg, dunque è adatto a sostenere il peso di mirrorless e reflex di taglia grande, anche equipaggiate con telezoom molto lunghi e pesanti. Dei modelli presi in esame, è anche l’unico che consente il basculaggio della colonna centrale, che può pure essere estratta e utilizzata come un versatile monopiede se unita a una delle tra gambe (si raggiunge l’altezza massima di 177cm). Le gambe, a quattro sezioni con fermi a vite, sono ribaltabili anche verso l’alto riducendo l’ingombro del treppiedi, da chiuso, a poco meno di 50cm. La dotazione di questo modello non comprende la testa, che va quindi acquistata a parte, ma sono inclusi i piedini in acciaio e il set di brugole per la manutenzione, oltre una comoda borsa a tracolla.
Benro Tortoise 35C
Materiale fibra di carbonio
Peso 1,8kg
Ingombro da chiuso 47cm
Altezza operativa (massima e minima) 155,5cm/19cm
Sezioni gambe 5
Tipo di chiusura a vite
Modalità monopiede no
Capacità di carico 15kg
Testa a sfera (GX35), doppia panoramica
Piastra a rilascio rapido n. d.
Accessori in dotazione sacca di trasporto, set di chiavi a brugola, piedini in acciaio
Prezzo 450 euro
Supporta fino a 15kg di peso
Ha una struttura solida e robusta
La testa a sfera ha funzione di doppia panoramica
Una delle tre gambe è utilizzabile come monopiede assieme alla colonna
Ha i piedini in gomma intercambiabili con quelli in acciaio (forniti in dotazione)
Riprese in studio, fotografia di architettura, naturalistica e sportiva anche con attrezzatura molto pesante. La testa con funzione di doppia panoramica è adatta anche per l’astrofotografia.
DESCRIZIONE PRODOTTO Il Benro Tortoise 3C mette la stabilità al primo posto: ce lo fa capire l’assenza della colonna centrale, ossia la parte del treppiedi più sensibile alle oscillazioni (soprattutto quando estesa al massimo, o se di sezione moderata). Eppure l’altezza massima che questo granitico treppiedi riesce a raggiungere è ragguardevole: la fotocamera arriva a 155,5cm di distanza dal suolo. Cinque le sezioni delle gambe, con quella più sottile comunque di grosso diametro a garanzia della massima stabilità; lo sblocco per l’apertura è a pressione e l’ampiezza del compasso regolabile liberamente o secondo tre posizioni predeterminate. Manca purtroppo la livella a bolla integrata nella crociera, come pure nella testa: quest’ultima, una GX35 a sfera, ha funzione di doppia panoramica (uno snodo alla base della testa, l’altro alla base della piastra) utilissima nella ripresa astrofotografica. I puntali in ferro, in dotazione, possono essere sostituiti a quelli in gomma per favorire l’utilizzo del treppiedi su terreni accidentati. Presente pure la tracolla e il set di chiavi per la manutenzione.