“Al lupo, al lupo!” – gridava il giovane pastore. Chiamava così forte in cerca d’aiuto che tutto il paese lo udì. Ma nessuno rispose. Troppe volte era stato nominato il lupo invano, senza che ci fosse davvero. Eppure, quella volta, il lupo c’era.
Conosciamo tutti l’esito di questa iconica favola per ragazzi. Quando ero bambino, mia nonna me la raccontava per insegnarmi a dire sempre la verità. A dire il vero, io mi curavo della morale della storia, e non molto del lupo. Oggi, fortunatamente, non è più così. I lupi sono al centro della mia vita.
Favole come questa non sono rare nella letteratura occidentale. Cappuccetto Rosso, I tre Porcellini sono la testimonianza di quanto la figura del predatore, l’unico vero predatore europeo, abbia modellato la cultura della paura, influendo profondamente sul rapporto tra uomo e natura. Un tempo, in effetti, si usciva in natura non per hobby o per passione. Si saliva in montagna, ma non per fare trekking e arrampicata. Si sopravviveva, invece, raccogliendo le risorse naturali, e si era costretti a passare molto tempo in natura, anche controvoglia. Il bosco, le montagne, non dovevano essere luoghi amichevoli e ambiti: erano selve oscure, buie e misteriose, e portavano con loro il segreto dei lupi. In questo senso, la favola del giovane pastore che grida “Al lupo, al lupo!”, e finisce per essere predato, non deve essere molto distante dalla verità.
In un passato remoto, almeno due secoli fa, gli umani potevano essere vittime occasionali dei lupi in Italia. Prima della lunga persecuzione diretta dovuta alla rapida espansione delle attività antropiche, i lupi probabilmente temevano meno l’uomo. Di conseguenza, giovani pastori lasciati soli la notte sulle montagne erano facili prede per branchi di lupi. Sono da comprendere i nostri avi, per aver sterminato la popolazione italiana di lupi, spingendoli a sopravvivere solo lontano dagli umani. Per quasi cento anni, i lupi sono rimasti ombre del bosco, silenziosi, furtivi, in attesa.
In tempi recenti però qualcosa è cambiato. A seguito dell’introduzione della normativa di protezione della specie in Italia e in Europa, tra gli anni ’70 e ’80 del Novecento, i lupi sono cresciuti di numero, e sono tornati naturalmente ad abitare gran parte dell’antico areale di distribuzione. Non solo quindi montagne e foreste, ma anche colline, pianure, aree costiere e grandi città. In soli cinquant’anni, il lupo ha modificato il suo comportamento, temendo meno gli umani e adattandosi a nuove condizioni ambientali, in un mondo che cambia.
Trascorrendo molto tempo in natura, il lupo è stato da sempre un’attrazione magnetica per me. Dal primo incontro con un lupo, avvenuto all’ombra delle montagne degli Appennini, ho sempre sperato di rincontrare questi animali misteriosi e affascinanti.
Negli ultimi dieci anni, ho usato tutto il mio tempo libero per raccogliere il materiale del progetto “Storie di Lupi”. Con amici e colleghi, con cui condivido la passione per il lupo e l’esigenza di aumentare la consapevolezza su questa specie, lavoriamo ad una comunicazione attraverso prodotti editoriali e multimediali che uniscono scienza, emozioni, arte e narrativa in un approccio unico nel suo genere. In sintesi, Storie di Lupi è un progetto di comunicazione multidisciplinare che si pone l’obiettivo di facilitare la coesistenza tra lupi e umani nel nostro Paese: un’impresa difficile!
È più facile avere paura di ciò che non si conosce. Raccogliendo testimonianze in giro per l’Italia, ci siamo resi conto che molti aspetti della vita di questo predatore sono ancora sconosciuti dal grande pubblico. Abitudini, rapporto con l’uomo, storia e adattamento, sono aspetti cruciali da comprendere nel lungo processo della convivenza. Raccontare storie aiuta a far nascere empatia e partecipazione e, in quest’ottica, la fotografia naturalistica mi ha aiutato molto. Oggi, Storie di Lupi è anche un libro!
Se all’inizio di questo viaggio, cercavo solo lupi liberi e selvaggi, nascosti tra le montagne e nelle macchie più fitte, col tempo ho maturato un approccio fotografico nuovo e integrativo. Per raccontare i lupi nel delicato rapporto con gli umani, ho scelto di fotografare anche i retroscena di questa avventura: storie umane, animali in difficoltà, centri di recupero, conflitti e bracconaggio.
Quando per la prima volta ho visto un lupo ferito, tra le sbarre di una piccola gabbia di un centro di recupero per animali selvatici, ho provato emozioni contrastanti. Ero abituato a osservare quei lupi a distanza, attraverso le lenti del binocolo. Sono liberi, uniti nel branco, in spazi infiniti. Poi d’un tratto, incontrano l’uomo, e tutto cambia.
Anche se i lupi non lo sanno, ci sono molte persone che ogni giorno si impegnano a studiarli e proteggerli attraverso tante piccole azioni. In questo contesto, ad esempio, il monitoraggio e la ricerca scientifica sono cruciali per comprendere il comportamento e le abitudini dei lupi in contesti rurali e antropizzati, dove il conflitto con gli umani è più intenso.
D’altra parte, però, ho continuato a seguire le tracce dei lupi selvaggi. Da naturalista, sono sempre stato affascinato dal concetto di habitat ed ecosistema. L’interazione tra forme di vita e forme del paesaggio è uno spettacolo da ammirare. Le diverse sfumature dei colori, le comunità vegetali, la geomorfologia e l’orografia, cambiano costantemente da un luogo all’altro. E in qualche modo, i lupi sono tra gli animali che più interagiscono con l’ecosistema. Sono specie chiave, che muovono le prede e trasformano gli ecosistemi.
Nella ricerca delle immagini per il libro Storie di Lupi, sono passato dai lupi delle montagne degli Appennini, agli ambienti rurali di pianura, per poi arrivare alle Alpi, e infine riscendere al mare. Nel libro Storie di Lupi si racconta un lupo nuovo, moderno, in grado di vivere dalla cima delle montagne alle spiagge del Mar Mediterraneo. Si parla di lupi urbani, tornati a vivere all’interno di città come Roma, tra strade e palazzi. Con questo viaggio, scopriamo i lupi e la natura selvaggia, ma un po’ anche noi stessi.
Prima di gridare “Al lupo, al lupo!”, anche se il lupo c’è davvero, godiamoci il momento, consapevoli di star vivendo un incontro raro, che porta con sé tutto il fascino e l’autenticità della natura selvaggia.
Titolo Storie di Lupi
Fotografie di Gianluca Damiani
Testi di Gianluca Damiani e Sarah Droghei
Formato 26x24cm
Pagine 144 (libro fotografico) + 44 (romanzo illustrato) + 14 (opuscolo informativo opzionale)
Prezzo 35 euro
Lingua italiano
Editore Obiettivo Mediterraneo
Data pubblicazione 25 ottobre 2025
ISBN 9788894482720
Conoscere e fotografare i lupi nel loro habitat naturale
Il fotografo Edoardo Ciferri racconta caratteristiche...
Shark Preyed: gli squali nel piatto e nel beauty case… senza che ce ne accorgiamo
Su Amazon Prime Video il documentario...
“Mini Michael” tra bisonti, aquile e lupi nella foresta vergine della Polonia
Il giovane Michael Lovera racconta il...
Fotografare gli orsi selvatici nelle più suggestive foreste del mondo
Silvano Paiola racchiude più di dieci...






















