Stiamo per raccontarvi di un obiettivo unico, essendo il primo 200mm f/2 a giungere sul mercato dall’avvento delle mirrorless. Sigma da anni ci sorprende con realizzazioni speciali, zoom o a focale fissa, tele o grandangolari. Il nuovo exploit si chiama Sigma 200mm F2 DG OS | Sports, è attualmente disponibile con innesti Sony e L-Mount (Panasonic, Sigma e Leica) e costa 3.499 euro. Prima di raccontarvi delle sue performance, un doveroso preambolo.
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Sigma 200mm F2 DG OS | Sports: unico, ma con un "guastafeste" alle porte
La notizia di questo teleobiettivo di Sigma, che abbiamo ricevuto in anteprima per potervene parlare con cognizione di causa sin dalla data di lancio, ci ha stupito. Come vedrete nella tabella storica qui di seguito, il 200mm f/2 è un obiettivo a dir poco specialistico, tant’è che da quando Nikon ha inaugurato questa classe nel 1977, solo cinque Costruttori hanno replicato, a volte con lievi variazioni sul tema, ad esempio Olympus con il suo 180mm f/2 del 1983, a volte alzando l’asticella, come Canon con il suo EF 200mm f/1,8 del 1988. Nessuno degli obiettivi elencati è attualmente in produzione.
Da notare che né Pentax né Minolta, che nei decenni passati non si sono mai tirate indietro in fatto di exploit tecnologici, hanno provato a fare mosse simili. E che si tratti di un genere molto particolare lo dimostra sia l’assenza di Sony, incredibilmente prolifica sul fronte obiettivi, sia di qualsiasi altro Produttore di ottiche universali. Almeno fino ai giorni nostri…
Anno e modello | Apertura max | Peso (kg) | Note e rarità |
---|---|---|---|
1977 – Nikon Nikkor 200mm f/2 IF-ED Ai | f/2,0 | 2,5 | Il primo obiettivo fotografico del genere. |
1983 – Olympus Zuiko Auto‑T 180mm f/2 ED‑IF | f/2 | 1,9 | Per l’epoca, e non solo, un miracolo di compattezza e leggerezza. |
1988 – Canon EF 200mm f/1.8L USM | f/1,8 | 3,0 | Leggendario, primo autofocus con questa combinazione focale/luminosità. |
1989 – Canon New FD 200mm f/1.8L | f/1,8 | 2,8 | Ultimo obiettivo FD prodotto; filtro drop‑in; molto raro sul mercato. |
1992 – Carl Zeiss Aposonnar T* 200mm f/2 | f/2 | 2,7 | Rarissimo, prodotto in quantità limitate. |
1994 – Leica Apo-Summicron R 180mm f/2 | f/2 | 2,6 | Uno degli obiettivi più esclusivi del sistema reflex di Leica. |
2003 – Nikon AF‑S VR 200mm f/2G IF‑ED | f/2 | 2,9 | Prima versione AF con stabilizzazione VR. |
2004 – Nikon AF‑S VR II 200mm f/2G IF‑ED | f/2 | 2,9 | Aggiornamento ottico con VR migliorato. |
2008 – Canon EF 200mm f/2L IS USM | f/2 | 2,5 | Sostituto del f/1.8, più leggero e con stabilizzazione IS. |
2026 (?) – Laowa 200mm f/2 | f/2 | n.d. | Non ancora annunciato ufficialmente. |
È a dir poco curioso il fatto che nel giro di poche settimane, da che questa combinazione di focale e luminosità sembrava estinta, ben due annunci l’abbiano riportata agli onori della cronaca. Non sarà sfuggita ai nostri lettori più fedeli la notizia dell’imminente arrivo del Laowa 200mm f/2. Chi l’avesse persa la trova qui.
Ciò non toglie che, se l’industria fotografica ha preferito concentrarsi su teleobiettivi più lunghi e con rapporto simile (se non superiore) tra focale e luminosità – ad esempio 300mm o 400mm f/2,8, 600mm f/4, relativamente più diffusi tra professionisti e amatori esigenti – un motivo ci sarà. Il 200mm f/2 ha sentito fortemente la concorrenza dei sempre più popolari e versatili 70-200mm f/2,8, zoom che hanno mandato in pensione i 180/200mm f/2,8, senza invece scalfire gli inarrivabili supertele luminosi da 300mm o più a focale fissa, sempre presenti negli stadi e nelle migliori produzioni di stampo naturalistico.
