Un premio dietro l’altro, pubblicazioni internazionali e prestigiose collaborazioni: la popolarità della produzione fotografica di Armand Sarlangue è sconfinata come i paesaggi mozzafiato che sorvola con il suo infallibile drone.
Armand Sarlangue, portento della fotografia di paesaggio, è cresciuto con le arti visive nel sangue. Figlio di un fotografo professionista, ha iniziato a produrre le proprie immagini a vent’anni, partendo dal reportage e dalla fotografia in studio, affiancando poi il padre per oltre dieci anni nell’azienda di fotografia pubblicitaria di famiglia. Oggi il giovane fotografo francese si dedica a tempo pieno alla natura, l’unico soggetto che davvero lo appassiona e gli consente di raccontare le proprie emozioni mettendo in pratica tutti gli insegnamenti del padre, mentore di una vita scomparso nel 2020.
Dai suoi numerosi viaggi in giro per il mondo Sarlangue ha saputo riportare a casa innumerevoli souvenir dalla bellezza travolgente: fotografie in cui luce, forme e colori suggeriscono sensazioni vivide, tanto piacevoli da indurre l’osservatore a indugiare a lungo sui suoi maestosi paesaggi che non sembrano di questo mondo. L’autore si documenta in anticipo sulle mete che raggiungerà, quindi studia prima della partenza, ma all’occorrenza sa lasciarsi sorprendere dall’unicità del momento, invertendo la rotta senza forzare la mano. Il segreto dell’impatto che hanno le sue fotografie va cercato proprio nel “dialogo” tra la sua competenza tecnica, la sensibilità e la disponibilità ad assecondare l’imprevedibilità della natura. Le fotografie pubblicate in questo articolo, raccontate in prima persona dall’autore nei testi che le accompagnano, sono state realizzate con un drone DJI Mavic Pro 2 e con una fotocamera reflex Nikon D850 abbinata a un Nikkor 24-70mm e un 14-24mm.
“Convergence in the Dark” – Colorado Plateau, 2019
“Nel 2019 sono stato invitato a San Francisco dalla California Academy of Sciences per il lancio della mostra del BigPicture, e ho deciso di trattenermi negli Stati Uniti per un mese per realizzare un progetto sulle badlands americane, terre aride nello Stato del Dakota del Sud caratterizzate da suggestive formazioni calanchive. Ho scattato Convergence in the Dark nella zona del Factory Butte, una specie di collina isolata dalla cima piatta sulla quale ho fatto volare il mio drone DJI Mavic Pro 2. Ho impostato un bilanciamento del bianco molto freddo per personalizzare la rappresentazione di questo paesaggio dalla geologia sovrannaturale, frutto di migliaia di anni di erosione. L’immagine, che fa parte di un portfolio intitolato Shapes of Times, ha vinto il Curator Award degli Epson International Pano Awards 2020, una menzione della giuria del Travel Photographer of the Year 2020 ed è rientrata tra le prime 101 fotografie dell’International Landscape Photographer of the Year dello stesso anno. Convergence in the Dark è stata pubblicata in numerosi libri fotografici e articoli online (a cura di Natgeo, BBC news, The Atlantic, MyModern Met e altri) ed esposta all’interno della mostra del Travel Photographer of the Year (2021) e all’Xposure Photo Festival del 2022”.
