Milano
Dal 24 marzo al 25 giugno 2023
Se il titolo della mostra Helmut Newton. Legacy vi suona familiare potrebbe essere perché, in un certo senso, ne abbiamo già parlato sulle nostre pagine cartacee e digitali. Era ottobre del 2021, e scrivevamo della prima tappa dell’ampia retrospettiva ideata in occasione del centesimo anniversario della nascita del fotografo. Da quel primo appuntamento presso la Helmut Newton Foundation di Berlino, posticipato rispetto all’iniziale tabella di marcia a causa della pandemia, la mostra è finalmente approdata al Palazzo Reale di Milano e sarà visitabile fino al 25 giugno.
250 fotografie, riviste, documenti e video ripercorrono l’intera carriera di uno dei fotografi più amati e discussi di tutti i tempi, in un dinamico alternarsi di immagini iconiche e scatti inediti, con un focus specifico sui servizi di moda più anticonvenzionali. Polaroid e provini a contatto permettono di comprendere il processo creativo che si cela dietro il lavoro di Newton, mentre pubblicazioni speciali, materiali d’archivio e dichiarazioni del fotografo consentono di ricostruire il contesto che ne ha ispirato la produzione fotografica.
Helmut Newton: l’inizio
Helmut Neustädter nasce a Berlino nel 1920 da una ricca famiglia di origine ebrea ed esprime presto il suo interesse per la fotografia. Inizia la propria formazione all’età di 16 anni affiancando la famosa fotografa di moda Yva, ma presto lascia la città per sfuggire alla persecuzione degli ebrei. Dopo alcuni viaggi in cui lavora come fotoreporter, apre a Melbourne un piccolo studio con il supporto della futura moglie, l’attrice June Brunell. Nel 1956, operando sotto il nome anglicizzato di Helmut Newton, inizia a collaborare con Vogue Australia, Vogue Inghilterra e con Henry Talbot, nel loro studio comune a Melbourne.
La nascita di uno stile
Il fotografo raggiunge il suo stile inimitabile a Parigi negli anni sessanta: la sua visione dinamica si manifesta, ad esempio, in una serie di fotografie delle produzioni dello stilista André Courrèges che Newton scatta per la rivista britannica Queen nel 1964, o nei suoi lavori per Vogue Francia ed Elle Francia. In questo periodo, Newton sviluppa intense collaborazioni con Yves Saint Laurent e Karl Lagerfeld attraverso le quali cattura lo spirito del tempo, segnato dalla rivoluzione sessuale di fine decennio, senza limitarsi alla rappresentazione dell’abbigliamento come accessorio, con una fotografia dal taglio metafisico. A metà degli anni sessanta inizia a mostrare interesse per il tema del sosia, che comincia a elaborare attraverso duplicazioni di immagini e accostamenti di manichini e modelli dal vivo.
Helmut Newton inventa una nuova fotografia di moda
Negli anni settanta, uscendo dai canoni della fotografia di moda classica, Newton realizza immagini sempre più provocatorie, stravolgendo set e impiegando modelli e stylist in modo non convenzionale. Il fotografo allarga ulteriormente le possibilità creative dei suoi servizi fotografici: in elicottero, su una spiaggia alle Hawaii, in hotel parigini. Con la sua opera, testa i limiti sociali e morali, arrivando a ridefinirli. Le sue modelle appaiono eleganti ed erotiche, anarchiche e giocose. Queste immagini catturano e ingannano l’occhio, solo ad un esame più attento si distingue ciò che è reale da ciò che è una ricostruzione o rievocazione delle sue idee e osservazioni. La sua ispirazione per questi scatti viene dalle fonti più disparate: il surrealismo, i racconti di fantasia di E.T.A. Hoffmann, le trasformazioni viste nel film Metropolis di Fritz Lang.
Nudi rivoluzionari
Nel 1981 pubblica l’innovativa serie Naked and Dressed, che appare nelle edizioni italiana e francese di Vogue e successivamente nei suoi libri. Il nuovo concetto visivo dei dittici consiste nel far posare, gli uni accanto agli altri, i modelli nudi e vestiti, raccontando lo spirito culturale del tempo – come i cambiamenti del ruolo delle donne nella società occidentale. Parallelamente a queste immagini produce i primi cosiddetti Big Nudes, sia per la carta stampata che come stampe a grandezza naturale. A partire dal 1987 Newton idea la propria rivista di grande formato, “Helmut Newton’s Illustrated”, costituita da quattro numeri pubblicati a intervalli irregolari.
Quotazioni stellari
Negli anni novanta Newton usa un approccio ancora più innovativo e all’avanguardia, lavorando sia per editoriali di moda che per grandi commissioni e campagne pubblicitarie di stilisti quali Chanel, Thierry Mugler, YSL, Wolford, e clienti come Swarovski e Lavazza. In questo periodo le immagini di moda iniziano ad affermarsi nel mercato dell’arte con quotazioni “stellari” alla luce della crescente consapevolezza del significato culturale del genere. Newton riceve premi in Francia, Monaco e Germania come riconoscimento della sua totale dedizione alla fotografia.
I temi del cuore
L’ultima selezione di scatti vede intrecciarsi ancora una volta, nel modo unico di Newton, i principali temi approfonditi nel corso della sua carriera: la moda, il nudo e il ritratto. Si tratta di un’ultima potente testimonianza del carattere unico e della straordinaria visione del fotografo.
Fino alla fine della sua vita Helmut Newton ha continuato a incantare e provocare con la sua singolare interpretazione della femminilità. Il suo lavoro per oltre sei decenni ha sfidato ogni tentativo di categorizzazione. Nessun altro fotografo è mai stato pubblicato quanto Helmut Newton e alcune delle sue immagini più iconiche sono diventate parte della nostra memoria visiva collettiva.
L’esposizione, a cura di Mattias Harder e Denis Curti, è accompagnata dal catalogo Helmut Newton Legacy, pubblicato da Taschen in edizione trilingue (inglese, italiano e francese), di 424 pagine. Il volume è stato realizzato appositamente in italiano in occasione del tour che coinvolge le città di Milano, Roma e Venezia.
Helmut Newton. Legacy
- A cura di Matthias Harder e Denis Curti
- Palazzo Reale, piazza del Duomo, 2 – Milano
- dal 24 marzo al 25 giugno 2023
- martedì-domenica, 10-19,30; giovedì, 10-22.30
- intero 15 euro, ridotto 13 euro
- palazzoscammacca.it
Qui sotto il nostro articolo dedicato a Helmut Newton e all’edizione berlinese della mostra Legacy.