Metalens è realizzata utilizzando apparecchiature per la produzione di semiconduttori. Abbinata a una sola lente convessa tradizionale, è in grado di piegare la luce alla stessa maniera degli schemi ottici complessi, con notevole risparmio in termini di spazio e di peso.
Meno di un millimetro di spessore e tanti piccolissimi cilindri di diverso diametro, invisibili a occhio nudo: ecco come è fatta la Metalens svelata alla Canon EXPO 2023, fiera che mette in mostra tutto il meglio della tecnologia del Costruttore giapponese.
Metalens: debutto probabile negli smartphone
Le minuscole torri di biossido di titanio disposte su una superficie piana secondo uno schema specifico piegano la luce verso il punto focale analogamente a quanto accade negli obiettivi, ma impiegando molto meno materiale e quindi con notevole risparmio in termini di peso e di spazio. La fabbricazione di una “metalens”, peraltro, dovrebbe essere economicamente più sostenibile, giacché possibile in serie tramite stampaggio e non più attraverso la levigazione di numerosi elementi in vetro.
Non è un caso che Canon abbia recentemente annunciato nuovi macchinari per la realizzazione di semiconduttori con nanoimpronta, tecnicamente compatibili con la produzione di metalenti.
Che a beneficiare di questa nuova tecnologia possano essere, prima di tutti gli altri, i costruttori di smartphone è chiaro; sostituendo gli obiettivi tradizionali con una metalente sarebbe possibile riportare le fotocamere a filo con gli chassis, se non anche integrare sensori di dimensioni più generose rispetto a quelle attuali senza aumentare oltremodo le dimensioni dei dispositivi mobili. Sembra che oltre Canon, anche Apple e LG siano già al lavoro per portare questa tecnologia nei rispettivi prodotti; il loro arrivo sul mercato, tuttavia, appare ancora lontano.

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