“Lifeline”
“I ghiacciai sono i guardiani del nostro pianeta dalle epoche più remote, e quando ne osservo uno vedo un’entità piuttosto che una cosa. Assistere al rapido scioglimento di questi custodi del tempo è doloroso e preoccupante per l’intero ecosistema. Questa panoramica a 360° del ghiacciaio Skaftafellsjökull, in Islanda, consente di ammirare all’interno dello stesso fotogramma alcuni elementi del panorama che non si potrebbero apprezzare contemporaneamente dal vivo: l’immagine include, infatti, il ghiacciaio e il fiume che scorrerebbe alle spalle dell’osservatore nel caso in cui egli si trovasse fisicamente di fronte al gigante di ghiaccio. Avevo pianificato di trascorrere quel giorno sugli altopiani, ma il meteo islandese è capriccioso, e visto l’arrivo della pioggia ho deciso di muovermi lungo la costa meridionale. Sono arrivato sul luogo in cui ho scattato la fotografia intorno al tramonto. Era nuvoloso, ho iniziato a camminare per avvicinarmi il più possibile al ghiacciaio, e quando ho capito che sarei arrivato troppo tardi mi sono fermato e ho alzato il mio drone dal punto in cui mi trovavo. È interessante che l’idea di includere il fiume nella composizione sia sopraggiunta solo quando ho capito che avrei dovuto cambiare approccio per via dell’ora tarda. È un ottimo esempio di come le coincidenze possano diventare elementi decisivi della fase creativa. Se fossi arrivato un’ora prima sarei sicuramente salito sul secondo ghiacciaio, lo Svínafellsjökul, e questa fotografia non sarebbe mai esistita. La documentazione visiva dei ghiacciai è estremamente importante perché, vista la rapidità del loro discioglimento, le fotografie che saranno scattate in futuro appariranno in qualche misura diverse da quelle di oggi. Lifeline è rientrata tra le prime cinquanta immagini degli Epson International Pano Awards 2022, ed è stata pubblicata dal Times e NatGeo Spagna”.
“Ibuki”
“Questa panoramica è stata presa dal costone settentrionale del Grand Canyon, USA, ed è il risultato dell’unione di 18 pose ottenute con una Nikon D850 abbinata a un Nikkor 24-70mm. Di solito ricorro al formato panoramico per creare immagini uniche di luoghi che già sono stati fotografati da molte altre persone. Il formato panoramico offre infinite nuove possibilità compositive mantenendo inalterata l’autenticità della foto. In questo caso il cielo coperto, tipico delle tempeste estive, con la luce che filtrava dalle nubi, ha creato un’atmosfera impagabile”.
“Life’s Path”
“Ho realizzato questa fotografia l’ultimo giorno del mio soggiorno islandese del 2021, durante un volo durato tre ore. Ero a bordo di un Cessna privato, assieme a un pilota locale, per sorvolare gli altopiani e i fiumi glaciali. L’intento iniziale era quello di scattare durante la golden hour, ma le condizioni meteorologiche di quei giorni non me lo avevano consentito. Tuttavia il caso mi ha favorito ancora una volta, e ho capito che essere obbligato a fotografare più tardi del previsto mi ha offerto condizioni di luminosità uniche, delle quali non avrei potuto approfittare all’alba o al tramonto. Questa foto per me è una metafora del potere dell’acqua di generare vita: la sabbia scura inizia a ricoprirsi di vegetazione attorno a un fiume sebbene la portata del corso d’acqua sia esigua. Sorvolando gli altopiani ho potuto percepire l’immensità di quei paesaggi, sensazione che mi è preclusa quando fotografo servendomi del drone. C’è un aneddoto divertente collegato a questa esperienza. Eravamo già in quota quando il pilota mi ha chiesto il consenso per una sosta: aveva bisogno di fare pipì e siamo atterrati su una piccola pista. Non immaginavo si potesse atterrare negli altopiani islandesi, e invece pare che un gruppo di amici piloti, compreso quello dell’aereo su cui stavo viaggiando, si riunisca per farlo una volta l’anno. Si tratta di una sorta di raduno di aerei che si trasforma in una vera e propria festa. Ho scattato questa fotografia con la mia Nikon D850 e l’obiettivo Nikkor 24-70mm”.
