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Home TEST ACCESSORI

Test EIZO ColorEdge CG2700S

Simone Moda di Simone Moda
23 Ottobre 2022
in ACCESSORI
Test EIZO ColorEdge CG2700S
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Uniformità di resa, fedeltà cromatica, ampiezza del gamut, corretto bilanciamento del bianco: EIZO mette sulla scrivania un monitor che eccelle su ogni fronte. Il prezzo del nuovo ColorEdge CG2700S, però, è impegnativo.

Gli oltre 2.300 euro necessari ad aggiudicarsi il nuovissimo EIZO CG ColorEdge 2700S restringono la fascia di potenziali acquirenti a fotografi e videomaker di professione, esperti di arti grafiche o ad amatori evoluti, in ogni caso a utenti che hanno ben chiara l’importanza di un monitor preciso e affidabile nel flusso di lavoro. Come vedremo, fortunatamente, EIZO offre anche alternative più economiche. Ma per il momento concentriamoci sulle prestazioni del nuovo monitor che sfoggia un pannello IPS Wide Gamut da 27 pollici di diagonale con risoluzione 2,5K.

Il monitor EIZO ColorEdge CG2700S fotografato con orientamento orizzontale alla minima estensione.
Il monitor EIZO ColorEdge CG2700S in orientamento orizzontale alla massima estensione.
Il monitor EIZO ColorEdge CG2700S ruotato in verticale.
I comandi a sfioramento posizionati in basso a destra nella cornice (solo quello di accensione è un tasto fisico).

EIZO CG ColorEdge 2700S sulla scrivania

Non c’è da rimanere delusi di fronte alle geometrie rigorose e alle linee squadrate del ColorEdge 2700S, d’altro canto siamo di fronte a un monitor da lavoro e non a un oggetto da arredamento. La cornice che corre lungo il perimetro del pannello, ad esempio, ha bordi parecchio generosi per assicurarne il perfetto allineamento e, quindi, una maggiore uniformità di luminanza e contrasto; riduce, pure, i fastidiosi riflessi che solitamente colpiscono le zone periferiche dei monitor con cornici ultrasottili. La plastica nera opaca con cui è costruita la “gabbia” dello schermo TFT è anch’essa studiata per assorbire – e non riflettere – la luce ambiente: su tre dei quattro lati dello chassis, per giunta, è prevista una banda magnetica per fissare la palpebra antiriflesso inclusa tra gli accessori. Quest’ultima non è realizzata in metallo e velluto come quelle per i modelli di fascia ancora più alta, ma in plastica e TNT ad alto assorbimento, ed è in corpo unico anziché composta da più parti assemblabili; non prevede la fessura per il passaggio del colorimetro esterno, ma nel complesso il sistema di fissaggio magnetico è più pratico di quello a incastro di altissima gamma. Ciò detto, chi utilizza il ColorEdge 2700S non dovrebbe avere bisogno di una sonda di calibrazione esterna, giacché questo monitor ne integra una al suo interno: si tratta di un’appendice di pochi centimetri di lunghezza che fuoriesce dalla cornice superiore ruotando di 90 gradi e si posiziona davanti al pannello. Come vedremo nelle analisi di laboratorio condotte in collaborazione con AVMagazine, l’efficacia di questo strumento, ancor ché perfettibile, è da giudicare positivamente.

Sul retro le connessioni sono suddivise in due gruppi: qui vediamo le porte USB A.
Le connessioni video comprendono la porta LAN e la USB-C con ricarica fino a 92 Watt.

