La sovversiva Dina Goldstein colpisce ancora e presenta la serie fotografica intitolata MISTRESSPIECES. La sequenza è nuova, ma la ricetta resta quella classica e vincente: staged photography, donne e reinterpretazione non convenzionale di immagini ben scolpite nell’immaginario collettivo.
I nostri lettori più assidui ricorderanno che nei brillanti tableaux vivants della serie Fallen Princesses l’artista israeliana scardinava la visione idilliaca delle principesse delle fiabe, dandole in pasto ai più impietosi contesti della società contemporanea: Biancaneve cadeva vittima del patriarcato, Cenerentola abusava di alcolici in un pub e Belle dipendeva dai prodigi della chirurgia estetica.
MISTRESSPIECES: Dina Goldstein reinterpreta le opere dei grandi pittori
Con MISTRESSPIECES le fiabe lasciano il posto ai più iconici ritratti femminili della storia dell’arte, rivisitati sulla base di tematiche attuali, come la crisi ambientale, la povertà, l’intelligenza artificiale e lo sfollamento dei rifugiati.
Le dieci immagini di grandi dimensioni che compongono la serie partono da opere di pittori del calibro di Leonardo da Vinci, Gustav Klimt, Sandro Botticelli e Andy Warhol, uomini che hanno spesso posto la figura femminile al centro della loro produzione.
Gli artisti indirettamente coinvolti hanno raffigurato le donne come simboli di bellezza, fertilità, sensualità e talvolta come allegorie della natura, della virtù o del vizio, fino ad arrivare alla mercificazione e commercializzazione del corpo femminile che caratterizza la cultura consumistica del XX secolo, specialmente nel movimento della Pop Art.
Dina Goldstein ricrea i dipinti dei Grandi Maestri, ma ci mette del suo: con un impressionante lavoro di squadra che coinvolge costumisti, scenografi e make-up artist replica fedelmente l’aspetto delle protagoniste delle opere pittoriche e le fotografa su sfondi che richiamano aspetti critici della società contemporanea.
Video di backstage della realizzazione della serie “MISTRESSPIECES” di Dina Goldstein.
Così, la Ragazza con l’orecchino di perla è in ginocchio sulla spiaggia, circondata da un tappeto di rifiuti in plastica; la Gioconda chiede l’elemosina su una sedia a rotelle in un quartiere malfamato di Vancouver, Adele Bloch-Bauer – La Donna in oro di Klimt, per intenderci – posa nel cunicolo di una miniera d’oro, con l’intento di ricordare al pubblico che l’estrazione del prezioso metallo su larga scala sconvolge interi ecosistemi, provocando danni inestimabili in termini di deforestazione, erosione del suolo, perdita di biodiversità, contaminazione delle acque e distruzione del paesaggio.
Ancora, la Venere di Botticelli sorge dalle acque nei pressi di una spiaggia sommersa da giubbotti di salvataggio che fanno riferimento al quotidiano dramma delle vite interrotte da folli rotte migratorie su mezzi inadeguati.
In MISTRESSPIECES la caratteristica combinazione di elementi cinematografici e satira dark di Goldstein sfida lo sguardo maschile attirando l’attenzione di un pubblico interessato alle narrazioni sovversive e al femminismo contemporaneo.
Qualcosa in più su Dina Goldstein
Dina Goldstein (Vancouver, 1969) ha iniziato la sua carriera oltre trent’anni fa come fotoreporter. Si è evoluta da fotografa documentarista ed editoriale ad artista indipendente specializzata nella produzione su larga scala di tableaux fotografici narrativi ricchi di sfumature. Il suo lavoro è altamente concettuale e costituisce un complesso commento sociale, che incorpora archetipi culturali e iconografia provenienti dall’immaginario collettivo con narrazioni ispirate alla condizione umana.
Appoggiandosi al linguaggio visivo del surrealismo pop, Dina Goldstein mette in scena composizioni che espongono il lato oscuro della vita moderna e le sue immagini fisse, vivide e provocatorie, emergono attraverso una tecnica cinematografica. La metodologia consolidata dell’autrice segue un preciso processo di pre- e post-produzione.
Il lavoro di Goldstein è stato oggetto di saggi accademici e tesi di laurea ed è stato ampiamente trattato dai media di tutto il mondo. I suoi progetti sono studiati e insegnati nelle scuole d’arte, nei programmi di fotografia e negli studi di genere. La serie Fallen Princesses è inclusa nei libri di testo delle scuole elementari, come strumento didattico e argomento di discussione in classe. Dina è rappresentata a livello internazionale ed espone costantemente in festival, biennali, gallerie commerciali, centri d’arte e musei.
La serie completa “MISTRESSPIECES” è visiblie sul sito ufficiale di Dina Goldstein: dinagoldstein.com.
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