Fotografare il paesaggio all'alba: non è meglio aspettare il tramonto?
Negli ultimi tempi Andrea Correale ha condiviso con noi molte immagini tra le quali sono emerse alcune albe avvincenti. L’abbiamo contattato per farci raccontare di questa sua predilezione per un momento della giornata dove la maggior parte di noi è ancora tra le braccia di Morfeo.
E abbiamo scoperto che Andrea sa entrare in sintonia con l’ambiente che fotografa, che osserva senza l’ossessione dello scatto a tutti i costi, con la giusta lentezza, attribuendo alla fotografia il ruolo di condimento di un’esperienza, il calarsi nel paesaggio, di per sé meritevole di essere vissuta.
Ciò non di meno, Andrea sa bene che l’alba non è il tramonto, che non basta il sole basso sull’orizzonte, o appena sotto, a creare le condizioni perfette per una fotografia di paesaggio da incorniciare. L’alba ha toni diversi dal tramonto, perché la notte dà tempo al pulviscolo atmosferico di posarsi rendendo l’aria più neutra al passaggio della luce solare. È più difficile, anche se non impossibile, vedere un’alba infuocata, con quei toni caldi che spesso invece troviamo al tramonto.
Piuttosto al mattino troviamo toni del viola, del rosa, del rame, quindi verso la zona più fredda dello spettro, sfumature che donano ai paesaggi un aspetto più prezioso, più raro, proprio perché tipico di una fase della giornata alla quale la maggior parte di noi assiste poche volte l’anno e magari non sempre per diletto. Spesso, inoltre, l’alba è caratterizzata da condizioni atmosferiche tipiche e fuggevoli, per temperatura e umidità. La rugiada mattutina, ad esempio, è in grado di modificare la qualità della luce riflessa dal paesaggio stesso.
L'alba, un talento nelle variazioni sul tema
Quanto appena detto, però, non è una regola, anzi… E proprio parlando di sfumature antelucane Andrea ci ha raccontato di un angolo prediletto in terra di Scozia, dove ama piazzare il treppiedi attendendo che la luce dell’alba dipinga uno scorcio dell’isola di Skye con tinte quasi mai prevedibili. Per questo, dopo la variegata galleria di immagini realizzate all’alba che avete appena apprezzato, vi proponiamo un trittico di immagini realizzate dallo stesso punto, anche se con lievi differenze di inquadrature, nei minuti prima e dopo il sorgere del sole, a metà ottobre dello scorso anno.
Tre “tentativi” per cogliere la luce giusta che Andrea aveva in mente, ma che, complice il clima piovoso che spesso è dato trovare in Scozia, tardava a manifestarsi. Per più giorni Andrea è tornato nello stesso punto di ripresa, ottenendo sempre comunque immagini di impatto, dal forte carattere.
Il primo tentativo ha luogo proprio durante uno scroscio di pioggia: il cielo abbastanza luminoso ma carico di umidità smorza i colori, attenua il contrasto e conferisce all’immagine un sapore decisamente malinconico.
Il giorno successivo è molto nuvoloso ma non piove e Andrea sfrutta subito la luce purpurea dell’aurora per il secondo tentativo. Le nubi illuminate dal basso fanno da pannello riflettente, si tingono di quei toni gentili ma freddi di cui si scriveva qualche riga più su e li trasmettono ai due laghi vicini e al sottile nastro d’asfalto che appare di piombo.
È questa la nostra alba scozzese preferita, ma non l’abbiamo confessato ad Andrea che invece cercava la luce della terza immagine, scattata qualche minuto dopo, appena sorto il sole e prima che questo si nascondesse dietro la coltre di nubi per tutto il resto della giornata. Qui la luce è calda, o forse “tiepida”, ma dura: proietta ombre nette e disegna i rilievi dando loro tridimensionalità. I piani di lettura del paesaggio sono infiniti, con tinte che vanno desaturandosi e dettagli che si ammorbidiscono verso l’orizzonte, mentre in primo piano un arbusto crea un punto di riferimento dimensionale.
Qual è la vostra preferita? E perché? Si vi fa piacere, scrivetelo nei commenti!
Chi è Andrea Correale
Classe 1989, nato e cresciuto a Ravenna, ha scoperto la fotografia circa 15 anni fa, ma solo dal 2021 ha dato un impulso alla sua passione, concentrandosi sul paesaggio. Alla ripresa ha poi affiancato la divulgazione della fotografia, che pratica attraverso coinvolgenti video (più avanti trovate i suoi contatti). E non è escluso che l’insegnamento non trovi un assetto più strutturato con corsi organizzati.
Andrea ha percorso una lunga strada in fatto di attrezzature, iniziando con una bridge, per poi inanellare una serie di reflex Nikon e approdare, infine, alle mirrorless, prima con Fujifilm e poi di nuovo con Nikon. Ora utilizza una Z7 con gli zoom 14-30mm f/4, 24-70mm f/4, 24-200mm e 100-400mm.
Non gira quasi mai senza il suo treppiedi, un FLM privo di colonna centrale, sostituita da un sistema di livellamento rapido a semisfera che trova prezioso per la velocità con cui può mettere in bolla la testa a due vie, mentre la fotocamera ha una staffa a L con scanalature Arca Swiss per il passaggio rapido al formato verticale.
La postproduzione è ridotta al minimo, scatta in RAW che ora sviluppa con Capture One, il software che al 99% gli consente di generare l’immagine definitiva senza ulteriori applicazioni. Di seguito i suoi contatti online; su YouTube trovate i video relativi alle immagini del lago Federa e al trittico realizzato all’isola di Skye.