Il nuovo Sony FE 50mm f/1.4 GM si candida a ottica fissa standard per le mirrorless full frame Alfa, ma il prezzo, 1.700 euro, non è popolare. Certo è un G Master, la famiglia di obiettivi con prestazioni superiori inaugurata da Sony nel 2016. Scopriamo con la nostra recensione se ne mantiene il DNA.
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Lo smarcamento di Sony dal partner Zeiss prosegue. Avevamo individuato da subito questa intenzione quando venne inaugurata la serie G Master, nell’ormai lontano 2016. Oggi, considerata l’evidente latitanza del Costruttore tedesco nel settore delle ottiche intercambiabili, la scelta di produrre in proprio ottiche di fascia alta acquisisce ancora più senso. In questi anni gli obiettivi G Master si sono fatti apprezzare, al pari della reattività di Sony nel perfezionare le proprie proposte: alcuni obiettivi GM di prima generazione, infatti, sono stati recentemente aggiornati, con chiari progressi sul fronte della meccanica, dell’ergonomia e ovviamente dell’ottica. Citiamo ad esempio gli zoom FE 70-200mm f/2.8 GM OSS II e FE 24-70mm f/2.8 GM II.
L’obiettivo in prova, invece, è un “inedito” nella famiglia GM pur costituendo un classico per eccellenza. Il G Master FE 50mm f/1.4 rimpiazza il normale Planar T* 50mm f/1.4, firmato Zeiss, obiettivo curiosamente lanciato qualche mese dopo la nascita del sistema G Master e comunque ultimo dei contributi Zeiss per il sistema Sony Alfa mirrorless full frame.
Sony FE 50mm f/1.4 GM: un paio di considerazioni sul prezzo
Il nuovo 50mm f/1.4 costa 1.700€, 100 in meno rispetto allo Zeiss: una cifra comunque considerevole tenendo conto della focale relativamente “facile” da progettare, e della luminosità, elevata sì, ma non eccezionale. Sempre nella famiglia GM, infatti, troviamo un vero normale superluminoso, il 50mm f/1.2, che costa 2.300 euro: come sa chi ci segue, quando si gioca nel campo delle grandi aperture relative, mezzo stop in più può avere un impatto notevole, soprattutto sul prezzo; tanto che, per assurdo, il 50mm f/1.2 appare quasi conveniente… Un paio di esempi, utili a comprendere la quotazione piuttosto elevata del nuovo 50mm f/1.4. Il primo è un concorrente diretto, il Sigma 50mm f/1.4 DG DN Art, che costa 750 euro in meno. Il secondo è il Sony G Master 35mm f/1.4, che ha una focale teoricamente più complessa da progettare rispetto al 50mm, eppure costa come il nuovo 50mm G Master, ossia 1.700 euro. Va detto, però, che questa nuova proposta Sony arriva dopo i sensibili aumenti che hanno riguardato ogni comparto dell’economia.
Le caratteristiche tecniche
Come molte ottiche recenti di questa categoria, il Sony GM 50mm f/1.4 non punta sulla compattezza assoluta: abbiamo misurato un diametro massimo di circa 81mm e una lunghezza approssimativa di 96mm; il peso è di 516 grammi (escluso il bel paraluce con pulsante di blocco e bordo gommato, che fissa l’ago della bilancia a 52g). Fermo restando che il nuovo 50mm GM è più leggero del 35% rispetto allo Zeiss, sono ormai lontani i tempi in cui un 50mm f/1.4 era grande come un bel mandarino! Gli schemi ottici si sono evoluti e, nel caso delle ottiche standard, abbiamo assistito nel tempo a una vera e propria lievitazione, volta a ottenere prestazioni più elevate in termini di uniformità di resa anche alle maggiori aperture e di planarità di campo alle brevi distanze. In altri settori, vedi i teleobiettivi superluminosi, i tecnici Sony sono riusciti negli ultimi anni a ridurre nettamente dimensioni e peso.
Ciò nonostante, per tornare brevemente al confronto con il Sigma 50mm f/1.4 DG DN Art, il Sony è nettamente più compatto e leggero: quindi, sebbene non tascabile in assoluto, il GM 50mm f/1.4 è relativamente piccolo.