EIZO CG ColorEdge 2700S: struttura e connessioni

La sostanza, comunque, non manca dove serve, vale a dire nella base d’appoggio girevole e sullo stelo – telescopico e inclinabile, con funzione pivot – che consentono di orientare il monitor praticamente in qualsiasi direzione. Ognuna di queste parti, sebbene rivestita in materiale plastico, ha un’anima metallica che, però, avremmo preferito meno elastica: soprattutto con lo stelo esteso alla massima altezza (ossia 155mm), un eventuale contatto un po’ rude con il pannello TFT innesca oscillazioni che durano qualche secondo. Lo schermo del ColorEdge 2700S può essere ruotato fino a 344°, inclinato di 5° gradi verso il basso e fino a 35° verso l’alto. E grazie allo snodo previsto sullo stelo, può essere orientato in verticale (con movimento di 90 gradi in senso orario): una soluzione assai pratica, ad esempio, per eseguire la postproduzione sui ritratti. La versatilità di questo monitor, insomma, è notevole, e a questo contribuiscono anche le numerose connessioni: quelle video comprendono la Display Port e la HDMI e sono affiancate alla LAN e alla SS ossia la Super Speed USB Tipo B. Non mancano chiaramente le USB di utilizzo più comune, come la USB-C con segnale DisplayPort e ricarica fino a 92 Watt, cui fanno compagnia ben quattro USB Tipo A (2 USB 3.1 di prima generazione e 2 USB 2.0).

Un dettaglio della sonda di calibrazione integrata: in posizione di “riposo” è nascosta in una fessura ricavata nella cornice, e può essere attivata dal menu del monitor anche quando scollegato dal pc.
La palpebra antiriflesso è realizzata con materiali più economici rispetto a quella di altri modelli nella stessa fascia di prezzo, ma il suo sistema di fissaggio magnetico non ha eguali per praticità.

EIZO CG ColorEdge 2700S: menu e comandi

La cornice, nella parte in basso a destra, ospita come ormai tradizione i comandi retroilluminati: di questi solo l’interruttore On/Off è un tipico pulsante (oltre quello d’alimentazione posizionato sul retro), mentre tutti gli altri sono tasti a sfioramento e assumono la funzione raffigurata nel menu che compare a monitor quando vengono toccati; una soluzione pratica e intuitiva. Semplici sono pure i menu, anche se per i novizi è necessaria una rapida lettura del manuale di istruzioni: il ColorEdge 2700S dispone, infatti, di automatismi preziosi che liberano il fotografo da alcuni pensieri relativi a calibrazione e profilatura, ma la gestione totale e manuale delle infinite combinazioni possibili richiede grande consapevolezza.

La “videata” sinottica della funzione per l’autocalibrazione del pannello tramite sonda integrata
L’avviso del fuorigamma per le alteluci, segnalabile a schermo in giallo o magenta
Alcune preferenze di sistema del monitor Eizo.
Uno dei menu avanzati per la personalizzazione manuale dei profili colore, in questo caso sRGB.

EIZO CG ColorEdge 2700S: le caratteristiche del pannello LCD

Come avrete modo di constatare leggendo l’analisi delle prestazioni e il verdetto stilato assieme ad AVMagazine, in laboratorio il pannello TFT del 2700S sfodera prestazioni eccezionali. La sua costruzione è basata sulla tecnologia IPS True Black, con uno strato polarizzante applicato allo schermo che consente di raggiungere un livello di nero molto profondo e quindi di un elevato rapporto di contrasto. La stessa soluzione è adottata anche per tenere a bada i bagliori, fenomeno che si nota soprattutto negli angoli dei monitor di fascia amatoriale se osservati in ambienti con poca luce. Ottima, per un pannello di tipo LCD, è anche la leggibilità laterale; il costruttore promette uniformità di colore e luminosità fino a 178° di angolo di osservazione. La retroilluminazione è stabilizzata pixel per pixel grazie alla tecnologia DUE (Digital Uniformity Equalizer), integrata con un termometro che compensa le partenze “a freddo” o l’utilizzo in ambienti molto riscaldati. Il CG2700S impiega solo 3 minuti per raggiungere le condizioni operative ideali e poi le mantiene stabilmente. Sotto l’aspetto della gamma di cromaticità, EIZO per questo monitor dichiara la copertura del 100% dello spazio colore sRGB, del 99% del più ampio Adobe RGB e del 98% del DCI-P3, più utile in ambito cinema digitale. Il tutto raggiungendo una profondità di colore, con computer e software compatibili, di 10 bit partendo da una tabella colore (LUT) a 16 bit.

