Jean Painlevé fu protagonista del magico incontro tra le avanguardie del Novecento e la zoologia: i suoi cortometraggi raccontano la fauna marina con un occhio all’approccio scientifico e uno alla lezione figurativa dei surrealisti suoi contemporanei. La mostra Feet in the Water è a Winterthur fino al 12 febbraio.
Quando la fotografia e il cinema venivano realizzati solo con la pellicola, la labilità del confine tra le due discipline era molto più evidente di oggi. Era cosa nota che un secondo di immagini in movimento consisteva in una sequenza di 24 fotogrammi, cioè in nient’altro che una serie di fotografie scattate in rapida successione. Perciò è naturale che vi siano stati autori che oscillavano tra i due linguaggi e che talvolta producevano immagini fisse che sembravano estrapolate dalla loro produzione cinematografica, quasi fossero stati in grado di isolare i momenti più salienti nel flusso dell’azione.
Così, se Eadweard Muybridge riusciva a disarticolare il movimento per poi ricomporlo con le immagini fisse, altri trattavano ogni istante del moto come un potenziale affresco dell’esistenza. È il caso del francese Jean Painlevé, nato nel 1902 e scomparso nel 1989, il quale in una carriera lunga oltre mezzo secolo girò più di 200 cortometraggi. Fino al 12 febbraio, la mostra Jean Painlevé – Feet in the Water è ospitata al Fotomuseum di Winterthur, in Svizzera. La quasi totalità della sua produzione (e sicuramente quella più interessante) è composta di documentari sulla fauna marina, in particolar modo quella che vive nella zona liminare tra terra e acqua. Infatti le sue opere più conosciute sono ritratti filmati delle stelle marine, dei ricci di mare, dei gamberi o degli ippocampi.
Qui sopra, uno degli estratti che si possono guardare online sul sito di Les Documents Cinématographiques, istituto discendente in linea diretta dalla casa di produzione La Cinégraphie Documentaire, fondata dallo stesso Painlevé.
A sinistra, foto di Henri Manuel: Jean Painlevé in ‘The Institute in the Basement’, © Les Documents Cinématographiques / Archives Jean Painlevé, Paris.
A destra, foto di Geneviève Hamon: Jean Painlevé con la Caméflex (sostenuta con l’imbracatura progettata da Geneviève Hamon), Roscoff, ca. 1958 © Les Documents Cinématographiques / Archives Jean Painlevé, Paris.
Per godere dei filmati nella loro interezza è disponibile in commercio una raccolta in DVD curata dal British Film Institute , proposta anche dalla Criterion Collection, che sul proprio portale permette anche di fruirne online.
Tuttavia potrebbe essere più facile reperire il DVD Le Pieds dans l’Eau, dato che è stato pubblicato lo scorso anno a corredo della mostra intitolata appunto Jean Painlevé – Feet in the Water. Partita dal Jeu de Paume di Parigi, è ospitata fino al 12 febbraio al Fotomuseum di Winterthur, in Svizzera.
La mostra Jean Painlevé. Feet in the Water
Si tratta di un evento interessante in quanto sono esposte anche delle fotografie scattate dal documentarista francese, il quale oltre a muoversi negli ambienti scientifici era solito frequentare anche quelli delle avanguardie artistiche del Novecento e in particolare i circoli surrealisti. Infatti basta dare una rapida occhiata alle immagini e immediatamente il pensiero corre a Man Ray e agli altri autori che come lui usavano oggetti comuni per creare opere fotografiche quasi astratte. Nel caso di Painlevé erano il mondo animale e la caccia al dettaglio microscopico a trascinare la mente dell’osservatore in una dimensione fatta di figure e motivi che, seppure riconducibili alla sfera del già noto, acquistavano un valore ulteriore a quello dell’indagine scientifica per farsi oggetto di una ricerca artistica autonoma rispetto ai suoi pretesti iniziali. Una questione messa bene in luce dalla mostra in corso, che sottolinea ancora una volta come la decontestualizzazione (la grande lezione dei surrealisti, poi ripresa dai situazionisti) sia già di per sé un potenziale atto di creazione artistica.
Jean Painlevé - Feet in the Water
- Fotomuseum Winterthur, Grüzenstrasse 44/45, Winterthur (Svizzera)
- dal 29 ottobre 2022 al 12 febbraio 2023
- martedì-domenica, 11-18; mercoledì 11-20
- intero 19 euro, ridotto 15 euro
- fotomuseum.ch