Milano
Dall’11 ottobre 2025 al 15 febbraio 2026
È in corso a Milano This Will Not End Well, la prima retrospettiva dedicata al lavoro di Nan Goldin come filmmaker.
Nel 2023 vi avevamo già parlato di questa esposizione itinerante, partita dal Moderna Museet di Stoccolma per poi spostarsi allo Stedelijk Museum di Amsterdam, a Berlino e presso gli spazi di Pirelli HangarBicocca di Milano, dove è allestita ora con il più grande corpus di slideshow mai presentato dall’autrice e un’installazione sonora appositamente commissionata. La mostra è strutturata come una sorta di villaggio, un gruppo di padiglioni, ciascuno dedicato a una specifica opera di Goldin.
Si parte da The Ballad of Sexual Dependency
Immancabile, naturalmente, The Ballad of Sexual Dependency (1981-2022). Si tratta della prima opera fotografica di Nan Goldin, che grazie alla sua magistrale indagine dell’esperienza umana è oggi una delle artiste di maggior rilievo nel panorama contemporaneo.
In The Ballad of Sexual Dependency Goldin documenta con ruvida tenerezza le esperienze di vita del suo gruppo di amici, creativi e bohémien a Provincetown, New York, Berlino e Londra a partire dagli anni ’70 e ’80 fino ai giorni nostri.
Scatti che catturano istanti di intimità, sessualità, quotidianità e feste sfrenate, mettono in luce il conflitto tra autonomia e dipendenza che ha caratterizzato la generazione alla quale appartiene la stessa fotografa, sperimentatrice di stili di vita alternativi ed estranei alle norme imposte dalla società.
Era più o meno il 1980 quando Goldin ha iniziato a presentare i suoi slideshow in diversi club e spazi pubblici di New York, nei cinema underground e nei festival cinematografici europei. In ciascuna di queste occasioni, l’artista ha aggiornato e rieditato The Ballad of Sexual Dependency, utilizzando proiettori di diapositive azionati direttamente da lei, accompagnando le immagini con una eclettica colonna sonora di sottofondo. Negli ultimi quarant’anni, Goldin ha prodotto una decina di slideshow, che spaziano da ritratti di amici a racconti di eventi familiari traumatici. Col tempo, ha aggiunto alle sue opere altri elementi quali immagini in movimento, voci e materiali d’archivio.
La mostra include The Other Side (1992-2021), ritratto storico, omaggio alle amiche e agli amici trans attraverso scatti intimi e privati realizzati tra il 1972 e il 2010; Sisters, Saints, Sibyls (2004-2022), testimonianza sul trauma familiare e sul suicidio; Fire Leap (2010-2022), incursione nel mondo dell’infanzia; Memory Lost (2019-2021), trip claustrofobico nell’astinenza da sostanze stupefacenti e Sirens (2019-2020), viaggio nell’estasi della droga.
Le novità della mostra This Will Not End Well
Esposti per la prima volta in Europa in un contesto museale anche i due più recenti slideshow You Never Did Anything Wrong (2024) – il primo lavoro astratto di Goldin, meditazione poetica sulla vita, la morte e i cicli naturali che collegano tutti gli esseri viventi – e Stendhal Syndrome (2024), che si basa su sei miti tratti dalle “Metamorfosi” di Ovidio che prendono vita attraverso i ritratti delle amiche e degli amici di Goldin in un dialogo visivo attraverso il tempo, e in cui l’esperienza personale dell’artista si intreccia con i suoi scatti di dipinti e sculture provenienti da musei di tutto il mondo.
Un’altra novità della tappa milanese della mostra This Will Not End Well consiste nell’installazione sonora del duo Soundwalk Collective, Bleeding (2025), concepita in stretta collaborazione con l’artista. Come una sorta di preludio, l’opera guida i visitatori verso il simbolico villaggio di slideshow di Goldin.
La composizione trae origine dalle registrazioni ambientali raccolte on-site durante le precedenti edizioni della mostra di Goldin a Stoccolma, Amsterdam e Berlino. Ricomposti continuamente tramite uno strumento personalizzato sospeso a mezz’aria nello spazio espositivo, questi frammenti sonori vengono trasformati in tonalità mutevoli che saturano l’architettura, generando una traccia poetica di residui spettrali.
Il titolo della mostra This Will Not End Well (Non andrà a finire bene), che potrebbe suonare cupo, è invece carico di un’ironia benevola, ed esprime con forza la caratteristica, incrollabile joie de vivre di Nan Goldin.
L’esposizione è organizzata dal Moderna Museet, Stoccolma, in collaborazione con Pirelli HangarBicocca, Milano, Stedelijk Museum Amsterdam, Neue Nationalgalerie, Berlino, e Grand Palais Rmn, Parigi. La mostra in Pirelli HangarBicocca è curata da Roberta Tenconi con Lucia Aspesi.
Nan Goldin. This Will Not End Well
- A cura di Roberta Tenconi e Lucia Aspesi
- Pirelli Hangar Bicocca, via Chiese, 2 – Milano
- dall’11 ottobre 2025 al 15 febbraio 2026
- gio-dom 10.30-20.30
- ingresso gratuito
- pirellihangarbicocca.org
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