Ore 06.43 del mattino: un fotografo, un cielo tinto di rosa dall’alba, un capriolo.
L’incontro è inaspettato, come capita spesso a chi cerca buone fotografie e sensazioni memorabili in mezzo alla natura selvaggia. Il fotografo che al sorgere del sole del 3 settembre 2023 ha saputo cogliere l’attimo è Gabriele Casini.
Gabriele Casini cercava il cervo rosso nel pieno della stagione degli amori, un soggetto irresistibile per la maggior parte degli appassionati di fotografia naturalistica. “Il luogo che prediligo per cercarlo”, ha raccontato il fotografo, “è il Parco Regionale dei Laghi di Suviana e Brasimone, un territorio incastonato sull’Appennino Tosco-Emiliano in provincia di Bologna, caratterizzato da un incantevole paesaggio collinare e montuoso che alterna estesi prati a boschi di castagni, querce e faggi, che all’inizio dell’autunno tingono il panorama di bellissime sfumature calde”.
Anziché in un maestoso esemplare di cervo in amore, però, Gabriele si è imbattuto in un capriolo, un ungulato dalle dimensioni più contenute e dalla silhouette snella ed elegante, apprezzato per i movimenti aggraziati e per l’espressione che ispira tenerezza.
Nella fattispecie, l’esemplare ritratto è una femmina con cucciolo al seguito, avvistato dal fotografo ma escluso dalla composizione perché rimasto nascosto a qualche metro di distanza dalla madre.
Cosa serve per ottenere una buona fotografia naturalistica?
Lo diciamo spesso e lo ribadiamo volentieri: per aumentare le probabilità di portare a casa una fotografia di fauna selvatica di cui essere soddisfatti è indispensabile studiare gli animali, il loro comportamento e le loro abitudini e conoscere il territorio su cui ci si muove.
Tuttavia, scovare il soggetto non basta: una volta avvistato un animale occorre saper gestire l’attrezzatura fotografica con prontezza e consapevolezza e magari previsualizzare l’eventuale ottimizzazione dell’immagine che si potrà ottenere con una buona postproduzione.
Il prezioso supporto della postproduzione nella fotografia naturalistica
L’impressionante progresso dei software di elaborazione delle immagini consente oggigiorno di rimediare a molti dei limiti fisiologici della fotografia, senza stravolgere il risultato finale e, se il fotografo è onesto, senza troppo facilitare il lavoro di ripresa sul campo. È il caso di Gabriele, che si è trovato a scattare nella condizione di scarsa luminosità tipica dei momenti più idonei a incontrare animali in natura, accettando il compromesso della sottoesposizione del soggetto, consapevole del possibile recupero in postproduzione.
Attrezzatura e dati di scatto
Il fotografo, appostato nella vegetazione con abbigliamento mimetico, ha utilizzato una reflex APS-C Canon EOS 90D e un obiettivo Tamron SP 150-600 mm F/5-6.3 Di VC USD G2. Conoscendo pregi e difetti del suo corpo macchina, Gabriele ha impostato la sensibilità ISO a 800 per contenere l’inevitabile insorgere del disturbo. Il diaframma chiuso a f/8 ha restituito un’immagine dalla buona profondità di campo e il tempo di esposizione mantenuto a 1/100sec per non dover alterare gli altri parametri è stato rischioso, ma ben gestito.
Come ottimizzare la fotografia di un capriolo all’alba in postproduzione
Una volta trasferito il file sul computer, Gabriele ha rimosso il rumore digitale utilizzando il software di IA Topaz Labs Denoise. Successivamente, in Adobe Lightroom CC, ha effettuato le seguenti regolazioni: ottimizzazione di luci e contrasti, lieve correzione di colori e saturazione, miglioramento della nitidezza e della texture dell’immagine, rimozione delle imperfezioni con appositi pennelli e ritaglio. Per concludere, l’autore ha esportato la fotografia in diversi formati e risoluzioni a seconda della destinazione d’uso (ad esempio per la pubblicazione sui social media o per la stampa).
Qualcosa in più sulla fotografia naturalistica di Gabriele Casini
Gabriele Casini (Bologna, 1998) ama gli animali e il birdwatching dai tempi in cui era bambino. Qualche anno dopo aver iniziato a dedicarsi alla fotografia si è avvicinato al genere naturalistico, più precisamente durante il lockdown del 2020, quando ha cominciato a sperimentare dal balcone di casa per scoprire una grande passione.
“L’aspetto che amo maggiormente di questo genere fotografico – ci ha raccontato Gabriele – è la possibilità di vivere e osservare aspetti della natura che per la maggior parte delle persone risultano lontani, sconosciuti e talvolta invisibili, probabilmente per via di una mancanza di sensibilità rispetto a ciò che si ha intorno e a un’incapacità di osservare la vita al di fuori della nostra società e dei suoi canoni. Mi piace non poter scegliere volontariamente un soggetto, adeguarmi a ciò che capita sul mio cammino e fare il possibile per coglierne il meglio attraverso la fotocamera, mentre assaporo la fugace ma preziosa opportunità di essere così vicino ad un animale selvatico”.
@gabrielecasini_wildlifephoto
- reflex APS-C Canon EOS 90D
- Tamron SP 150-600 mm F/5-6.3 Di VC USD G2 a 500mm
- 1/100sec
- f/8
- 800
- treppiedi Dorr Racer CR-1700
- rimozione del rumore digitale tramite Topaz Labs Denoise; regolazione di luci, contrasti, colori e nitidezza in Adobe Lightroom CC
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