Qualche anno fa Fulvio Ventura (1941-2020) entra in una libreria di Milano, MiCamera, luogo cult per l’editoria fotografica internazionale, e incontra Giulia Zorzi, uno dei due proprietari. Fulvio era già noto per aver preso parte, nel 1984, al progetto Viaggio in Italia – a cura di Luigi Ghirri, Gianni Leone ed Enzo Velati – che aveva scardinato l’estetica e il concetto di “paesaggio fotografico italiano” e per la sua ricerca sulla rappresentazione della natura intesa come presenza del metafisico. Inoltre l’epiteto di “fotografo di giardini” spesso lo precedeva, anche se di tale classificazione non è mai stato molto entusiasta.
Fulvio Ventura, dalla scomoda etichetta di "fotografo di giardini" al progetto Sagacity
Dalla fine degli anni Settanta Fulvio aveva continuato ad alimentare con nuove fotografie un progetto inedito, Sagacity, Sunstar e Salamandra, poi diventato solo Sagacity. Un lavoro che, nel 1978, doveva essere incluso nella sua monografia Souvenir, edita dalla casa editrice Punto e Virgola di Luigi Ghirri, già pronta nella sua veste di menabò, ma il libro non vide mai la luce per il fallimento della casa editrice.
Nasce Sagacity, tra vedute lacustri e musica jazz
Quando, quindi, Fulvio incontra Giulia da MiCamera il suo Sagacity era ancora in un cassetto, ma in via di evoluzione. Fulvio parla con Giulia, probabilmente sente di condividere con lei un pensiero fotografico e un animo affine e la invita a Ghiffa, il paese in provincia del Verbano-Cusio-Ossola, dove vive con la moglie e dove ha il suo archivio. Dopo la prima visita Giulia torna spesso nella casa sulle sponde del Lago Maggiore e nei loro incontri parlano di fotografia, di Sagacity, lavorano sul progetto che Fulvio affida a Giulia come curatrice e, inoltre, il fotografo la introduce a delle “sessioni di ascolto musicale in rigoroso silenzio”, soprattutto jazz, ma non solo. La casa di Fulvio Ventura è animata da una sorta di magia e Giulia ne rimane affascinata, quella stessa magia e mistero che animano le foto di Sagacity.
Il progetto prende, così, vita sotto forma di libro, una ricerca sull’elemento invisibile della Natura, a cui Giulia trova un editore, The Ice Plant, volutamente americano, per restituire la forte connessione tra la ricerca di Fulvio e l’influenza che la fotografia americana ha esercitato sul suo lavoro. Così nel 2021 finalmente Sagacity raggiunge il suo pubblico, a distanza però di un anno dalla morte del suo autore, avvenuta il 7 marzo 2020.
Giulia ci racconta un aneddoto sulla lucida e risoluta progettualità di Fulvio Ventura.
Ventura e Fontcuberta, strade che continuano a incrociarsi
Sulla scia di quelle casualità e di quella magia di cui il libro era permeato già dalla sua fase embrionale, è divertente ascoltare il racconto di un incontro particolare, al Paris Photo di quest’anno, tra Giulia Zorzi e un fotografo di fama internazionale, Joan Fontcuberta. La strada dell’artista spagnolo aveva attraversato quella di Fulvio Ventura e di Sagacity, lasciando tracce nella produzione di entrambi. Della serie “Tutto torna”.
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