L’ergonomia del nuovo G Master 50mm f/1.4
A dirla tutta, le dimensioni generose dell’ottica facilitano il controllo dei diversi pulsanti e selettori presenti sul barilotto. Questo, rivestito in materiale sintetico ma protetto verso polvere e umidità, ha due pulsanti personalizzabili (uno sulla sommità, l’altro sul fianco sinistro), un selettore AF-MF, e un anello dei diaframmi con passi scanditi ogni 1/3EV. A quest’ultimo sono correlati altri due cursori, uno che lo blocca sulla posizione A o che ne impedisce il posizionamento su A, l’altro che disattiva i click per renderne lo scorrimento silenzioso. Quest’ultimo scopo, però, non è raggiunto pienamente: forse per via dei materiali scelti per impedire l’infiltrazione di polvere e umidità, la ghiera dei diaframmi non ruota nel silenzio che ci si aspetterebbe, ma emette un percettibile fruscio. I videomaker ne tengano conto.
Nella parte frontale dell’ottica troviamo una fluida ghiera di messa a fuoco che agisce sulle lenti tramite gli stessi motori XD che azionano l’autofocus. La risposta della ghiera del fuoco è lineare, quindi non varia in funzione della velocità di rotazione, e porta da un estremo all’altro con un arco di circa 160°.
Autofocus e massimo ingrandimento
Il nuovo G Master FE 50mm f/1.4 sfrutta in modo davvero notevole i due motori lineari XD, sfoggiando una velocità da ottica sportiva. È un extra che pochi pretendono in un obiettivo standard, ma che non guasta affatto. La messa a fuoco, di tipo interno, è precisissima, testata con una Alfa 7R Mark IV, un dettaglio non da poco considerata l’esigua profondità di campo che si ottiene a tutta apertura, tanto più se alle brevi distanze. Solo in studio, con la ridotta luminosità offerta dalle lampade pilota dei lampeggiatori, abbiamo riscontrato qualche incertezza.
Da notare che in autofocus la minima distanza di messa a fuoco è di 41cm contro i 38cm raggiungibili in MF, modalità con cui si raggiunge quindi il massimo rapporto di ingrandimento, pari a 1:5,5.
Sony FE 50mm f/1.4 G Master: la nitidezza
Passando all’analisi delle prestazioni, il Sony FE 50mm f/1.4 ha una nitidezza ottima al centro anche a tutta apertura, e l’incremento concesso dalla chiusura del diaframma è modesto o non determinante. Al contrario, ai bordi estremi la resa è buona ma non eccezionale a f/1.4, lasciando un po’ impastati i dettagli più fini e mostrando aberrazioni cromatiche laterali percettibili, però, solo a forti ingrandimenti. Si notino, a tal proposito, le frange blu e gialle nei passaggi ad alto contrasto nel dettaglio a f/1,4 (parabola, persiana…). Già a f/2,8 la nitidezza aumenta notevolmente, ma è a f/5,6 che l’ottica dà il meglio, con una resa finalmente eccellente su tutto il fotogramma. Per i paesaggisti, è il valore da usare senza tentennamenti.
La nitidezza ai bordi
Le aberrazioni cromatiche assiali del Sony FE 50mm f/1.4 G Master
Le aberrazioni cromatiche assiali sono percettibili alle maggiori aperture: è un difetto che solo le ottiche cosiddette apocromatiche contengono al minimo. I dettagli sulle corde della chitarra mostrano bordi tendenti al verde sui piani posteriori a quello con massima nitidezza, e al magenta su quelli anteriori. Purtroppo non è un difetto correggibile automaticamente via software, a differenza delle aberrazioni cromatiche laterali, ma il suo impatto si riduce fortemente chiudendo il diaframma. Si noti, nelle immagini intere, la piacevolezza dello sfocato ai vari diaframmi.
Sony FE 50mm f/1.4 G Master: attenzione al controluce
Nonostante l’impiego di uno strato antiriflesso accreditato della massima efficacia, denominato Nano AR Coating II da Sony, il controluce va affrontato con attenzione: in presenza di forte differenziale esposimetrico, la luce non intercettata dal pur voluminoso paraluce genera un flare diffuso e immagini fantasma variabili a seconda del diaframma impostato. La sequenza mostra il fenomeno a tutta apertura, a F2,8, a F5,6 e con la lente frontale schermata.
Il bokeh del G Master convince
Il bokeh del Sony FE 50mm f/1.4 GM è forse uno degli aspetti più affascinanti rilevati: se escludiamo il fenomeno degli “occhi di gatto”, visibile ai bordi dell’immagine intera di riferimento, e che peraltro sparisce chiudendo il diaframma, apprezziamo la plasticità dello sfocato almeno fino a f/2,8. In realtà il bokeh resta gradevolissimo anche ai diaframmi medi, ma i più attenti rileveranno i cosiddetti “anelli di cipolla”, cioè i cerchi concentrici presenti nei punti sfocati da f/4 in poi, da attribuire a micrometriche irregolarità della superficie asferica di alcune lenti, un fenomeno che gli elementi XA (eXtreme Aspherical) impiegati da Sony anche in questo normale G Master riducono in gran parte.
