llaria Mariagiulia Rizzuto è nata nel 1988 a Verona, dunque a più di cento chilometri dal mare. A quanto pare, però, già da bambina il mare ce l’aveva dentro ed è cresciuta tra immersioni, sport acquatici e apnea, divorando con gli occhi lo splendore del mondo sottomarino.
Il giorno in cui ha deciso che era tempo di condividere tanta bellezza con gli altri, ha scelto di farlo con la fotografia. Ad affiancarla nell’apprendimento delle basi tecniche c’era il noto fotografo subacqueo Pietro Formis, successivamente divenuto suo marito.
Ilaria, che ha iniziato a scattare con una compatta automatica nel 2021, ha letteralmente bruciato le tappe e oggi, a soli quattro anni di distanza, è una pluripremiata professionista impegnata a mostrare la bellezza, la complessità e la fragilità degli ecosistemi marini.
Siamo partiti dalla fotografia che le è valsa il primo premio nella categoria Our World dell’edizione 2025 del concorso internazionale VIEPA (Vienna International Photo Award) per ripercorrere insieme a lei il suo avvincente cammino nella fotografia subacquea… e non solo.
Ritratto in controluce, questo esemplare di pesce foglia rivela la sua struttura semi-trasparente e i dettagli della livrea. Specie comune nei reef tropicali dell’Indo-Pacifico, è stato fotografato ad Anilao, nelle Filippine. La sua forma e il movimento oscillante lo aiutano a confondersi con le alghe o le foglie morte.
Dati tecnici:
Fotocamera Sony A7R V, obiettivo Sony FE 90mm f/2.8 Macro G OSS, scafandro subacqueo Marelux, un flash subacqueo Marelux Apollo III. 1/200sec, f/18, ISO 250
Cosa vediamo nella fotografia con la quale hai vinto la categoria Our World del VIEPA 2025?
L’immagine [lo scatto in apertura di questo articolo, n.d.r.] ritrae un’enorme formazione di carangidi in movimento, fotografata nelle acque del Parco Nazionale di Cabo Pulmo, in Messico. Il branco compatto, che si muove come un unico organismo, crea un’impressionante ‘muro d’argento’ che sembra pulsare sotto la superficie. Ogni pesce riflette la luce del sole filtrata dall’alto, creando un gioco ipnotico. Ho utilizzato un’ottica grandangolare, avvicinandomi quanto più possibile per rendere la tridimensionalità e la forza dinamica di questo spettacolo naturale. Ho scattato a 1/80sec, f/14, ISO 640, servendomi di due flash subacquei.
Perché hai scelto di candidare proprio questo scatto?
Perché racconta la potenza e la bellezza della vita marina e simboleggia il successo delle operazioni di tutela delle aree marine. Cabo Pulmo è una delle aree marine protette più importanti del pianeta e ciò che si osserva nel mio scatto è un esempio concreto di come la natura possa rinascere e prosperare in contesti in cui le vengono concessi il tempo e lo spazio necessari per farlo.
Durante una particolare immersione notturna offshore (blackwater dive) ad Anilao, nelle Filippine, un minuscolo maschio di Argonauta argo (detto anche papernautilus) è stato fotografato all’interno di una colonia di tunicati pelagici. Una scena delicata, resa possibile solo grazie alle condizioni uniche delle immersioni lontano dalla costa, nel buio aperto dell’oceano.
Dati tecnici:
Fotocamera Sony A7R V, obiettivo Sony E 50mm f/2.8, scafandro subacqueo Marelux, due flash subacquei Inon Z-330. 1/250sec, f/18, ISO 800.
Quando hai scattato la tua prima fotografia sott’acqua e con quale attrezzatura?
