Ci lascia Gian Paolo Barbieri, uno dei più significativi rappresentanti della fotografia di moda virtuosa. Sembrava che la creatività gli scorresse nelle vene, che mettere insieme estro, luce e buon gusto gli venisse del tutto naturale.
“In realtà, non avevo mai pensato di fare il fotografo, non ho mai studiato fotografia”, ci aveva raccontato nella nostra ultima intervista. Eppure, Barbieri fotografo ci è diventato eccome, uno di quelli che lasciano un segno ben marcato nella fetta di storia che attraversano.
Era partito dal teatro, perché voleva fare l’attore, ma poi gli eventi hanno fatto il loro corso ed eccolo tra i nomi della fotografia di moda più apprezzati a livello internazionale.
Gian Paolo Barbieri: una fotografia inimitabile
Colto, ironico, dalla mente vivace, Gian Paolo Barbieri ha messo a punto la sua fotografia innovativa e ingegnosa facendo leva sulla complicità con gli stilisti che, con l’avvento del Made in Italy degli anni ’70, hanno portato una ventata di novità nel mondo del costume e della moda.
Barbieri ha firmato inconfondibili fotografie d’autore, spesso realizzate su set eclettici in location esotiche, immagini ricche di rimandi alla storia dell’arte e al cinema, che ritraggono modelle disinvolte e sensuali in pose non convenzionali, illuminate con schemi di luce impeccabili.
Il saluto della Fondazione Gian Paolo Barbieri
“Barbieri, classe 1935 – scrive la Fondazione Gian Paolo Barbieri nel comunicato stampa diramato ieri, 18 dicembre 2024 – lascia un’eredità artistica senza pari, che ha segnato la storia della moda e della fotografia internazionale.
Con il suo obiettivo, Barbieri ha saputo raccontare non solo l’eleganza e il fascino delle sue modelle, ma anche l’anima della moda italiana, elevandola a forma d’arte. Dalle iconiche campagne pubblicitarie per Valentino, Armani e Dolce & Gabbana, agli scatti che hanno arricchito le pagine di Vogue Italia, Vogue America, Vogue Paris e Vogue Germania, la sua visione unica ha influenzato generazioni di fotografi, lasciando un segno indelebile nel mondo del fashion design e della comunicazione visiva. […] Con la sua scomparsa, perdiamo non solo un maestro, ma anche un uomo che ha dedicato la vita alla bellezza, alla creatività e alla ricerca della perfezione artistica”.
La vita di Gian Paolo Barbieri
Gian Paolo Barbieri nasce nel 1935 in via Mazzini, nel centro di Milano, in una famiglia di grossisti di tessuti.
Muove i primi passi nell’ambito del teatro, come attore e scenografo, per poi trasferirsi a Parigi nel 1960, diventando assistente del celebre fotografo di Harper’s Bazaar Tom Kublin.
Nel 1962 apre il suo primo studio a Milano, dove comincia a lavorare nella moda scattando semplici campionari e pubblicando servizi fotografici su Novità, la rivista che nel 1965, diventerà Vogue Italia.
La sua sensibilità quasi pittorica per il set design, l’acconciatura e il trucco, cattura l’attenzione dell’élite della moda, permettendogli di pubblicare su riviste internazionali, tra cui Vogue Italia, Vogue America, Vogue Paris, Vanity Fair e GQ.
La sua carriera si intreccia con nomi di spicco, come Diana Vreeland, Yves Saint Laurent e Richard Avedon e con le attrici e le top model più iconiche di tutti i tempi: Audrey Hepburn, Monica Bellucci, Jerry Hall, Veruschka, Naomi Campbell ed Eva Herzigová, solo per citarne alcune.
Negli anni Sessanta, Settanta e Ottanta, le campagne commerciali di Barbieri contribuiscono a definire la voce creativa dei brand più famosi della moda: Walter Albini, Gianni Versace, Valentino, Giorgio Armani, Gianfranco Ferré, Yves Saint Laurent e Vivienne Westwood. Gli anni Novanta portano Barbieri a compiere diversi viaggi alla scoperta della cultura, senza limiti. Viaggi che uniti alla curiosità per Paesi lontani e gruppi etnici diversi, per la natura e per gli oggetti più disparati, seguendo le sue ispirazioni, daranno vita poi a meravigliosi libri fotografici, in cui luoghi e realtà lontane verranno raccontati attraverso il suo impeccabile gusto.
Nominato nel 1968 dalla rivista Stern come uno dei quattordici migliori fotografi di moda al mondo, i suoi lavori fanno anche parte delle collezioni del Victoria & Albert Museum e della National Portrait Gallery di Londra, del Kunstforum di Vienna, del Musée du Quai Branly di Parigi.
Nel 2017 Barbieri ha dato vita alla sua Fondazione, che ha come scopo principale la conservazione, la tutela, la gestione, la protezione, l’acquisizione, l’archiviazione, la catalogazione, l’autenticazione e la promozione dell’archivio e delle opere del suo fondatore, con l’intento di divulgare la cultura fotografica in Italia e nel resto del mondo.
Nel 2022 è stato presentato al pubblico Gian Paolo Barbieri, l’uomo e la bellezza il docu-film che ripercorre la vita dell’artista e apre una finestra sul mondo di cui è stato testimone.
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