In principio fu M come Messsucher e questo paradigma è durato per più di 70 anni. Oggi però i tempi sono cambiati e anche Leica M abbandona (su un solo modello al momento) il telemetro, sistema di messa a fuoco che l’ha accompagnata fin dalla prima Leica M3, che fece il suo debutto durante l’edizione del 1954 di Photokina. Qui sotto nel video trovate una chiacchierata tra me ed Emanuele Costanzo sul tema, mentre proseguendo con l’articolo potete leggere del lancio, di tutti i dati tecnici e di alcune considerazioni sulla nuova Leica M EV1.
Il telemetro è sopravvissuto alla rivoluzione del digitale, equipaggiando M8 prima e da M9 in poi tutte le fotocamere digitali full frame della casa tedesca. Ora i vertici di Leica hanno però deciso che i tempi sono maturi per portare una rivoluzione ‘Full Digital’ anche sul prodotto più iconico del brand teutonico, affiancando alle classiche fotocamere con mirino ottico e assistenza telemetrica alla messa a fuoco una nuova linea fondata su un mirino elettronico con pannello OLED.
Grazie alla nuova Leica M EV1 scopriamo anche che il telemetro… pesa! Il nuovo modello ferma l’ago della bilancia a circa 484 grammi (con batteria installata), a differenza della M11 che invece pesa circa 530 grammi.
Leica M EV1: la prima M senza telemetro
La nuova Leica M EV1 è, per sintetizzare al massimo, una Leica M11 a cui è stato trapiantato un mirino elettronico. Quest’ultimo adotta lo stesso pannello OLED da 5,76 milioni di punti già visto sulle ultime Leica Q, ma è stato ridisegnato per adattarsi al corpo di una fotocamera M. La sparizione è evidente al primo colpo d’occhio osservando la fotocamera frontalmente: non ci sono più, infatti, le “finestre” che da sempre hanno caratterizzato questa famiglia di macchine fotografiche. Il mirino lavora fino a 60 fotogrammi al secondo, ha ingrandimento 0,76x, offre regolazione delle diottrie e distanza di accomodamento di 20,75mm.
Il cuore della fotocamera è quindi costituito dal sensore retroilluminato CMOS BSI (pixel pitch da 3,76μm, risoluzione 60,3 megapixel 9528 x 6328 pixel) e dal processore Maestro III, naturalmente dietro un bocchettone con innesto Leica M. Come sulla M11 troviamo una memoria interna da 64GB, lo slot per schede SD nel vano batteria, il corpo interamente in metallo (magnesio e alluminio), lo schermo touch 3:2 da 2,95″ e 2,34k pixel. Non mancano la connettività Bluetooth e Wi-Fi per la connessione a smartphone e iPad tramite l’app Fotos.
L’otturatore meccanico lamellare lavora tra 60 min e 1/4000s, mentre sfruttando l’otturatore elettronico è possibile arrivare a tempi di scatto di 1/16.000s. Gli scatti possono essere creati a scelta in formato DNG o JPEG con risoluzione da 60, 36 e 18 megapixel. Come nel caso delle M11-P e M11-D, anche la nuova Leica M EV1 supporta Content Credentials, una tecnologia conforme alla Content Authenticity Initiative (CAI), con la quale è possibile apporre alle foto una firma digitale, per impedirne la contraffazione certificandone non solo l’origine, ma anche le successive modifiche.
Senza il telemetro come metto a fuoco?
La messa a fuoco resta totalmente manuale e al posto dell’ausilio del telemetro vanno sfruttati gli assistenti digitali che già abbiamo imparato a conoscere sulle mirrorless: focus peaking e ingrandimento della zona di messa a fuoco. All’uopo i tecnici di Wetzlar hanno modificato le funzioni della leva sul lato anteriore della fotocamera, che nelle fotocamere M con telemetro serve a visualizzare l’anteprima della cornice luminosa. Nella Leica M EV1 la leva può essere associata a uno degli assistenti di messa a fuoco (oppure allo zoom digitale 1,3x o 1,8x). Azionandola verso destra o sinistra, è possibile attivare gli assistenti di messa a fuoco in modo rapido. In più anche il tasto funzione sulla calotta superiore può fungere da attivatore dell’ingrandimento.
Prime impressioni
Per parlare delle prime impressioni, parto da lontano ed esattamente dal primo pensiero che ho avuto vedendo in rete i primi rumor che indicavano in arrivo una Leica M con mirino digitale. Devo confessare che ho pensato a un pesce d’aprile fuori stagione. Che potesse essere in lavorazione un mirrorless con baionetta M poteva anche starci, ma che si chiamasse davvero Leica M mi pareva molto strano.