Già prima di ottenere il brevetto subacqueo mi divertivo a ‘giocare’ con una compatta in apnea. Ho iniziato a scattare sul serio quando ho conosciuto mio marito, che è anche il mio maestro, e da lui ho imparato a gestire ISO, tempi e diaframmi. Presto ho capito che la fotografia non sarebbe rimasta una semplice passione, così da una compatta automatica sono passata a una compatta con comandi manuali e, dopo tre anni, eccomi a scattare con una mirrorless full frame. Amo la mia Sony A7R V perché mi permette di sfruttare diversi obiettivi, dal macro al grandangolo, adattandosi a ogni tipo di situazione. Al corredo si aggiunge ovviamente una custodia subacquea, che nel mio caso è marchiata Marelux.
Con quali soggetti hai iniziato a fare pratica di fotografia subacquea? Perché?
Ho iniziato fotografando soggetti molto piccoli e relativamente statici come nudibranchi e crostacei, ideali per imparare a gestire luce, composizione e messa a fuoco. La macrofotografia mi ha permesso di osservare il mare con occhi nuovi, scoprendo dettagli che spesso sfuggono anche ai sub più esperti.
Un piccolo blennide nascosto nel corallo cervello (fam. Mussidae) osserva l’ambiente circostante da una posizione protetta. La foto è stata scattata ad Anilao, nelle Filippine, celebre per la sua straordinaria macrofauna marina.
Dati tecnici:
Fotocamera Sony A7R V, obiettivo Sony FE 90mm f/2.8 Macro G OSS, scafandro subacqueo Marelux, un flash subacqueo Inon Z-330, soft snoot Marelux. 1/200sec, f/18, ISO 125.
Ci sono tecniche o soggetti che prediligi?
Prediligo la fotografia grandangolare, soprattutto quando posso immergermi in scenari marini come banchi di pesci o relitti colonizzati dalla vita. Mi piace anche la macrofotografia, che permette di scoprire i dettagli nascosti di creature minuscole e sorprendenti. Sono due generi diversi ma complementari e mentre la ripresa grandangolare aiuta a raccontare la potenza e la vastità del mare, la macro ne esalta la ricchezza di particolari. Ci tengo però a precisare che ritengo sia importante fotografare tutto, non solo ciò che è esteticamente bello, perché chi fotografa il mare può e deve essere un portavoce della natura, mostrandone sia la meraviglia, sia le fragilità.
Secondo il tuo punto di vista fa più presa sul pubblico una serie che mostri le bellezze del mondo sottomarino o un reportage, ad esempio sulla tutela di specie minacciate?
Credo che entrambe le strade abbiano un ruolo importante. Le immagini che mostrano la bellezza del mondo sottomarino sono fondamentali per innescare meraviglia e curiosità, emozioni che spingono le persone ad avvicinarsi al mare, mentre un reportage che mostri le problematiche ambientali, ad esempio, può toccare corde profonde e generare consapevolezza e responsabilità.
Famiglia di delfini tursiopi in pattugliamento nelle acque cristalline di Sharm el-Sheikh. I due piccoli nuotano protetti tra gli adulti, in un perfetto sincronismo che racconta tutta la forza del legame sociale di questa specie.
Dati tecnici:
Fotocamera Sony A7R V, obiettivo Canon EF 8-15mm f/4L, scafandro subacqueo Marelux. 1/500sec, f/8, ISO 1250.
Ci racconti qualche aneddoto o qualche “incidente di percorso”?
Durante un’immersione in Messico mi sono trovato faccia a faccia con un enorme leone marino maschio alfa. Sapevo che non avrei dovuto fissarlo negli occhi perché, a differenza degli squali con cui bisogna mantenere il contatto visivo, i leoni marini interpretano lo sguardo diretto come una sfida. A un certo punto mi è sfrecciato vicinissimo, tanto che ho sentito lo spostamento dell’acqua sopra di me. Istintivamente ho chiuso gli occhi e ho scattato alla cieca, sperando che non mi facesse nulla! È stato l’unico momento in cui ho provato un po’ di paura in tutto il viaggio, nonostante avessi passato due settimane tra squali toro, squali delle Galapagos e altre specie impressionanti.
Un giovane leone marino sfreccia curioso tra i subacquei, nei pressi dell’isola di Espíritu Santo, nel Mar di Cortez (Messico). Agili e socievoli, questi animali spesso interagiscono giocando con i sub in immersione.
