Alessandro Penso, uno sguardo sull’immigrazione
Poco più di un anno fa iniziava l’invasione russa dell’Ucraina, atto finale estremo di un conflitto, iniziato nel 2014, che non sembra voler ancora avere termine. Molti sono stati i giornalisti e i fotoreporter accorsi per raccontare i primi momenti di tale inasprimento bellico, tra loro anche Alessandro Penso, fotografo di fama internazionale, vincitore nel 2014 della categoria General News del World Press Photo con l’immagine Temporary Accomodation che racconta l’emergenza profughi provenienti dalla Siria in Bulgaria. Nel tempo, Alessandro ha concentrato la sua attenzione e il suo impegno come fotografo sul tema dell’immigrazione e sui flussi di rifugiati nelle aree del Mediterraneo.
Fotografie che raccontano i rifugiati ucraini
Quando l’esercito russo ha invaso l’Ucraina, e la popolazione si è trovata costretta ad abbandonare le proprie case per trovare rifugio nei paesi limitrofi come la Polonia, Alessandro Penso ha deciso di recarsi proprio lì, al confine, per raccontare la storia di quelle persone che stavano lasciando alle spalle tutta la loro vita per cercare un futuro di salvezza.
Tre storie di vita e di guerra
Abbiamo chiesto ad Alessandro di raccontarci il suo viaggio tra la gente che scappava dalla guerra, un racconto cadenzato dalle sue immagini e dalla sua voce che ci conduce alla scoperta della storia di quelle vite catapultate nel limbo tra il loro passato e il loro futuro.
Le immagini di Alessandro Penso si posizionano sul conflitto russo-ucraino come un telescopio, che dal macro arriva al micro, riuscendo a trasmettere contemporaneamente che cosa una guerra produca a livello sociale e comunitario ma anche a livello personale e specifico. Le storie, le persone, sono questi i focus che Alessandro Penso persegue nei suoi progetti. E nel mondo le storie e le persone da raccontare sono infinite.
Per conoscere meglio il lavoro di Alessandro Penso: www.alessandropenso.com