Ziqian Liu è una fotografa cinese, classe 1990, che si serve dell’autoritratto non per parlare di sé, come fa di solito chi usa questo genere fotografico, ma per parlare a sé stessa. Vediamo come si svolge questa particolare “conversazione”.
Con il progetto Inner Eye, la giovane autrice cinese Ziqian Liu “scrive” il suo diario attraverso una serie di autoritratti che costruisce con grande precisione e pazienza certosina. L’autrice considera tali fasi di preparazione molto private, tanto che in quei momenti Ziqian Liu sostiene di “sentirsi respirare”. Con i suoi autoritratti vuole mettersi a nudo anzitutto di fronte a sé stessa, costruendo scenari nei quali il suo corpo entra in relazione con una serie di oggetti della vita quotidiana: uno specchio, un tavolo, un vaso… Questo diario, però, resta segreto a metà perché se da un lato l’autrice nasconde il suo volto (o lo svela parzialmente), dall’altro aspira a entrare in relazione con il mondo esterno proprio attraverso il nesso che si instaura fra il suo corpo e gli oggetti che sceglie.
Abbiamo raggiunto Ziqian Liu attraverso la Other Size Gallery di Milano, sede espositiva in cui l’autrice ha presentato il suo progetto Inner Eye fino al 16 settembre scorso, in collaborazione con la galleria Paola Sosio Contemporary Art. Leggere l’intervista che segue vi trasporterà in un’atmosfera rarefatta: Ziqian Liu parla con grande garbo e tratta la fotografia con gentilezza sin dal concepimento del suo pensiero.
Fotografi dal 2018 e hai già una cifra stilistica precisa. Come sei arrivata alla fotografia e quali ragioni ti hanno portato a scegliere questa forma espressiva?
Innanzitutto mi sento molto fortunata ad aver incontrato in poco tempo la forma espressiva giusta per me, come se tutto fosse stato concordato in anticipo. Ho passato un periodo molto negativo dopo la laurea perché non trovavo la mia strada. Per distrarmi, sono andata in viaggio con i miei amici e in quel mentre ho comprato la mia prima macchina fotografica. È stato allora che ho iniziato a interessarmi alla fotografia, ma me ne sono davvero innamorata solamente quando mi sono trovata da sola con la fotocamera. Mi piace stare per conto mio: il tempo e lo spazio sono riempiti solo dal mio cuore e il mio comportamento e i miei pensieri diventano liberi. Penso che la solitudine debba essere goduta, e questa attitudine per me è anche molto utile per scattare le mie fotografie. La fotocamera è il mio miglior partner, e questo mi aiuta a registrare il mio stato d’animo. Ogni scatto quindi è un dialogo con me stessa: la calma e la concentrazione sono la guarigione del cuore. La fotografia mi ha portato a un infinito senso di appartenenza e per questo continuerò a esserle grata.
In “Inner Eye” nascondi quasi sempre i tuoi occhi, cosa che appare contraddittoria trattandosi di un lavoro incentrato sull’autoritratto. Ci spieghi questa scelta?
Nascondo tutto, occhi e viso, perché penso che se apparissero, indipendentemente dal fatto di avere lineamenti piacevoli o meno, l’attenzione dello spettatore cadrebbe prima su di essi. Quindi diventerebbe inevitabile ignorare gli altri elementi della scena. Esprimere le emozioni attraverso il volto è molto preciso e diretto, io preferisco farlo indirettamente. Inoltre le parti del corpo e le piante non sono etichettate come i volti. Così facendo il personaggio principale può diventare chiunque, e ogni spettatore avrà una visione diversa dell’opera per via delle esperienze diverse vissute in precedenza.
Fino al 16 settembre scorso hai esposto le tue fotografie in Italia: raccontaci questa esperienza.
Sì, ho esposto a Milano e sono molto soddisfatta. Di solito le persone guardano i miei scatti online, ma dal vivo la sensazione è ovviamente molto diversa. Sono quindi riconoscente a entrambe le gallerie che mi hanno affiancato e alle persone coinvolte: si sono dimostrate molto rispettose dei miei punti di vista e hanno fatto del loro meglio per garantire che il lavoro fosse presentato nella migliore forma possibile. Ho ricevuto commenti positivi sull’iniziativa e questo mi ha incoraggiato a impegnarmi ulteriormente per realizzare nuovi lavori.
Da un po’ di tempo vivi a Shanghai: come è percepita la fotografia nella megalopoli cinese?
A Shanghai la fotografia è molto amata e soprattutto praticata. Molte persone portano con sé una fotocamera quando camminano per strada, e questo si nota anche nei giorni lavorativi. Scattano foto di passanti, paesaggi o cibo: la fotografia è praticamente integrata nella vita quotidiana.
E tu, invece, con quale frequenza fotografi?
Non scatto tutti i giorni perché ogni sessione fotografica mi richiede molta energia. Perciò prendo un giorno o due di riposo dopo ogni lavoro. Durante queste mie pause mi rilasso e così riesco a mantenere un buon equilibrio, una sorta di pace interiore, che mi è d’aiuto nel mio schema di lavoro. Quando sono libera da impegni mi piace spostare le cose in casa per percepirle sempre come fossero nuove. Inoltre, il processo di riposizionamento degli oggetti mi dà anche ispirazione per le future composizioni fotografiche. Rallentando i ritmi della mia vita, osservo le cose intorno a me e lascio che si muovano nella mia mente, come le piante o gli uccelli vicino alla finestra. Traggo ispirazione anche dalla lettura di un libro o dai personaggi di un film.
Che progetti hai per il futuro?
Spero di incorporare più elementi nelle mie fotografie come oro, legno, acqua, fuoco e terra, ponendoli in relazione e in equilibrio. Inoltre, vorrei aggiungere ancora più ragionamento, più pensiero creativo al mio lavoro. Questa però è solo un’idea preliminare che dovrò provare e modificare molte volte durante i momenti che dedicherò alla realizzazione degli scatti.
Bio
Ziqian Liu nasce nel 1990 in Cina, si laurea all’università di Tecnologia di Sidney nel 2015, si stabilisce a Shangai dove inizia a fotografare nel 2018. Tutto il suo lavoro è incentrato sull’autoritratto dove combina il suo corpo, piante, oggetti della vita quotidiana, ricercando costantemente l’equilibrio e la convivenza pacifica tra uomo e natura. Nel 2019 ha presentato i suoi lavori a Parigi, presso l’esposizione internazionale di fotografia Ethereal: A Daily Poetry; a Hong Kong, in occasione della mostra di fotografia Reality and Instagram Continuum. Nel 2020 a Londra presso la House of the Rising Light e a Roma, alla Dorothy Circus Gallery. Sempre nel 2020 ha esposto anche a Los Angeles, in occasione della mostra Women. On.Women, presso la Galerie XII. Nel 2022 ha presentato i suoi lavori in Italia, presso la Other Size Gallery di Milano, in collaborazione con la galleria Paola Sosio Contemporary Art.