EIZO CG ColorEdge 2700S: le alternative economiche

EIZO, con la recente produzione di monitor di fascia intermedia e professionale, ci ha ormai abituato a prestazioni di riferimento, che ritroviamo anche nel CG2700S in prova. Il suo prezzo di listino non è basso in assoluto, ma adeguato a un prodotto destinato a finire sulla scrivania di chi cura “maniacalmente” tutte le fasi della produzione video o fotografica. Ci sono comunque alternative, e non solo volte al risparmio: chi non può fare a meno del 4K può considerare il modello di pari diagonale e prestazioni CG2700X, per cui servono altri 700 euro. Se invece il budget è meno permissivo, appare molto interessante il parente più stretto del CG2700S, ossia il 2731 della serie “minore” CS: equivalente per risoluzione e diagonale al modello in prova, costa oltre 1.000 euro in meno ma impone diverse rinunce. Manca ad esempio il sensore di autocalibrazione integrato, sono inferiori luminosità, contrasto e copertura dello spazio colore DCI-P3 (95%), non sono supportati l’HDR né la connessione LAN via cavo e il pannello TFT non dispone della tecnologia IPS True Black. Insomma, per chi ha ambizioni professionali ed è attento al portafogli sembra essere proprio il CG2700S il monitor di casa EIZO con il maggiore appeal.

EIZO CG ColorEdge 2700S la prova compelta a cura di AV Magazine

Il gamut nativo del pannello a confronto dello spazio REC BT.2020 e Adobe RGB.
Il gamut REC BT.709 del pannello utilizzato dal ColorEdge CG2700S viene coperto al 97%.
Il bilanciamento RGB, non perfettamente corretto a causa dell’incertezza di misura del colorimetro integrato.
Il bilanciamento RGB dopo una seconda calibrazione manuale.
Il Delta E medio delle patch ‘Gretag’ dopo la calibrazione manuale è ridotto a 0,5.
Patch colore a saturazioni intermedie con Delta E estremamente contenuto.
EOTF di luminanza con segnali HDR e PQ differenti con riferimento in calce.

Il ColorEdge CG2700S è risultato essere il monitor con il miglior pannello con tecnologia LCD IPS passato nel laboratorio di AV Magazine in più di 20 anni di analisi fotometriche. Il rapporto di contrasto nativo supera di misura il valore di 1350:1 con punto del bianco perfettamente calibrato; il dato è il migliore mai misurato per questo tipo di tecnologia e perfettamente in linea con quanto dichiarato dal Costruttore. Il valore di luminanza, pari a poco più di 350 NIT, non è particolarmente elevato e penalizza la fruibilità del materiale realizzato in HDR. Il pannello del CG2700S si distingue anche per un’uniformità straordinaria e per un triangolo di gamut nativo assai generoso (82% REC BT.2020), che consente di coprire agevolmente sia lo spazio DCI-P3 (97%) che quello ADOBE (100%). Le prestazioni cromatiche non sono esattamente in linea con le aspettative, con un Delta E medio, ovvero lo scostamento rispetto ai vari riferimenti, pari a 2 (in un monitor con Delta E superiore l’alterazione cromatica sarebbe percettibile). La causa probabilmente è da attribuire alla posizione decentrata del colorimetro integrato, la cui misurazione comunque si discosta appena dal nostro spettrometro ad alta risoluzione di riferimento. Dopo l’autocalibrazione, perfezionata ulteriormente con un veloce intervento manuale sulle componenti RGB, nel monitor vengono applicate le varie LUT in maniera impeccabile, almeno per le modalità con gamma dinamica standard; in questo caso parliamo di prestazioni di riferimento assoluto. Per le curve in HDR10 bisogna invece accettare tutti i compromessi del picco di luminanza (che arriva soltanto a 350 NIT con bianco D65). Le cinque interpretazioni della curva PQ con limiti a 10.000, 4.000, 1.000, 500 e 300 NIT sono comunque ben realizzate e molto utili per verificare materiale HDR10. In HLG va invece decisamente meglio. 

avmagazine.it

eizo.it

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