Immaginiamoci su Google Maps, davanti alla mappa digitale del Brasile. Possiamo zoomare sullo Stato del Mato Grosso do Sul, poi sul comune di Jardim, poi sulla riserva del Recanto Ecológico Rio da Prata. Poi niente più: il nostro viaggio virtuale – causa la limitata risoluzione delle immagini satellitari – si ferma qui, con il segnaposto piazzato in una macchia marrone che sembra non promettere niente di che. In quella macchia spoglia, invece, c’è un angolo di paradiso.
La vegetazione è rigogliosa, la natura prospera nelle acque cristalline del Rio Olho d’Água, un affluente del terzo fiume più pulito al mondo, il Rio da Prata. Il calcare fa da filtro naturale, le impurità si depositano sul fondale e l’acqua è straordinariamente limpida. I pesci abbondano, i predatori pure, si possono osservare caimani, anaconde, tapiri, capibara, giaguari e circa duecentoquaranta specie di uccelli.
Radici, rami e foglie cadono nell’acqua e si accumulano nelle zone a flusso lento, creando rifugi e fonti di nutrimento per gli animali, nonché splendidi scenari per gli appassionati di fotografia naturalistica.
Recanto Ecológico Rio da Prata: tutelare un angolo di paradiso
Va da sé che parliamo di una delle aree di ecoturismo più importanti del Brasile. Il Recanto Ecológico Rio da Prata è una Riserva Privata del Patrimonio Naturale riconosciuta ufficialmente dal Governo brasiliano, all’interno della quale si trova anche la Lagoa Misteriosa, una dolina carsica allagata che supera i 280 metri di profondità, un luogo unico al mondo.
Nella Riserva la pesca è proibita, il numero di visitatori è contingentato ed è vietato l’utilizzo di creme solari e repellenti per insetti prima di entrare in acqua, per preservare l’equilibrio biologico di un prezioso ecosistema.
Marcio Cabral incontra un caimano jacaré-coroa
Marcio Cabral e la sua attrezzatura fotografica viaggiano in questi territori da oltre quindici anni e il fotografo ha collezionato una magnifica serie di immagini che ritraggono la straordinaria ricchezza ecologica di un vero e proprio santuario nascosto. Il suo più recente “trofeo fotografico” è un jacaré-coroa (Paleosuchus trigonatus) fotografato sott’acqua, circondato da un banco di pesci curimba. Si tratta di un piccolo caimano lungo circa un metro e mezzo (caimano nano di Schneider in italiano), una specie endemica del Sud America. Lo vedete nella fotografia che apre questo articolo.
“Mentre esploravo le zone ombreggiate lungo la riva” – ci ha raccontato Marcio – mi sono imbattuto in un jacaré-coroa circondato da pesci curimba.
Ho atteso circa cinque minuti per ottenere le inquadrature migliori, finché l’animale non si è ritirato lentamente tra i rami. Fotografare questa specie sott’acqua è estremamente raro, poiché vive in aree amazzoniche dove l’acqua è solitamente torbida. Osservarlo in un fiume cristallino è stata quindi un’opportunità unica”.
“L’animale – ha proseguito Marcio – era nascosto in un’area molto ombreggiata e non era visibile nel mirino. La scarsa illuminazione ha rappresentato la principale difficoltà dal punto di vista fotografico ed è stato necessario aumentare la sensibilità ISO e bilanciare la luce naturale con quella di un flash per riprese subacquee per ottenere un risultato armonioso”.
Rispetto alle caratteristiche del soggetto ripreso Marcio ha aggiunto: “un dettaglio interessante consiste nella membrana nittitante ben visibile sull’occhio del caimano: una sorta di ‘occhiale da sub’ naturale che protegge, lubrifica e al tempo stesso consente una visione nitida sott’acqua”.
Con il suo ritratto ambientato del jacaré-coroa Marcio Cabral ha vinto la categoria Pure Nature/Water del concorso fotografico Our Nature Award 2025, oltre a ricevere una menzione speciale ai Siena International Photo Awards (SIPA).
Lo scatto premiato è nato mentre il fotografo cercava altre specie tipiche del fiume, come l’anaconda, il biguatinga (Anhinga anhinga) – un uccello acquatico noto in italiano come aninga americana o aninga comune, spesso chiamato anche “uccello serpente” per il suo lungo collo che emerge dall’acqua quando nuota – e il tapiro, che Marcio aveva già fotografato nel 2018.
Nel suggestivo portfolio delle immagini subacquee pubblicate in questo articolo compaiono tutte le specie appena citate, che spesso condividono lo spazio della composizione fotografica. Le anaconde scivolano sotto la superficie dell’acqua, accanto ai biguatinga che sfrecciano freneticamente a caccia di pesci, con un’agilità che giustifica il soprannome di “scheggia” o “dardo” (dart) con cui i Paesi anglosassoni sono soliti riferirsi alla specie, che più precisamente chiamano darter.
La velocità con cui il biguatinga può lanciarsi in spericolati inseguimenti, virate e impennate si deve al parziale inzuppamento delle sue penne, che riduce considerevolmente il galleggiamento, come accade ai “nostri” cormorani, con i quali condivide l’abitudine di sostare a lungo al sole, con le ali aperte.
Nella serie di scatti di Marcio Cabral i colori vivaci, i raggi del sole che si fanno strada sott’acqua e le specie inaspettate che si aggirano sotto la superficie – contornate da lucenti gruppi di piraputanga e altri pesci – scrivono un racconto visivo incantevole quanto didattico, che ci fa riassaporare il gusto, quasi dimenticato, della natura selvaggia che prospera indisturbata.
Il lavoro realizzato dal fotografo brasiliano mostra la forza comunicativa della fotografia naturalistica paziente e costante, quella che davvero sa cogliere e diffondere l’essenza di un habitat e tutte le sue meravigliose sfaccettature.
Un video di backstage girato durante le riprese subacquee di un esemplare di anaconda è visibile al seguente link: www.youtube.com.
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