Londra
Dal 7 marzo al 15 giugno 2025
Negli anni Settanta Peter Mitchell faceva l’autista. Guidava un camion per le strade di Leeds (Yorkshire, Inghilterra), trasportando materiale elettrico. Portava sempre con sé una scala e spesso ci saliva per fotografare fabbriche, case in mattoni, negozi ed edifici di ogni tipo da un punto di ripresa rialzato, rifuggendo linee cadenti e distorsioni prospettiche.
Formali, rigorosi, quadrati e soprattutto a colori, i suoi scatti segnarono un punto di svolta nella storia della fotografia. “Fotografando in bianco e nero a Leeds c’era molto nero – ha raccontato Mitchell in un’intervista con Martin Parr – perché i palazzi erano ricoperti di fuliggine. A colori tutto era più interessante e sembrava più naturale”.
Peter Mitchell: una vita a fotografare Leeds
Nato a Manchester nel 1943, Mitchell era arrivato a Leeds nel 1972. In un giorno di pioggia era entrato in un’agenzia immobiliare e ne era uscito affittuario di una casa piuttosto vecchia ma molto grande, la casa che avrebbe poi acquistato a meno di 2.000 sterline e che è ancora oggi la sua dimora.
Da allora il fotografo inglese non ha smesso di girare per la città immortalandone ogni luogo attraverso la fotografia, prima con una Yashica, poi con una Rolleiflex, oggi con una Hasselblad.
A New Refutation of the Viking 4 Space Mission
Nel 1979 Mitchell tenne la sua prima mostra personale in una galleria fotografica: si intitolava A New Refutation of the Viking 4 Space Mission, era esposta alla Impressions Gallery (nella sede originaria di York) ed era la prima mostra a colori di un fotografo britannico in una galleria fotografica britannica. L’idea era partita dalla curatrice Val Williams, che gli aveva lasciato carta bianca dopo avergli proposto di mettere su una mostra sul tema delle esplorazioni dello Spazio.
Era il periodo del primo atterraggio su Marte, delle sonde Viking Landers spedite sul pianeta rosso per ottenerne immagini ad alta risoluzione, studiarne la superficie e cercare tracce di vita aliena.
Chiedendosi perché l’uomo andasse in cerca di nuove forme di vita pur avendo sotto il naso – sulla Terra – un sacco di cose curiose ancora tutte da esplorare, Mitchell scelse di esporre fotografie che ritraevano gente comune, operai, lavoratori, negozi e fabbriche tradizionali, sovrapponendo le immagini a uno sfondo che riproduceva linee e numeri di alcune carte spaziali.
Presto si diffuse l’idea che il fotografo avesse immaginato un’intercettazione del Viking 4 da parte degli alieni, che avrebbero modificato la sonda per poi fare rotta sulla Terra, capitando a Leeds. Secondo questa interpretazione, che Mitchell non disdegnò, le foto della serie rappresenterebbero dettagli del nostro Pianeta osservati da marziani intenti a esplorare “casa nostra” con un misto di curiosità e perplessità.
E a proposito di perplessità, tutto questo accadeva nel periodo in cui l’utilizzo del colore nella fotografia documentaria era ancora inconcepibile e Martin Parr, una volta visitata A New Refutation of the Viking 4 Space Mission la definì una mostra “così in anticipo sui tempi che nessuno sapeva esattamente cosa dire o come reagire, se non con totale sconcerto”.
Da allora Parr è rimasto un convinto sostenitore del lavoro di Mitchell, col tempo divenuto uno dei più importanti fotografi a colori del XX secolo, una sorta di cronista della città di Leeds e di Quarry Hill, la zona che tra il 1938 e il 1978 ha ospitato quello che all’epoca era il più grande complesso di case popolari del Regno Unito.
Di Leeds in generale e di Quarry Hill in particolare Mitchell ha registrato un vero e proprio processo di mutazione, fotografando la demolizione degli appartamenti, i cinema chiusi e gli edifici in disuso.
Da quelle fotografie nacque Memento Mori, uno dei libri pubblicati da Peter Mitchell, tra i quali citiamo anche Strangely Familiar, Some Thing Means Everything to Somebody (che include la sua eccentrica collezione di ritratti di spaventapasseri) e, naturalmente, A New Refutation of the Space Viking 4 Mission.
La retrospettiva Peter Mitchell: Nothing Lasts Forever, segna il ritorno di Mitchell alla Photographers’ Gallery di Londra, dove aveva esposto per la prima volta le sue fotografie nel 1984.
La mostra esplora la pratica fotografica di Mitchell, che si definisce un “uomo del marciapiede” e ad oggi continua a camminare e scattare fotografie per le strade della sua amata Leeds.
Il rigore è lo stesso di un tempo, le composizioni sono pulite e ben centrate, la luce cambia di rado, le persone aggiungono carattere alla scena senza prevalicare il contesto.
Peter Mitchell: Nothing Lasts Forever include fotografie provenienti dalla collezione dello stesso autore, ephemera personali e oggetti trovati. Peter Mitchell: Nothing Lasts Forever è realizzata in collaborazione con la Leeds Art Gallery. Il volume NothingLasts Forever è pubblicato da RRB Photobooks.
Peter Mitchell: Nothing Lasts Forever
- A cura di Anna Dannemann
- The Photographers’ Gallery, 16–18 Ramillies Street – Londra
- dal 7 marzo al 15 giugno 2025
- lun-mer 10-18; gio-ven 10-20; sab 10-18; dom 11-18
- intero 10 sterline, ridotto 7 sterline
- thephotographersgallery.org.uk

Titolo Nothing Lasts Forever
Fotografie di Peter Mitchell
Pagine 148
Illustrazioni 90
Prezzo 35,70 euro
Lingua inglese
Editore RRB Photobooks
Data pubblicazione 1° aprile 2024
ISBN 9781738516308
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