Ormai non ha più bisogno di presentazioni, eppure Roger Ballen nasconde sempre un asso nella manica e non smette mai di stupire. Per fortuna sua e dei suoi estimatori l’esito dei suoi progetti è ogni volta positivo e porta una ventata di aria fresca nel mondo della fotografia.
Basilea
Dal 19 aprile al 29 ottobre 2023
Semplificando molto le cose, che non è mai bene, si potrebbe dire che da una parte ci sono gli autori che mano a mano che la loro carriera procede continuano a replicare sé stessi e dall’altra ci sono quelli che invece cercano di evolversi incessantemente per non correre mai il rischio di ripetersi. Alla seconda categoria appartiene certamente Roger Ballen, statunitense di nascita ma sudafricano di adozione da circa quarant’anni. Ciò che Ballen ha fatto fino a tempi recenti è sintetizzato in un libro intitolato Ballenesque, pubblicato nel 2017 da Thames & Hudson. Da allora altra acqua è passata sotto ai ponti e nel frattempo Ballen, pur continuando a praticare la fotografia, si è aperto sempre più alle contaminazioni dell’arte contemporanea ed è diventato in prima persona un sostenitore della vita culturale di Johannesburg.
L’impegno attivo di Roger Ballen in Sudafrica
Già nel 2007 l’autore aveva dato vita alla Roger Ballen Foundation, che aveva lo scopo di promuovere la fotografia come mezzo di progresso sociale nel paese africano. Ma il suo passo più importante è stata l’apertura, nel 2020, dell’Inside Out Centre, che funge sia da spazio espositivo sia da collettore di idee e iniziative che danno luogo a seminari, corsi e laboratori.
Il suo impegno in Sudafrica non impedisce a Ballen di continuare a viaggiare e a esporre nei più rinomati musei del mondo. Anche l’elenco delle sue pubblicazioni monografiche non cessa di allungarsi. Recentemente è uscito un piccolo volume edito da Kehrer Verlag per accompagnare la mostra in corso al museo Tinguely di Basilea.
Roger Ballen. Call of the Void
L’esposizione è l’ottava di una serie intitolata Danse Macabre che mette le opere di artisti contemporanei in relazione a quelle di Jean Tinguely, scultore svizzero scomparso nel 1991. Il contributo di Ballen consiste in scatti tratti dai suoi progetti più recenti, un paio di film (Ballenesque e Roger The Rat, rispettivamente del 2017 e del 2020) e un intervento che sconfina chiaramente nel territorio dell’arte contemporanea.
Si tratta di una vera e propria installazione site-specific che, oltre a essere servita come scenografia per alcuni scatti, offre ai visitatori la possibilità di entrare fisicamente nel mondo e nell’immaginario dell’autore. È una baracca di legno con le pareti decorate da disegni molto elementari, quelli che ci si aspetterebbe dall’umanità ritratta da Ballen nei suoi lavori più conosciuti e risalenti alla prima parte della sua carriera. Nelle stanze c’è qualche oggetto e dei manichini che suscitano un senso di inquietudine, quasi fossero degli omologhi inanimati dei volti enigmatici già visti nei suoi primi libri.
Coinvolgere lo spettatore in modo insolito
È come se lo scopo fosse quello di provocare il visitatore, di costringerlo a fare un’esperienza in tre dimensioni di ciò che era convinto di potere limitarsi a vedere solo in due dimensioni. Come di solito fa qualcuno che guarda delle fotografie, cioè uno spettatore. Ballen vuole risucchiare il pubblico dentro al proprio mondo, alla propria estetica, ai propri temi narrativi e ai propri segni e simboli. Non a caso il titolo della mostra e del libro è Call of the Void, ‘il richiamo del vuoto’. A ricordare che avvicinarsi al lavoro di un grande artista significa entrare nel suo campo gravitazionale e, talvolta, perdere un po’ delle proprie certezze.
Call of the Void
Titolo Call of the Void
Formato 23x27cm
Pagine 80
Lingua inglese
Prezzo 35 euro
Editore kehrerverlag.com
Roger Ballen. Call of the Void (Danse Macabre No. VIII)
- Museum Tinguely, Paul Sacher-Anlage 2, 4002 – Basilea (Svizzera)
- dal 19 aprile al 29 ottobre 2023
- martedì-domenica, 11-18; giovedì 11-21; lunedì chiuso
- intero 18 euro, ridotto 12 euro
- tinguely.ch