Chi si sognerebbe di affiancare santi, martiri e divinità a grovigli di fili elettrici, buchi nelle pareti e disordinati fogli di pluriball? Alessandra Baldoni (Perugia, 1976) lo ha fatto senza indugio, mettendo insieme sei dittici fotografici esposti presso Lab 1930 di Milano fino al 20 dicembre nella mostra intitolata Pigre divinità e pigra sorte. Le “strane coppie” nascono dal contatto con le prestigiose opere della Galleria Nazionale dell’Umbria che l’autrice ha avuto il privilegio di ammirare e fotografare in solitudine nel pieno di una metamorfosi estetica e funzionale della Galleria ultimata lo scorso giugno.
Opere d’arte dal valore inestimabile le sono apparse, in quella precisa circostanza, “nude”, vulnerabili e temporaneamente prive della loro sacralità.
In principio gli accostamenti spiazzano l’osservatore, ma solo per un tempo ridotto: in pochi istanti l’occhio inizia a cogliere delle coinvolgenti assonanze, e apprezza compiaciuto gli elementi di contatto che l’autrice mette in mostra in queste composizioni semplici e schiette. C’è un imballaggio che richiama un drappo, un ripiano impolverato su cui sembra essersi appoggiato il protagonista bidimensionale del dipinto che gli sta accanto: Baldoni isola con criterio alcuni frammenti delle opere osservate mettendoli in contatto con dei materiali o degli strumenti pratici semplici, banali ma funzionali a qualsiasi operazione di trasformazione di un luogo.
“Alessandra Baldoni – recita il comunicato stampa della mostra – narra uno smarrimento, personale e delle opere stesse, di fronte a una transizione che ha segnato un cambiamento epocale per un luogo come la Galleria Nazionale dell’Umbria che oggi guarda avanti con nuovi modi di raccontare e vivere l’arte, tra passato e contemporaneità. I dittici fotografici in mostra a Milano – uno dei quali entrerà a far parte della collezione permanente della Galleria Nazionale dell’Umbria – riflettono sulla trasformazione e la persistenza del sacro e del sublime in una fase di passaggio. […] Il caos generato durante la fase di riallestimento della Galleria Nazionale dell’Umbria, insieme ai segni-impronta lasciati dalle opere staccate dalle pareti o spostate dal pavimento, diventano per Alessandra Baldoni tracce di un trapasso temporaneo, trasformando opere d’arte che solitamente incutono stupore e rispetto in esistenze fragili e vulnerabili del sublime”.
Le opere esposte, ognuna delle quali rimanda idealmente all’altra senza per questo arrivare mai a una narrazione lineare, sono accompagnate da brevi suggestioni poetiche scritte dalla stessa artista.
L’intera serie delle opere fotografiche che compongono “Pigre divinità e pigra sorte” è contenuta nel photobook edito da Lab 1930 a tiratura limitata e firmato dall’autrice.
In aggiunta al photobook viene stampato un libro d’artista in trenta esemplari firmati e numerati con la cover personalizzata manualmente dalla fotografa.
Inoltre, ogni libro d’artista contiene la stampa Fine Art di un dittico di Alessandra Baldoni che non compare in mostra, realizzato ad hoc per il libro in tre differenti formati – piccolo, medio e grande – e con tre diversi soggetti, uno per ogni formato.
Alessandra Baldoni. Pigre divinità e pigra sorte
- A cura di Elena Carotti
- Lab 1930. Fotografia contemporanea, via Mantova, 21 (MI)
- dall’8 novembre al 20 dicembre 2022
- Su appuntamento martedì e giovedì dalle 16 alle 19
- ingresso gratuito
- Per informazioni al pubblico e appuntamenti elena@lab1930.com