Dati tecnici:
Fotocamera Sony A7R V, obiettivo Sony FE PZ 16-35mm f/4 G, scafandro subacqueo Marelux, due flash Marelux Apollo S. 1/200sec, f/11, ISO 400.
Come condividi le tue fotografie?
Condivido le mie fotografie principalmente attraverso i social, in particolare Instagram, dove posso raccontare le immagini con testi che spiegano il contesto, la tecnica o l’importanza del soggetto ritratto. Partecipo regolarmente a concorsi fotografici internazionali e, quando è possibile, pubblico su riviste di settore, dove spero di avere sempre più spazio in futuro.
Ti capita di riscontrare un cambio di atteggiamento, anche lieve, nei confronti della natura da parte di chi ha avuto modo di confrontarsi con le tue immagini e magari con i tuoi racconti?
Sì, mi capita spesso. Molti mi dicono di non aver mai immaginato quanta vita e quanta complessità ci siano sotto la superficie del mare. Alcuni, dopo aver visto le mie foto o letto ciò che condivido sui social o nelle interviste, mi hanno raccontato di aver iniziato a prestare più attenzione all’ambiente, anche con piccoli gesti quotidiani. Credo che la fotografia abbia il grande potere di far nascere curiosità, meraviglia e rispetto. Quando questo accade, sento di aver raggiunto davvero lo scopo del mio lavoro.
Un banco di pesci rasoio nuota in posizione verticale tra le acque limpide di Anilao, nelle Filippine. Questa specie si distingue per il comportamento unico e la colorazione argentata, che contribuiscono al loro efficace mimetismo tra coralli.
Dati tecnici:
Fotocamera Sony A7R V, obiettivo Sony FE 90mm f/2.8 Macro G OSS, scafandro subacqueo Marelux, un flash subacqueo Marelux Apollo S con snoot. 1/10sec, f/18, ISO 125.
Ti dedichi anche alla fotografia naturalistica fuori dall’acqua?
Sì, nell’ultimo anno ho iniziato a dedicarmi anche alla fotografia naturalistica fuori dall’acqua, ottenendo già buoni risultati a livello internazionale. Sto ampliando sempre di più il mio corredo fotografico, perché sento una forte attrazione per la natura e la sua bellezza e nutro un profondo senso di riverenza verso di essa. Non sfrutto la natura, ma cerco di esserne un portavoce, con amore, stupore e rispetto. Continuo a studiare la fotografia per affrontare al meglio le diverse situazioni e tecniche, sono in continua evoluzione e spero di migliorare costantemente.
Ripreso senza l’uso del flash, questo squalo leuca nuota sopra i resti metallici di un relitto nella sabbia di Cabo Pulmo, in Messico. Ho scattato questa foto inginocchiata sul fondo per motivi di sicurezza. Cabo Pulmo è una delle aree marine protette più importanti del Pacifico orientale, rifugio per numerose specie pelagiche.
Dati tecnici:
Fotocamera Sony A7R V, obiettivo Canon EF 8-15mm f/4L, scafandro subacqueo Marelux. 1/200sec, f/8, ISO 500.
Quali sono i pro e i contro di una passione condivisa con il proprio partner?
Condividere la passione per la fotografia con il proprio partner è una grande ricchezza, perché significa avere sempre qualcuno con cui confrontarsi, crescere e vivere esperienze uniche. Si diventa una squadra, ci si sostiene a vicenda e si sviluppa un linguaggio comune fatto di creatività, confronto e continua ispirazione. Ogni momento è buono per parlare di fotografia, anche a tavola… e spesso le nostre cene si trasformano in lunghe chiacchierate su progetti, idee e attrezzatura. I pro sono sicuramente tanti, condividere lo stesso amore per la fotografia ci permette di evolvere insieme e di vivere momenti indimenticabili.
Quindi tanti pro e nessun contro?
Finora nessun contro. Forse perché sono stata fortunata, o magari semplicemente perché ho una bella persona al mio fianco.
