Quando lo spot del teatro dell’Opera di Dubai ha messo fine alla snervante attesa del nome del vincitore assoluto dell’HIPA 2023 puntando dritto sul suo volto, il fotografo di Latina Massimo Giorgetta era incredulo, sorpreso e oltremodo emozionato.
Da anni appassionato di fotografia naturalistica, con una particolare propensione alla ripresa subacquea, Giorgetta ha portato a casa 120 mila dollari vincendo il Grand Prize della dodicesima edizione del premio internazionale di fotografia Hamdan International Photography Award proprio con l’immagine di una piccola e meravigliosa creatura acquatica lunga appena cinque centimetri. Tanti gli ospiti di caratura internazionale presenti alla cerimonia di premiazione del concorso – compreso l’apprezzatissimo fotografo naturalista di fama mondiale Frans Lanting – che hanno definito la macrofotografia del piccolo tunicato qualcosa di eccezionale e mai visto prima. Abbiamo incontrato Giorgetta di persona a Dubai e gli abbiamo chiesto di raccontarci Protected Lives, la fotografia che gli ha permesso di scalare il podio della competizione più ricca al mondo, quest’anno incentrata sul delicato e fondamentale tema della Diversità.
Ci racconti la fotografia vincitrice dell’HIPA 2023?
Protected Lives (Vite protette, questo il titolo della fotografia vincitrice, n.d.r.) è stata scattata a Nord Sulawesi, in Indonesia, nello Stretto di Lembeh. Si tratta di un luogo ritenuto da molti ‘la patria della macrofotografia’, in cui mi recavo quest’anno per la terza volta per praticare immersioni black water (in acqua nera). Si tratta di immersioni notturne effettuate con una tecnica molto particolare: circa dieci lampade molto potenti vengono calate in acqua a venti o trenta metri di profondità e lasciate immobili per almeno trenta minuti. Successivamente le lampade vengono riportate in prossimità della superficie e i fotografi subacquei si immergono per riprendere i numerosi esseri viventi in forma larvale che, attratti dalla luce, hanno abbandonato le acque profonde. L’ incontro con il tunicato da cinque centimetri che mi è valso il Grand Prize dell’HIPA 2023 è stato molto fortunato, dato che all’interno della creatura ho notato immediatamente la presenza di un pesce scatola. Solo una volta riemerso ho potuto riguardare lo scatto con la dovuta attenzione, notando tanti altri minuscoli esseri viventi che si erano rifugiati all’interno del tunicato sfruttandolo come protezione.
Quali sono i dati tecnici di questa fotografia?
Per fotografare sott’acqua uso una Nikon D800E (fotocamera reflex full frame, n.d.r.) con un obiettivo Nikkor 60mm micro. Il tutto viene inserito in uno scafandro Seacam sopra al quale sono montati un mirino angolare, una lampada detta ‘focus light’ atta a cercare i soggetti e agevolare le prestazioni dell’autofocus e due bracci laterali che sostengono altrettanti flash Subtronic Pro 160 accessoriati di coni per concentrare la luce sui punti desiderati. Ho scattato con un tempo di esposizione di 1/250sec, un diaframma chiuso a f/18 e un valore ISO impostato a 320.
La ripresa subacquea ha alterato in qualche modo la resa dei colori?
L’utilizzo del flash mi ha consentito di evitare le comuni problematiche legate all’alterazione delle cromie tipiche della fotografia subacquea. Scattando di giorno in luce naturale, infatti, si verifica un fenomeno per il quale si perdono diverse tonalità man mano che aumenta la profondità: nei primi metri sotto la superficie si perdono i toni del giallo, poi i rossi e poi i verdi fino a percepire una dominante blu su tutti i soggetti ripresi. Scattando in luce flash ho ottenuto i colori naturali del tunicato e dei suoi ‘ospiti’, cosa che mi ha permesso di ridurre al minimo l’intervento in postproduzione, che si è limitato a una lieve ottimizzazione di contrasto, luminosità e nitidezza e rimozione del backscatter.
Cos’è il backscatter?
Il backscatter è un fenomeno ottico generato dal riflesso del flash sulle piccole particelle in sospensione nell’acqua. La luce colpisce questi minuscoli corpi fluttuanti fuori fuoco e genera degli artefatti molto chiari dalla forma circolare, la cui rimozione è generalmente ammessa in tutti i contesti relativi alla fotografia subacquea.
Cos’è per te la Diversità?
La Diversità per me è creare qualcosa che non sia già stato fatto. Non stereotipare le foto è molto importante e vale sempre la pena di provare a fare qualcosa di diverso e cercare un’alternativa. Dietro a ogni fotografia, a parte una storia, c’è anche un progetto, uno studio, una ricerca delle attrezzature e del modo di fotografare per ottenere uno scatto che non è ancora stato fatto.
Le considerazioni di FOTO Cult sulla fotografia vincitrice
Protected Lives ha il grande pregio di istruire l’osservatore in merito all’esistenza di un incredibile essere vivente sconosciuto ai più e ci daranno ragione i lettori giunti a questo punto dell’articolo senza la benché minima idea di cosa sia un tunicato.
Facilmente associabile a una medusa per via del suo aspetto gelatinoso, il tunicato è un organismo marino filtratore che viene considerato l’anello di congiunzione tra vertebrati e invertebrati. Un esemplare di tale creatura, di per sé affascinante e poco nota a chi non è addentro al mondo della biodiversità sottomarina, è stato registrato dalla fotocamera di Giorgetta in una condizione decisamente particolare.
Al momento dello scatto, infatti, il tunicato era “abitato” da un pesce scatola insieme a un’eccezionale moltitudine di gamberetti, granchi e altre creature marine allo stato larvale che lo stesso fotografo ha potuto apprezzare a pieno solo riguardando la sua immagine in un momento successivo all’immersione.
È una fotografia che sin da subito polarizza l’attenzione, che stimola istantaneamente la curiosità di chi guarda perché la lettura non si risolve immediatamente e che, con buona pace di chi non ama pazientare davanti a una fotografia naturalistica, va guardata a lungo perché se ne possa apprezzare a pieno il valore.
“La fotografia di Giorgetta – ci ha raccontato il membro della giuria Maurizio Tentarelli, secondo giurato italiano nella storia di HIPA – è l’emblema della diversità per i colori che la caratterizzano, per la sorprendente varietà di organismi che vi compaiono e per la specifica preparazione tecnica che sta alla base dello scatto”.