Nichelino (TO)
Dal 9 ottobre 2023 al 7 gennaio 2024
“Modella di straordinaria bellezza, cuoca estrosa, impavida corrispondente di guerra, fotografa di eccelsa bravura. Nelle fotografie che la ritraggono a emergere sono gli occhi profondi e lucidi, che molto narrano della sua vita vissuta sempre al massimo grado di intensità, in perenne ricerca di sé stessa”. Con queste parole si apre il comunicato stampa della mostra Lee Miller. Photographer & Surrealist, un’esposizione che ripercorre la vicenda personale e professionale di Lee Miller prestando particolare attenzione all’approccio surrealista della fotografa sia nel modo di osservare la quotidianità, sia nel lessico fotografico scelto per rappresentarla, caratterizzato da metafore, antitesi e paradossi visivi.
Lee Miller. Photographer & Surrealist: il percorso espositivo
I cento scatti in mostra sono distribuiti in diverse aree tematiche: si parte dalle sperimentazioni tecniche e compositive condotte nello studio di Parigi per poi passare al periodo della moda e della pubblicità a New York, fase in cui Miller esprime al meglio le sue capacità di ritrattista e di fotografa commerciale pur non rinunciando alla cifra surrealista, che caratterizzerà anche le sue nature morte e i paesaggi del suo lavoro prodotto in Egitto, come nel caso di Portrait of Space.
Immersa nel fermento culturale del suo tempo, Lee Miller fotografa gli artisti più famosi dell’epoca. In mostra la foto di Charlie Chaplin che posa con un candelabro in testa, i ritratti di Picasso e Dora Maar, ancora Mirò, Magritte, Cocteau, Ernst e, immancabilmente, Man Ray, di cui è stata musa, amante e prima di tutto collega, inventando con lui la tecnica della solarizzazione.
La mostra prosegue con una sezione dedicata alla guerra, immortalata da Miller in tutte le sue sfaccettature, da una Londra – diventata casa in seguito al matrimonio con Roland Penrose – devastata dai bombardamenti, alla Parigi liberata dalle truppe alleate, che la fotografa segue in prima linea diventando corrispondente per Vogue al fronte, come viene ritratta da David E. Scherman, a sua volta soggetto di uno degli scatti più iconici della Miller: l’uomo con indosso la maschera antigas. Infine, l’orrore dai campi di concentramento di Buchenwald e di Dachau, in Germania, che Lee immortala a poco ore dalla loro liberazione.
Qualcosa in più su Lee Miller
Lanciata da Condé Nast, sulla copertina di Vogue nel 1927, Lee Miller divenne subito una delle modelle più apprezzate e richieste dalle riviste di moda dei suoi tempi.
Donna caparbia e intraprendente, rimase colpita dalle immagini del noto fotografo Man Ray, che riuscì a incontrare diventandone modella e musa ispiratrice. Tra i due si stabilì un duraturo sodalizio artistico e professionale che li portò a sviluppare insieme la tecnica della solarizzazione.
Amica di Picasso, di Ernst, Cocteau, Mirò e di tutta la cerchia dei surrealisti, Miller aprì a Parigi il suo primo studio diventando nota come ritrattista e fotografa di moda, anche se il nucleo più importante di sue opere del periodo è rappresentato dalle immagini surrealiste, molte delle quali erroneamente attribuite a Man Ray. Nel 1932 Miller tornò a New York per aprire un nuovo studio fotografico che, nonostante il successo, chiuse due anni più tardi per seguire a Il Cairo il marito, il ricco uomo d’affari egiziano Aziz Eloui Bey.
Intraprese lunghi viaggi nel deserto e fotografò villaggi e rovine, iniziando a confrontarsi con la fotografia di reportage. Poco prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, nel 1939, si trasferì a Londra e iniziò a lavorare come fotografa freelance per Vogue. Nel 1944 fu accreditata come corrispondente al seguito delle truppe americane e collaboratrice del fotografo David E. Scherman per le riviste Life e Time. Fu l’unica fotografa donna a seguire gli Alleati durante il D-Day, a documentare le attività al fronte e durante la liberazione.
Le sue fotografie testimoniano in modo vivido e mai didascalico l’assedio di St. Malo, la Liberazione di Parigi, i combattimenti in Lussemburgo e in Alsazia e la liberazione dei campi di concentramento di Dachau e Buchenwald. In quei giorni febbrili vennero scoperti gli appartamenti di Hitler a Monaco di Baviera, dove Miller scattò quella che probabilmente è la sua fotografia più celebre, presente in mostra: l’autoritratto nella vasca da bagno del Führer.
Dopo la guerra Lee Miller continuò a scattare per Vogue per altri due anni, occupandosi di moda e life style, ma lo stress post traumatico riportato in seguito alla permanenza al fronte contribuì al suo lento ritirarsi dalla scena artistica, anche se il suo apporto alle biografie scritte da Penrose su Picasso, Mirò, Man Ray e Tapies è stato fondamentale, sia come apparato fotografico, sia aneddotico.
Lee Miller. Photographer & Surrealist
- A cura di Vittoria Mainoldi
- Palazzina di caccia Stupinigi, Antiche cucine, piazza Principe Amedeo, 7 – Nichelino (TO)
- dal 9 ottobre 2023 al 7 gennaio 2024
- martedì-venerdì 10-17.30; sabato, domenica e festivi 10-18.30. Lunedì chiuso
- per i costi d’ingresso consultare il sito della mostra
- mostraleemiller.it