Una foresta di coralli molli dai toni accesi di rosa e giallo danza nella corrente di Sharm el-Sheikh, mentre una nuvola di anthias illumina la scena con i suoi colori caldi. Uno scorcio iconico del Mar Rosso, dove la biodiversità esplode in un tripudio di forme e sfumature.
Dati tecnici:
Fotocamera Sony A7R V, obiettivo Canon EF 8-15mm f/4L, scafandro subacqueo Marelux, due flash subacquei Inon Z-330. 1/125sec, f/14 ISO 400.
L’esperienza fotografica più avventurosa che avete vissuto finora?
L’esperienza più avventurosa è stato il nostro viaggio di nozze, fatto di tre settimane esclusivamente dedicate alla fotografia, da una parte all’altra del Messico. Ogni giorno era una nuova avventura, immersa in scenari spettacolari e circondata da una natura incredibile. Mi sono davvero sentita viva, lontano da tutto, completamente assorbita dalla bellezza del mare e dalla magia di poter raccontare quelle emozioni attraverso le mie foto.
Più o meno quanto occorre investire, oggi, per tuffarsi nella fotografia subacquea partendo da zero?
La fotografia subacquea è una passione meravigliosa, ma richiede un investimento importante. Per iniziare da zero, considerando una fotocamera compatta evoluta con scafandro, luci e accessori di base, si può partire da qualche migliaio euro. Se invece si sceglie subito un sistema mirrorless o reflex con ottiche intercambiabili e illuminatori più potenti, il budget può salire e raggiungere facilmente il costo di un’automobile. Il vero investimento, oltre all’attrezzatura, è il tempo, dato che per ottenere i risultati desiderati servono pratica, pazienza e studio.
Una rana pescatrice immortalata sul fondale roccioso della Liguria. Con la bocca spalancata in un enorme sbadiglio — o forse in attesa di una preda — questo predatore perfettamente mimetizzato mostra la sua straordinaria adattabilità e abilità alla caccia d’agguato.
Dati tecnici:
Fotocamera Sony A7R V, obiettivo Sony FE PZ 16-35mm f/4 G, scafandro subacqueo Marelux, due flash subacquei Inon Z-330. 1/40sec, f/18, ISO 320.
Una volta reperita l’attrezzatura, quali sono i primi passi che suggerisci di muovere?
Consiglio di iniziare con calma e per gradi. Prima di tutto è importante conoscere bene la propria fotocamera anche fuori dall’acqua e imparare a gestire tempi, diaframmi e ISO. Sott’acqua suggerisco di iniziare con soggetti statici e semplici, come nudibranchi o piccoli crostacei, per fare pratica con la messa a fuoco e la luce artificiale. Inoltre, è essenziale sviluppare una buona confidenza con l’assetto subacqueo, perché la stabilità e il rispetto per l’ambiente vengono prima di ogni scatto. Almeno all’inizio, non sarebbe male affidarsi a un bravo maestro e seguire un corso base, naturalmente diffidando dei tanti improvvisati. Un insegnamento corretto permette di costruire basi solide e, soprattutto, di ridurre considerevolmente i tempi di apprendimento.
Una medusa, probabilmente tagliata a metà dall’elica di una barca, continua a fluttuare con grazia nelle acque limpide, accompagnata da piccoli avannotti che trovano rifugio tra i suoi resti. Una scena delicata che racconta l’impatto delle attività umane sul fragile equilibrio marino.
Dati tecnici:
Fotocamera Sony A7R V, obiettivo Sony FE 90mm f/2.8 Macro G OSS, scafandro subacqueo Marelux, due flash subacquei Marelux Apollo S. 1/200sec, f/20, ISO 500.
Ti vengono in mente libri o nomi di fotografi ai quali ispirarsi?
