Tim Walker, tra i fotografi di moda più apprezzati del momento, ha firmato un progetto speciale per conto di uno dei più importanti musei di moda e arti applicate del mondo. Il risultato è un’ode al lavoro collettivo.
Il fenomeno degli influencer ha determinato dei cambiamenti nel mondo della moda. O forse è solo uno dei sintomi di un passaggio da un modo di concepire la moda a un altro. Sta di fatto che per varie ragioni si tratta di un fenomeno che viene dal basso: i modelli e le modelle che si mettono in posa per Instagram o TikTok non sono professionisti e molti guadagnano poco se non nulla; inoltre la sartoria che promuovono è la fast fashion, cioè vestiti economici spesso di bassa qualità che vengono indossati poche volte senza nemmeno sapere chi li ha disegnati e da chi sono stati confezionati. Per non parlare del fatto che gli influencer scattano le immagini e girano i video in proprio, per cui possono fare a meno dei fotografi specializzati.
Fashion Photography: professioni a rischio
Si potrebbe accogliere con entusiasmo questo fenomeno di autoproduzione dei servizi di moda, però va anche riconosciuto che una delle sue conseguenze è il ridimensionamento di alcune professionalità che talvolta diventano delle autentiche forme d’arte che è proprio la fotografia a valorizzare. Si tratta, oltre che di quello degli stilisti, del lavoro dei truccatori, dei parrucchieri, degli scenografi dei set di posa, dei tecnici delle luci. Al loro fianco ci sono poi altri professionisti che, nonostante non possano essere definiti precisamente dei creativi, contribuiscono a fare funzionare l’ingranaggio.
Per esempio chi posa davanti all’obiettivo, l’agenzia che lo rappresenta, chi conduce i casting per trovare il volto più adatto a quella campagna promozionale o a quel servizio editoriale. Una galassia di persone e competenze che è stata (parzialmente) documentata nella serie di video che hanno accompagnato la mostra dell’inglese Tim Walker al Victoria & Albert Museum di Londra, esposizione ora riproposta dal J. Paul Getty Museum di Los Angeles.
La nascita di Wonderful Things
Si tratta di una piccola personale nata con lo scopo di celebrare la vasta collezione di opere d’arte e tessuti del V&A, la cui edizione americana è stata arricchita dagli scatti dedicati a due dipinti presenti nel museo d’oltreoceano. Si intitola Wonderful Things e pur consistendo di poche immagini è un progetto in cui convergono – direttamente o indirettamente – le opere di artisti celebri e i contributi di coloro che spesso agiscono nell’ombra. Come appunto i truccatori, i parrucchieri o i sarti.
Tim Walker: moda a tempo pieno
Tim Walker, classe 1970, vive e lavora a Londra. Il suo interesse per la fotografia di moda è emerso quando era ventenne e si è ben presto trasformato in un lavoro a tempo pieno, tra l’altro subito coronato dal successo. Basta pensare che a metà anni Novanta Walker ha soggiornato a New York per fare da assistente a Richard Avedon; dopodiché ha firmato servizi per testate quali Vogue (inclusa l’edizione italiana), Vanity Fair e i-D. Con Wonderful Things, invece, ha accolto l’invito di due importanti istituzioni culturali a reinterpretarne le collezioni. Sicuramente è il capitolo dedicato al V&A quello più sostanzioso e interessante, dato che la ricerca iniziale è partita da lì ed è stato il museo londinese a pubblicare il libro che raccoglie tutte le immagini.
Alcuni scatti in mostra
Uno degli scatti principali è il ritratto dell’attrice Tilda Swinton intitolato Why Not Be Oneself?, in cui la protagonista di Orlando interpreta una sua parente alla lontana, la poetessa Edith Sitwell, celebre tanto per i suoi versi quanto per i suoi look eccentrici. La foto è stata ispirata da un ritratto della donna di lettere realizzato nel 1962 da Cecil Beaton, un autore fondamentale nella carriera di Walker, che in gioventù ha lavorato proprio al suo archivio presso l’editore Condé Nast.
In Handle with Care, invece, Walker ha trasformato tre modelle in manichini per celebrare non solo un abito firmato da Alexander McQueen, ma anche coloro che ne garantiscono la corretta conservazione e valorizzazione all’interno del museo, che è uno dei maggiori luoghi di pellegrinaggio per tutti gli studiosi di storia della moda. L’immagine mette in evidenza quanto lavoro anonimo stia alle spalle dei vestiti o delle opere d’arte che stanno sempre sotto ai riflettori, e lo fa spostando in secondo piano le modelle, cioè coloro i cui gesti ed espressioni sono solitamente al centro delle attenzioni dei fotografi. Wonderful Things è dunque un progetto su commissione che gioca molto con i rimandi e le citazioni senza scadere nell’autoreferenzialità ma, anzi, riuscendo a mostrare con poche opere quale sforzo collettivo sia necessario per la produzione e la trasmissione della cultura.
Il libro Tim Walker: Wonderful Things
Titolo Tim Walker: Wonderful Things
Formato 21,5x27cm
Immagini 100
Pagine 192
Lingua inglese
Prezzo 42 euro
Editore Victoria & Albert Publications
La mostra Tim Walker: Wonderful Things
- J. Paul Getty Museum, 1200 Getty Center Dr – Los Angeles (Stati Uniti)
- dal 2 maggio al 20 agosto 2023
- martedì-venerdì e domenica, 10-17.30; sabato, 10-20
- ingresso gratuito, su prenotazione
- www.getty.edu