Una casa racconta molto delle persone che la abitano, una camera da letto ancora di più.
La camera da letto è il contenitore per eccellenza di emozioni e relazioni, lo spazio sicuro in cui lasciar fluire pensieri e lacrime, il nido in cui trovare il ristoro, la tregua, o la passione più ardente.
Ci sono camere da letto intrise della personalità di chi le vive, con le pareti ricoperte di oggetti e simboli; ce ne sono altre che le pareti neanche ce le hanno.
Per sette anni la fotografa americana Barbara Peacock è entrata nelle stanze da letto dei suoi connazionali per scattare le toccanti e spesso eccentriche fotografie poi confluite nel libro American Bedroom, ciascuna affiancata da una frase redatta dai soggetti stessi. Il volume comprende novanta scatti ed è stato pubblicato nel 2023 dalla casa editrice tedesca Kehrer.
In un viaggio che ha attraversato tutti i cinquanta stati degli Stati Uniti d’America la fotografa ha condiviso chiacchiere, caffè, momenti di gioia e di sofferenza e ha realizzato un eccezionale compendio visivo di etnie, ideologie, stili di vita e religioni cucendone le storie con un fil rouge originale e potente: la camera da letto, da intendersi nell’accezione più ampia che possiamo immaginare.
Emerge che le camere da letto, che possono viaggiare su quattro ruote o ridursi a un’amaca appesa tra due alberi, non solo sono in grado di raccontare la sfera intima delle persone, ma possono mettere insieme un genuino puzzle della società contemporanea di cui quelle persone fanno parte.
Per la valenza documentaria di American Bedroom e per la forza delle fotografie che compongono la serie, una selezione di scatti è stata esposta in occasione della sesta edizione dell’IMP (International Month of Photojournalism) a Padova, dal 16 maggio al 15 giugno 2025.
Abbiamo posto qualche domanda all’autrice di questo intenso lavoro fotografico.
Perché la camera da letto?
Ci sono diversi motivi. Una mattina ho guardato mio marito [in camera da letto, n.d.r.], ho visto la bellezza in una scena contemporanea e ho capito che quella scena poteva essere una dichiarazione di come viviamo nel nostro spazio più privato e personale.
La camera da letto ha un significato diverso per ognuno di noi e in quel momento ho immaginato un vero e proprio studio antropologico della natura umana. Mi è sembrato anche il luogo perfetto per fotografare qualcuno, perché tra quattro mura, nella maggior parte dei casi, avrei potuto sfruttare una precisa direzione della luce e ritrarre una o più persone in un ambiente che, insieme alle parole da loro scelte per la citazione da inserire nel libro, avrebbe raccontato la loro storia. Sembrava uno scenario perfetto da fotografare e dal quale trarre un progetto.
In quante camere da letto è entrata la tua fotocamera?
Circa quattrocento.
Come hai scelto e convinto i soggetti ad accoglierti nella loro sfera più privata?
Non ho cercato di convincere i soggetti, né di fare pressione. Proponevo alle persone di scattare una foto per il mio progetto, ma volevo che tutto fosse molto spontaneo. Così, una volta che accettavano di essere ritratte, parlavo con loro. Lasciavo che ciascuno mi raccontasse i suoi sogni, le sue aspirazioni, le sue difficoltà, le sue tragedie e i suoi trionfi. Mentre fotografavo, il soggetto mi rivelava sé stesso e la sua vita.
Hai cercato di essere invisibile mentre scattavi, o hai interagito con i soggetti?
Dopo aver scambiato due chiacchiere mostravo loro dei dipinti sul mio telefono, in modo da avere uno spunto da prendere come esempio. Era il punto di partenza, dopodiché i soggetti cominciavano a sentirsi a proprio agio e proseguivamo sperimentando cose diverse. Ho sempre lasciato che fossero le persone fotografate a scegliere come essere fotografate e ho sempre mantenuto un dialogo amichevole durante le riprese.
Recentemente ho avuto l’opportunità di vedere la mostra 44 Irving Street di Susan Meiselas. American Bedroom mi ha fatto ripensare a quel lavoro. Anche tu hai avuto la possibilità di mostrare le foto ai tuoi soggetti e di ottenere da loro un commento sul modo in cui si percepivano negli scatti.
Si tratta di un bellissimo progetto e io sono un grande fan di tutti i lavori di Susan Meiselas. Molti dei miei soggetti hanno visto le fotografie dato che invio sempre una serie di scatti dopo il servizio e offro loro la possibilità di sceglierne uno per la stampa.
Molti hanno acquistato il libro, ma di fatto non ho richiesto né ricevuto feedback sul modo in cui si vedessero nelle immagini. C’era e c’è un enorme grado di fiducia nel progetto e in me, quindi credo che la gente si sia semplicemente fidata dell’intero processo e che abbia apprezzato la possibilità di sentirsi a proprio agio.
Cosa puoi dirci delle camere da letto più stravaganti d’America?
