Lomography Diana F+ Black Jack e CMYK: la famiglia di fotocamere "giocattolo" per pellicola 120 si arricchisce di due nuove varianti, una seriosa e dedicata al popolare gioco di carte, l'altra a chi subisce il fascino della quadricromia...
Le fotocamere Diana sono nate all’inizio degli anni ’60 incarnando il concetto di lo-fi: generavano immagini con nitidezza “moderata”, soprattutto ai bordi, e una marcata vignettatura, il tutto condito da una certa imprevedibilità dei risultati. Sono state rese celebri da diversi fotografi di fama mondiale che hanno volto a proprio vantaggio questi caratteri anti-tecnologici. Lomography reinventa la Diana nel 2007, nelle varianti con e senza contatti per il flash, mantenendo i caratteri dell’originale e ampliando nel tempo la famiglia con la Diana Mini, la Diana Baby e la Diana Instant Square. Questo curioso stile, quindi, può ora essere espresso su pellicole 35mm, 120, 110 e istantanee.
Diana F+ Black Jack e CMYK
Le nuove versioni annunciate oggi sono relative alla Diana F+, quindi compatibile con il flash, che si trova nella confezione insieme a una buona quantità di accessori e curiosità. E nello specifico ci riferiamo alla Diana che utilizza pellicole medioformato, ossia 120, pellicola che con gli adattatori inclusi nella confezione può essere utilizzata per generare 12 immagini formato 5,2×5,2cm o 16 in formato 4,2×4,2cm.
Delle Diana sono state realizzate svariate edizioni nel corso degli anni, alcune in collaborazione con gruppi musicali o artisti. Le più recenti appena annunciate sono a dir poco antitetiche. La prima, completamente nera, si ispira al famoso gioco di carte (il pomello di avanzamento della pellicola riporta l’asso di picche). La seconda è invece un trionfo di colori, e in particolare di quelli che compongono la quadricromia: ciano (C), magenta (M), giallo (Y) e nero (K).
Diana F+ Black Jack e CMYK: il prezzo e i dati tecnici principali
Sotto le livree più o meno intriganti, la Diana F+ nasconde una struttura in “vera plastica”, con un obiettivo di focale 75mm (equivalente a un normale sul formato 35mm) dotato di tre distanze preimpostate e altrettanti diaframmi, f/8, f/11 e f/16. Smontando l’obiettivo, in plastica anch’esso, è però possibile attivare la modalità pinhole, ossia foro stenopeico, con diaframma effettivo f/150, per realizzare esposizioni lunghissime anche in pieno giorno. In tal caso ovviamente è necessario impostare la posa B, che la Diana F+ offre in alternativa all’unico altro tempo di esposizione controllato, pari a 1/60 di secondo.
La “fotocamera giocattolo” consente anche di eseguire esposizioni multiple e con i filtri in dotazione, da applicare al flash (ma anche all’ottica), possiamo dire che i confini della sperimentazione attuabile con la Diana F+ sono davvero molto ampi. Questa è una caratteristica che a nostro avviso la rende uno strumento potente nelle mani dei più creativi, mentre in quelle dei principianti, visti i prezzi attuali di pellicole e relativi sviluppi, può generare costi di gestione piuttosto elevati.
Costi che però possono risultare tollerabili se si pensa a quanto queste fotocamere siano a buon mercato: il kit, che comprende fotocamera, flash, filtri colorati, il libro dedicato alla Diana F+, manuale di istruzioni, tappo obiettivo e tracolla, costa appena 89 euro. Per info e acquisti.