Quello che attende il mercato della stampa fotografica è un destino dalle tinte oscure? A sensazione verrebbe da rispondere di sì, dal momento che le fotografie digitali sembrano perlopiù destinate a rimanere imprigionate nelle unità di memoria anziché essere trasformate in oggetti “fisici”.
Eppure le previsioni di uno studio da poco reso disponibile da Research and Markets, che prende in esame il mercato globale del Photo Printing e del Merchandise a esso collegato, parlano di un prossimo quinquennio in crescita.
A livello mondiale, infatti, si stima che il comparto possa raggiungere i 26,3 miliardi di dollari da qui al 2027; per fare un paragone si pensi che nel 2021, anno preso come base di riferimento e peraltro condizionato dalla pandemia iniziata nel 2020, ne valeva “soltanto” 19. In questo scenario, nell’intervallo 2022-2027 il CAGR (ossia il tasso di crescita annuale composto, uno degli indicatori più utilizzati da investitori e analisti) sarebbe del 5,9%.
Gli affari non si faranno soltanto con le canoniche immagini su carta da appendere al muro, anzi: c’è aspettativa anche sul fronte degli oggetti personalizzati tramite stampa fotografica, apprezzati tanto dalle aziende (come regali promozionali) quanto dai consumatori (specie dai millennial, quindi i trenta-quarantenni). Promettono bene, infine, le tecnologie innovative: ad esempio i software per la stampa lenticolare 3D ad alta definizione per produrre fotografie che, anche grazie a un particolare rivestimento, restituiscono l’illusione della profondità e del movimento se si cambia l’angolo di visione.
Fra i fattori che maggiormente dovrebbero influenzare la tendenza positiva c’è la crescente diffusione di smartphone e tablet, che assieme alla proliferazione dei canali di vendita soprattutto digitali allarga la platea dei potenziali “stampatori”, ossia quella che in passato era costituita sostanzialmente da utilizzatori di fotocamere tradizionali. Altri aspetti ritenuti trainanti sono l’urbanizzazione che interessa i Paesi emergenti e l’aumento della capacità di spesa delle persone, cui consegue un cambiamento delle abitudini di consumo.