Ho cercato di scattare in alcune case stravaganti sia ad Atlanta che a Huston. Volevo disperatamente una donna vestita per l’opera o per il balletto, in una bella camera da letto con lampadari, ma nessuna delle persone che ho contattato ha accettato. Non avevo un produttore o un aiuto per trovare i soggetti, ho fatto tutto da me. Ciononostante, sono capitata in case bellissime, tra le quali una alle Hawaii e una proprio a ridosso dell’oceano a Eastport, nel Maine. Ricorso una splendida Brownstone [casa tradizionale a più piani con facciate in arenaria scura, n.d.r.] a Park Sloop, Brooklyn, oltre a una casa di fine secolo ristrutturata a Portland, di nuovo nel Maine, una enorme ad Atlanta con una camera da letto per bambini completamente rosa e un’altra casa in stile Frank Loyd Wright, piena di arte. Molte delle camere da letto di queste case ricche e belle hanno un aspetto incantevole, ma potrebbero non sembrare poi così lussuose a un occhio inesperto.
Puoi raccontarci qualche storia che ti ha particolarmente colpita?
Sono state tante le avventure incredibili che ho vissuto durante i miei sette anni di viaggio attraverso il Paese. Ho conosciuto persone bellissime e straordinarie in ogni angolo degli Stati Uniti. Naturalmente, ci sono alcuni ricordi che rimarranno più impressi e che conserverò per sempre. Tra questi ci sono Becky e Dave. Per alcuni anni avevo cercato una donna che avesse lunghi capelli grigi o bianchi e che fosse incredibilmente sicura di sé, così da essere fisicamente e spiritualmente a suo agio. Ne avevo incontrate alcune lungo la strada, ma nessuna voleva farsi fotografare. Ero a Santa Fe ed era il mio ultimo giorno dopo un lungo viaggio iniziato a San Diego. Ho preso l’ultimo giorno come giorno libero ed ero al mercato agricolo quando ho incontrato Becky.
Ho comprato delle erbe da lei e quando si è girata ho visto i suoi capelli raccolti in una coda di cavallo che le arrivava fino alla vita. Le ho mostrato il mockup di American Bedroom e quando le ho chiesto se fosse interessata, sorprendentemente, ha detto di sì. Suo marito era proprio lì con lei, mi hanno detto che la loro casa era a circa quaranta minuti di viaggio su una strada dissestata.
In giorno in cui avevo deciso di noleggiare un’auto erano disponibili solo furgoni, e a quel punto l’inconveniente si è trasformato in un enorme vantaggio. Al mio arrivo sono stata accolta nella fattoria che Becky e Dave avevano gestito per tutta la vita e li ho seguiti verso il letto a soppalco dove dormivano. Sono stata sulla scala per tutto il tempo delle riprese e quando sono saliti ho chiesto loro in che condizioni fossero soliti dormire. Dopo aver risposto che dormivano nudi si sono tolti tutti i vestiti mentre guardavano fuori dalla finestra; lui si appoggiava su di lei e giocava con i suoi capelli, erano molto affettuosi, e guardarli era bellissimo.
Alla fine, si sono sdraiati e quando si sono girati l’uno verso l’altra abbracciandosi teneramente, ho sentito che avevo fotografato qualcosa di bello. Tornata a casa, ho aspettato di ricevere la loro citazione per circa un mese. Sapevo che controllavano la posta elettronica solo una volta alla settimana, quindi ho aspettato pazientemente, finché non ho ricevuto una mail con una frase che non avrebbe potuto essere più perfetta: ‘Abbiamo sentito il peso della responsabilità per i nostri figli per decenni. Ora che siamo soli, il nostro nido vuoto ha risvegliato la gioia della libertà che avevamo da giovani’. È stato un onore straordinario essere testimone di un amore che dura da decenni e che attesta una tale devozione reciproca. È l’amore che tutti sognano.
Sul sito ufficiale americanbedroomseries.com sono disponibili le ultime copie del libro firmate dall’autrice, al costo di 250 dollari.
Lo stesso sito ospita le gallerie complete delle immagini di American Bedroom.

Bio e contatti
Barbara Peacock è una fotografa americana che vive a Portland, nel Maine. Ha studiato Belle Arti alla Boston University School of Fine Arts e Fotografia e Cinematografia alla School for the Museum of Fine Arts/Tufts University. Ha iniziato la sua carriera come fotografa di strada e, gradualmente, è diventata una fotografa di lifestyle per incarichi commerciali e per Getty Images.
Ha lavorato per brand come Arm & Hammer, Coca-Cola, Disney, Toyota, Volkswagen e Nickelodeon.
Tra i suoi progetti a lungo termine c’è “Hometown – 1982-2015”, un lavoro trentennale sulla piccola città in cui è cresciuta e dove ha continuato a vivere da adulta.
Nel 2010 Barbara ha fondato l’organizzazione no profit “The Nightingale Project”, il cui scopo è insegnare l’arte e la fotografia ai bambini bisognosi. Il programma è itinerante e coinvolge sia adulti che ragazzi adolescenti.
americanbedroomseries.com

Titolo American Bedroom
Fotografie di Barbara Peacock
Formato 31,5x23cm
Pagine 208
Prezzo 48 euro
Lingua inglese
Editore Kehrer Verlag
Data pubblicazione 21 dicembre 2023
ISBN 978-3969001295