Quando poi mi sono seduto ed è iniziata la conferenza stampa è apparso subito evidente che i rumor erano ben documentati e che davvero stava per arrivare una Leica M con mirino elettronico e priva di telemetro. Da un lato (del cervello) ho pensato ‘Wow, che coraggio’, dall’altro ‘Meh…‘
C’era dunque molta curiosità nell’approcciarsi al momento di ‘hands-on’. Devo confessare che sono rimasto decisamente stupito di quanto mi sia divertito a scattare con la nuova Leica M EV1. Non usandolo spesso, condivido con molti utenti un po’ di timore reverenziale nei confronti del telemetro: il suo utilizzo, infatti, non solo richiede una curva di apprendimento abbastanza alta per arrivare a padroneggiare lo strumento, ma è forse la curva di mantenimento l’aspetto più critico. Anche se si è imparato a usare alla perfezione il telemetro, se lo si usa una volta all’anno è un po’ come riprendere la bicicletta dopo mesi di inutilizzo: non si è disimparato a pedalare, ma pedalare bene è tutta un’altra questione.
Trovare invece due strumenti che utilizzo spesso con la mia mirrorless, visto che mi piace quella pratica “autolesionistica” dell’utilizzare vecchie ottiche manuali, mi ha messo subito a mio agio con la Leica M EV1, con il vantaggio di avere davanti al sensore le ottiche Leica M e il loro bellissimo sfocato.
Tutto oro quello che luccica?
Chi come me ama utilizzare ottiche datate e manuali sa benissimo che, paradossalmente, con l’evoluzione dei sensori digitali, ottenere ottimi risultati con la messa a fuoco manuale è diventato progressivamente più difficile. Se le risoluzioni di qualche anno fa perdonavano eventuali piccoli scostamenti dal punto di fuoco ideale (o immaginato in fase di scatto), 60 megapixel di risoluzione non lasciano davvero scampo. Alcune foto che sullo schermo o nel mirino della fotocamera mi hanno fatto dire ‘Wow!’ una volta aperte su un monitor a piena risoluzione hanno messo in piena luce la non perfezione della messa a fuoco. Questo accade – lo specifichiamo a favore dei meno esperti – soprattutto se usiamo aperture di diaframma molto ampie e focali relativamente lunghe su soggetti a breve distanza.
Questo per dire che una fotocamera come Leica M EV1, come tutte quelle ad altissima risoluzione, non solo richiede ottiche di pari livello, ma anche che non è così facile da sfruttare al massimo come potrebbe sembrare. D’altra parte, se fosse facile probabilmente non si chiamerebbe M. Da questo punto di vista la nuova Leica M EV1 è effettivamente una M con mirino elettronico e non una Leica Q con ottiche intercambiabili, visto che quest’ultima, soprattutto nelle ultime iterazioni, è una di quelle fotocamere punta&scatta (senza nemmeno prestare troppa attenzione), vista la bontà dell’autofocus.
Leica M EV1, ha senso?
Questa è forse la domanda cruciale. La risposta arriva direttamente dai feedback che Leica ha avuto in questi anni, dai suoi negozi sparsi per il mondo, agli appuntamenti di formazione come le Akademie: il sistema Leica M ha un grande fascino ed è in grado di attirare molti possibili clienti, ma è crescente il numero di persone che di fronte al telemetro trova un ostacolo, magari virando verso altri sistemi. Una Leica M più ‘facile’ potrebbe evitare la fuga di alcuni di essi e risultare anche più digeribile alle nuove generazioni. In più potrebbe anche far tornare alla fotografia qualcuno dei clienti storici che ormai trova difficoltoso focheggiare con il telemetro per un fisiologico calo di vista.
Leica M EV1 resta un prodotto per pochi, visto anche il prezzo di listino di 7.995 euro per il solo corpo. Da un lato costa meno della M11, dall’altro è più costosa delle mirrorless top di gamma full frame con autofocus con riconoscimento avanzato dei soggetti. In più va considerato il costo delle ottiche M, anche se qui il mercato dell’usato e dei moderni obiettivi compatibili può aiutare.
Naturalmente queste sono le considerazioni dopo un primo veloce contatto, ci auguriamo di poter testare la fotocamera a fondo nelle prossime settimane per avere più dati per un giudizio più approfondito.
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