Ammiro moltissimo fotografi come Paul Nicklen e David Doubilet, veri maestri nella capacità di raccontare il mondo sottomarino con immagini potenti e poetiche allo stesso tempo. Sicuramente, tra le mie fonti di ispirazione, c’è anche mio marito Pietro Formis, con cui condivido la passione per la fotografia e dal quale ho imparato tantissimo. Il mio preferito in assoluto è però Laurent Ballesta, che oltre a essere un fotografo straordinario, si dedica a un tipo di immersione fuori dal comune, tecnica ed estrema, che richiede preparazione e coraggio. Guardare i lavori di questi grandi fotografi mi stimola a crescere, non per imitare, ma per sviluppare sempre di più un linguaggio personale.
Un’ampia aggregazione di velelle, colonie di sifonofori che vivono galleggiando sulla superficie del mare grazie alla loro piccola ‘vela’.
Dati tecnici:
Fotocamera Sony A7R V, obiettivo Canon EF 8-15mm f/4L, scafandro subacqueo Marelux. 1/250sec, f/16, ISO 1250.
Tra i tuoi scatti ce n’è uno in cui la superficie dell’acqua è quasi del tutto ricoperta di curiosi esseri viventi di colore blu.
Sì, è una foto che ritrae un’ampia aggregazione di velelle, colonie di sifonofori che vivono galleggiando sulla superficie del mare grazie alla loro piccola ‘vela’. Trasportate da vento e correnti, formano talvolta grandi accumuli come questo, creando incredibili giochi di luce e colore sull’acqua. Io non ho esitato a tuffarmici in mezzo per poterle fotografare da vicino.
Due esemplari interagiscono giocando in modo energico tra le onde, nei pressi dell’isola di Espíritu Santo, nel Mar di Cortez, in Messico. Le lotte simulate sono comuni tra i giovani individui e fanno parte del loro comportamento sociale.
Dati tecnici:
Fotocamera Sony A7R V, obiettivo Canon EF 8-15mm f/4L, scafandro subacqueo Marelux, due flash subacquei Marelux Apollo S. 1/200sec, f/9, ISO 500.
La foto che ti ha emozionata di più fino a oggi?
La foto che mi ha emozionato di più è proprio quella scattata a Cabo Pulmo, con il grande branco di carangidi. Trovarmi immerso in quel muro argentato in continuo movimento è stata un’esperienza unica: sembrava di far parte di un organismo vivente più grande di me. È stato un momento in cui ho percepito tutta la potenza e l’armonia della natura, e ho provato una gratitudine immensa per essere lì, testimone di quella vita pulsante.
Ben mimetizzato sul fondale sabbioso, questo pesce prete è stato fotografato durante un’immersione notturna a Rijeka, in Croazia. La specie è comune nel Mediterraneo e si caratterizza per la posizione rivolta verso l’alto degli occhi e della bocca, adattamento utile per cacciare in agguato.
Dati tecnici:
Fotocamera Sony A7R V, obiettivo Sony FE 90mm F/2.8 Macro G OSS, scafandro subacqueo Marelux, un flash subacqueo Marelux Apollo S con snoot. 1/200sec, f/20, ISO 640.

Bio e contatti
Ilaria Mariagiulia Rizzuto è nata a Verona nel 1988, è cresciuta praticando sport acquatici, immersioni e apnea e sin da bambina ha instaurato un legame profondo con il mondo sommerso.
Nel 2021 ha intrapreso il percorso della fotografia subacquea, guidata dal compagno e mentore Pietro Formis. Sin dai primi scatti ha ottenuto importanti riconoscimenti nell’ambito di concorsi internazionali come Ocean Art, MyShot, UPY (Underwater Photographer of the Year), Mare, Proteus, Asferico, IBC Photo Awards, Galathea, World Nature Photography Awards, Memorial María Luisa e Viepa. Nel 2024, ha ricevuto il prestigioso Og. Picoty come Fotografa Emergente dell’anno.
Ha collaborato con Formis alla realizzazione di riprese subacquee: nel 2022 è stata aiuto operatore per il documentario Divina, dedicato a Federica Pellegrini, e nel 2024 ha partecipato come operatrice video subacquea alla documentazione del record mondiale paralimpico di apnea sotto i ghiacci.
Ilaria è ambassador per Marelux e Beuchat.
ilariamariagiulia.com
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