“À perte de vue”
“Il 2020 è stato un anno complicato. A gennaio ho perso mio padre, che è stato il mio mentore della fotografia nonché il mio socio nella nostra azienda di fotografia pubblicitaria. Poi è arrivato il Covid-19, privando chiunque della libertà di viaggiare e di incontrare i propri amici. Con l’arrivo dell’estate io e la mia ragazza abbiamo deciso di partire per un viaggio di qualche settimana sui Pirenei ed è stato come tornare a respirare. Abbiamo esplorato tante zone remote e campeggiato in natura o nel nostro van e dopo due settimane siamo arrivati in Spagna, all’Embalse de Vadiello, un bacino idrico tra le montagne di Guara, nella provincia di Huesca. Sono stato immediatamente colpito dalla bellezza del luogo: l’acqua aveva un colore molto particolare, così come lo erano i rilievi, sembrava il paradiso sulla Terra. Quel paesaggio rappresentava tutta la positività che eravamo riusciti a riconquistare nel corso delle nostre avventure di viaggio. Quando mi trovo in luoghi come questo ho bisogno di catturarne l’essenza, così siamo stati qualche giorno in più esplorando la zona, fino a quel tramonto in cui ho avuto la sensazione che tutti gli elementi fossero al posto giusto. Per creare una prospettiva d’impatto e includere il paesaggio nella sua interezza ho optato per una panoramica a 360°”.
Il giovane autore francese Armand Sarlangue, esperto fotografo da una vita, si è recentemente dedicato alla vendita di NFT (non fungible token) delle sue immagini. I token, che ricordiamo essere informazioni digitali che conferiscono un diritto di proprietà, si definiscono non fungibili quando sono unici, non replicabili e non divisibili, proprio come nel caso di opere d’arte digitale.
I token vengono pubblicati in modo univoco sulla blockchain, un archivio decentralizzato nel web e potenzialmente accessibile a tutti, in cui vengono registrate le transizioni di beni digitali, siano essi criptovalute, opere collezionabili o altro.
Ad alcune delle sue immagini, dunque, Sarlangue ha applicato una specie di marchio che ne sancisce la proprietà, per poi venderle ai collezionisti d’arte digitale. “Prima dello sviluppo di questa tecnologia – spiega l’autore – era impossibile distinguere un’opera originale da una copia, e di conseguenza il collezionismo non era praticabile. Quando registro una mia creazione nella blockchain posso dettare alcune condizioni sui diritti commerciali e scegliere, ad esempio, la tiratura di ogni immagine, un po’ come le edizioni limitate delle fotografie stampate. Oltretutto questo procedimento offre alle opere digitali una garanzia di vita di gran lunga superiore a quella del loro creatore. In altre parole le mie fotografie continueranno a far parte della blockchain anche quando io non ci sarò più”.
Bio
Armand Sarlangue nasce a Nantes (Francia) nel 1985. Figlio d’arte, collabora con il padre a partire dall’età di vent’anni, e da quindici anni a questa parte si definisce un fotografo a tempo pieno. Un paio d’anni fa, dopo la scomparsa del padre, decide di dedicarsi esclusivamente alla fotografia naturalistica e di paesaggio, che considera uno strumento per aiutare gli altri a connettersi con le bellezze del nostro pianeta. Le sue immagini sono state premiate decine di volte ed esposte in mostre internazionali come l’Exposure Photography Festival e il festival Siena Awards, nell’ambito del quale si è aggiudicato il titolo di vincitore assoluto dei Drone Awards nel 2022 con la fotografia aerea intitolata Big Bang. Il lavoro di Sarlangue è stato anche incluso in diversi libri fotografici e presentato, tra gli altri, da Natgeo, Geo Magazine, M6 TV, France TV, The Guardian, Paris Match, Vanity Fair, Australian Photography Magazine e BBC News.
Al di là della sua principale attività, Armand Sarlangue è un educatore fotografico, tiene workshop personali e per conto della compagnia Daniel Kordan tours, ed è partner di Skylum Global nella vendita di preset e altri prodotti; infine, commercializza direttamente le proprie stampe fotografiche.