Sony FE 50mm f/1.4 G Master: distorsione e caduta di luce ai bordi
La distorsione del Sony FE 50mm f/1.4 G Master è otticamente rilevante e conformata a cuscinetto. D’altra parte Sony fa molto affidamento sulla correzione digitale delle aberrazioni, distorsione inclusa. Per quanto percettibile, non è di elevata entità, quindi l’intervento del software, incluso quello della fotocamera che genera il JPG, non è distruttivo.
La caduta di luce ai bordi del 50mm è piuttosto evidente a tutta apertura, come è lecito aspettarsi da un’ottica di elevata apertura relativa. Purtroppo, però, resta percettibile anche a f/2, divenendo irrilevante solo a partire da f/4. Ancor più che per la distorsione vale il ricorso alla correzione digitale, eseguibile anche in post-produzione senza innescare rumore rilevante nelle aree rischiarate.
Il focus breathing
Tutte le ottiche moderne vengono ormai progettate con un occhio di riguardo per i videomaker, sempre più attratti dalle mirrorless anche per lavori di grande importanza. Tra le caratteristiche che un obiettivo “per il video” deve avere c’è senz’altro un ridotto “respiro“, ossia una contenuta variazione dell’angolo di campo connessa alla distanza di messa a fuoco. Il Sony 50mm G Master mostra un modesto focus breathing, lasciando quindi un leggero lavoro residuale al software di elaborazione, cui possono ricorrere i videomaker più pignoli.
Il verdetto
Il nuovo Sony FE 50mm f/1.4 G Master ha mostrato più luci che ombre. La meccanica è in linea con la recente produzione della Casa arancio, quindi molto attenta all’ergonomia e alla personalizzazione dei comandi. Solo l’anello dei diaframmi, con il suo sommesso fruscio, appare perfettibile.
Dal punto di vista ottico, a una resa in asse sempre brillante fa da contraltare una nitidezza non eccellente ai bordi estremi a f/1,4, peraltro caratterizzati da una visibile caduta di luce ai bordi alla medesima apertura. I paesaggisti (ossia chi cerca la massima uniformità di resa sul fotogramma) possono contare comunque su una nitidezza davvero ottima già a f/4-f/5,6. Il close-up può soffrire, su determinati soggetti, della aberrazioni cromatiche assiali non contenute integralmente, ma d’altro canto beneficia di un bokeh molto piacevole che resta plastico anche ai diaframmi medi, dove le aberrazioni assiali svaniscono.
Nel complesso, conoscendone tutte le caratteristiche, si rivela un classico moderno di ottima qualità, pronto alla fotografia più ragionata quanto al reportage più dinamico, anche in condizioni di scarsa luce ambiente. Il prezzo appare elevato.
Sony FE 50mm f/1,4 G Master: Pro e Contro
- Relativamente compatto e leggero
- Ergonomia valida, con pulsanti personalizzabili
- Struttura tropicalizzata
- Autofocus rapidissimo
- Ghiera del fuoco con risposta lineare
- Nitidezza ottima al centro, anche a tutta apertura
- Bokeh molto plastico e gradevole
- Focus breathing contenuto
- Resa ai bordi estremi a f/1,4
- Moderate aberrazioni cromatiche assiali
- Lieve debolezza in controluce
- Caduta di luce ai bordi a tutta apertura
- Prezzo elevato
Scheda tecnica Sony FE 50mm f/1.4 G Master
- Prezzo 1.700 euro
- Importatore Sony Italia
- Apertura massima f/1,4
- Apertura minima f/16
- Schema ottico 14 lenti in 11 gruppi
- Angolo di campo (full frame) 47°
- Angolo di campo (APS-C) 32°
- Minima distanza di messa a fuoco 0,38m (0,41m in AF)
- Ingrandimento massimo 1:5,5
- Lamelle del diaframma 11
- Diametro filtri 67mm
- Paraluce in dotazione, a baionetta e pulsante di sblocco
- Dimensioni diametro 80,6mm, lunghezza 96mm
- Peso 516g
- Innesti disponibili Sony E
La galleria










Cliccando sul pulsante qui sopra è possibile scaricare la cartella (attenzione, pesa circa 281MB) contenente i RAW convertiti in JPG alla massima risoluzione (61 megapixel). Alle immagini non sono state applicate correzioni digitali relative alle aberrazioni ottiche, mentre sono stati eseguiti minimi interventi sull’esposizione.

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