Nikon entra nel segmento delle mirrorless cinematografiche con la nuova ZR, una fotocamera progettata in collaborazione con RED. Il logo della celebre Casa americana, recentemente acquisita da Nikon, è infatti inciso direttamente sul corpo macchina, a testimonianza di una sinergia tecnica e commerciale che mira a soddisfare le esigenze di un pubblico professionale.
Nikon ZR: un DNA condiviso con la Z6III, ma con più anima video
Alla base della Nikon ZR troviamo lo stesso sensore “parzialmente stacked” da 24,5 megapixel già visto sulla Nikon Z6III e molte altre funzionalità della sorella ibrida. A queste la ZR aggiunge un nuovo codec RAW, un’interfaccia utente ripensata per le esigenze del videomaker e, soprattutto, la registrazione audio interna a 32-bit float, un primato per una mirrorless. Il prezzo al lancio è di 2.449 euro per il solo corpo, inclusa una scheda CFexpress da 256GB.
Design squadrato e ottimizzato per gimbal e rig
Rispetto alla Z6III, che conserva una vocazione ibrida foto-video, la ZR è una videocamera pura. Il design è più squadrato, privo di impugnatura e mirino elettronico, una scelta coerente con l’utilizzo su gimbal o rig cinematografici, dove peso e ingombro diventano fattori critici. Sul retro domina un display da 4 pollici con risoluzione di 3,07 milioni di punti, luminosità di 1000 nit e supporto al gamut DCI-P3, caratteristiche che lo rendono usabile anche in ambienti molto luminosi.
Il corpo macchina richiama da vicino quello della Sony FX3, anche se manca la stessa abbondanza di filettature per accessori e le feritoie di raffreddamento tipiche delle videocamere dotate di ventola: la ZR non integra un sistema attivo di dissipazione, il che lascia intendere un profilo termico ben ottimizzato, ma anche potenziali limiti in condizioni di ripresa estrema. La connettività comprende una USB-C 3.2, jack da 3.5mm per microfono e cuffie, e una slitta multi-interfaccia aggiornata con pin di contatto per accessori futuri come microfoni digitali o moduli XLR. Unico vero neo: la porta micro HDMI, meno robusta rispetto a una HDMI Standard e potenzialmente problematica in contesti professionali.
Il sistema di archiviazione prevede uno slot CFexpress Tipo B, necessario per la registrazione RAW ad alte prestazioni, e uno slot microSD UHS-I utilizzabile come supporto ausiliario. Quest’ultimo, data la velocità limitata, non è adatto al backup in tempo reale a piena risoluzione, ma può tornare utile per salvare LUT, profili utente o fotografie. La batteria EN-EL15c, condivisa con la Z6III, garantisce un’autonomia dichiarata di 390 scatti o 100 minuti di video effettivo, valori nella media per un corpo compatto privo di ventola.
Nikon ZR: le capacità video e l'integrazione nel sistema professionale RED
La novità più interessante della ZR è probabilmente l’adozione del codec R3D, che sfrutta la stessa curva Log e lo stesso gamut colore del Redcode RAW utilizzato nelle cineprese RED. Questo consente di integrare senza soluzione di continuità le riprese della ZR in flussi di lavoro professionali basati su cineprese RED, riducendo tempi e costi in post-produzione. Il codec R3D consente di registrare in 6K e DCI 4K fino a 60p, oltre che in UHD 4K fino a 120p. Le stesse opzioni sono offerte anche dal formato N-RAW proprietario Nikon, mentre il codec ProRes RAW, più ampiamente compatibile, si ferma a 30p. Per ottenere frame rate più elevati – 100 o 120 fps in 4K – la ZR applica un crop in formato APS-C/Super35, una soluzione tecnicamente comprensibile, ma da considerare in fase di pianificazione delle riprese. L’altra particolarità del formato R3D Raw è data dalla possibilità di bloccare la sensibilità del sensore sul valore nativo, consentendo di variare il “guadagno” solo sull’anteprima; queste correzioni esposimetriche vengono comunque registrate nei metadati, così da poterle gestire in post produzione senza alterare il segnale video originale (quello dove la videocamera lavora al meglio delle sue possibilità).
Audio a 32-bit float: una rivoluzione per i videomaker
Altro punto di forza della ZR è la registrazione audio interna a 32-bit float. Si tratta di un formato che elimina praticamente la necessità di regolare manualmente i livelli di ingresso, offrendo una gamma dinamica audio così ampia da permettere di recuperare facilmente segnali sia troppo deboli che troppo forti in post-produzione (nei limiti del microfono utilizzato). Nikon ha anche introdotto una nuova interfaccia grafica, ottimizzata per la gestione dei parametri video in maniera più chiara e diretta. Tra le novità, infine, spicca la possibilità di impostare l’esposizione tramite angolo dell’otturatore, un parametro usato in ambito cinematografico e che garantisce una coerenza visiva superiore in condizioni di frame rate variabile. Si tratta di una funzione già vista – tramite firmware – su Z6III, Z8 e Z9, ma che qui arriva nativamente integrata, a conferma del target professionale della ZR.
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