Il successo delle mirrorless Fujifilm spinge sempre più i fabbricanti di ottiche universali a investire sul sistema X. È il caso di Tamron, che aggiorna il telezoom 150-500mm f/5-7,1 Di III VC VXD presentato nel 2021 con innesto Sony E. Il nuovo obiettivo, che nasce per coprire il formato pieno, equivale a 225-750mm sulle mirrorless Fujifilm (dotate di sensore di taglia APS-C). Misura circa 21cm alla focale minima, poco più di 28cm alla massima, ha un diametro di 93mm (82mm il passo filtri) e pesa 1.710 grammi al netto della staffa per treppiedi. Costerà circa 1.700 euro (quindi un euro a grammo…), entrando in concorrenza con il telezoom originale XF 150-600mm f/5,6-8 R LM OIS WR, che costa di listino 2.249 euro, ma allunga fino a 600mm.
Il nuovo telezoom universale ha una struttura telescopica resistente a polvere e umidità. Passa da 150mm a 500mm con una rotazione di soli 75° e, grazie a un semplice quanto utile meccanismo di scorrimento della ghiera, può bloccare la focale su qualsiasi valore.
La messa a fuoco è affidata a un motore VXD (Voice-coil eXtreme-torque Drive) che promette, al solito, velocità e reattività, nonché piena compatibilità con l’autofocus delle mirrorless Fujifilm, inclusa la possibilità di riconoscere e inseguire vari soggetti (umani, animali e mezzi di trasporto più comuni). Molto interessante anche la possibilità di variare la velocità della variazione del fuoco in manuale per quelle riprese in cui è richiesta la massima precisione. Notevole anche la minima distanza di messa a fuoco che, a 150mm, è di appena 60cm e consente un rapporto di riproduzione 1:3,1.
Immancabile su un obiettivo con queste lunghezze focali, lo stabilizzatore ottico di immagine VC, che ha tre modalità di funzionamento, inclusa una esclusiva per il panning, ma non è noto al momento il guadagno in EV sul tempo di sicurezza.
Il nuovo telezoom non ci risulta compatibile con il recente software Tamron Lens Utility.
Sotto la pelle, nasconde uno schema ottico composto da 25 elementi in 16 gruppi, con lenti a dispersione bassa e extra bassa, nonché le immancabili asferiche, in questo caso ibride. La progettazione originaria per il formato pieno fa sì che sulle mirrorless APS-C venga utilizzata solo la parte centrale dell’immagine, quella più libera da aberrazioni di vario genere. La presenza di uno strato antiriflessi BBARG2 (Broad-Band Anti-Reflection Generation 2) dovrebbe contenere la comparsa di riflessi interni in controluce.