Insomma, il 200mm f/2, nonostante questa rinascita, resta un obiettivo di nicchia che troverà estimatori nella fotografia di eventi teatrali e sportivi, soprattutto indoor grazie alla sua luminosità, senza escludere quei ritrattisti o fotografi di moda che amano la compressione prospettica delle lunghe focali, arricchita come in questo caso da una profondità di campo davvero esigua: Due cifre per capirci meglio: la PDC è di appena 2 centimetri con messa a fuoco a 2,5m e diaframma f/2 su un sensore full frame da 45 megapixel.
Dimostrazione di forza
Per quanto il prezzo sia relativamente contenuto (gli omologhi Canon e Nikon per reflex, se ancora reperibili nuovi, costano almeno 2000 euro in più), Sigma sa che questo obiettivo non farà segnare record di vendite. Ciò nonostante ha profuso un enorme sforzo per dimostrare ancora una volta che in fatto di progettazione ottica e meccanica (ormai farcita di elettronica) non è seconda a nessuno. In assenza delle versioni per Canon RF e Nikon Z e stante la ridotta fetta di mercato attualmente occupata dalle mirrorless con innesto L-Mount, è soprattutto ai possessori delle eccellenti mirrorless Sony che questo obiettivo si indirizza. Ed è con questo innesto che abbiamo ricevuto l’esemplare in prova.
Il più leggero della categoria, ma i filtri "pesano"
Il Sigma 200mm F2 DG OS | Sports strappa un primato anche a bocce ferme. Come avrete visto dalla tabella storica, il tele più leggero era, con i suoi 1900 grammi, il 180mm di Olympus, azienda che ha sempre fatto della miniaturizzazione un principio ispiratore. Il nuovo, candido tele di Sigma pesa 1800 grammi (1.820 nella versione L-Mount) ed è al momento il più leggero di sempre. E ottiene questo traguardo senza lesinare in materiali pregiati.
Sotto la finitura bianca termoisolante troviamo un mix di leghe metalliche, soprattutto verso l’innesto, e resine che spostano all’indietro il baricentro, facilitando il brandeggio a mano libera.
L’obiettivo, resistente alle intemperie, è lungo poco più di 20 centimetri e ha un diametro che sfiora i 12. Questo porta a un diametro filtri di ben 105mm, una misura impegnativa soprattutto economicamente. Se diamo un’occhiata allo schema ottico (pubblicato più avanti) comprendiamo anche perché non sia stato aggiunto il cassetto porta-filtri posteriore: le lenti sono molto ravvicinate e non c’è spazio materiale per un ulteriore elemento ottico a inserimento, neanche a valle dell’ultimo elemento.

Sigma Sport 200mm f/2 DG OS: ergonomia perfetta, soprattutto in L-Mount
Questa mancanza, da cui deriva però una relativa compattezza del tele, è a nostro avviso l’unico neo sotto l’aspetto costruttivo ed ergonomico. Il resto rasenta la perfezione. Andando con ordine, il collare per il treppiedi è ampio e robusto, scorre fluidamente, ha click stop ogni 90° ed è bloccabile in qualsiasi posizione con un nottolino di serraggio (azzeccata la tinta nera di questo elemento, anche per distinguerlo da altri obiettivi bianchi di lunga focale…). Il piede, che è compatibile con le teste Arca Swiss, è sovra dimensionato perché svolga anche la funzione di maniglia di trasporto. Per il 200mm è stato infatti elaborato il modello TS-171, più alto e lungo rispetto al TS-151 in dotazione al Sigma 70-200mm F2.8 DG DN OS Sports (i due piedi sono intercambiabili, ma non sappiamo se verrà prodotto un TS-171 nero come il telezoom).
Subito dopo troviamo una fascia costellata di selettori dedicati alla gestione del fuoco (inclusa la parzializzazione del campo), dello stabilizzatore OS (che prevede una posizione per il panning) e del comportamento generale: la sezione Custom prevede due registri configurabili con il software Sigma Optimization Pro, ma solo per la versione L-Mount, non essendo disponibile con innesto E il necessario USB Dock. Gli utenti Panasonic, Sigma o Leica potranno quindi gestire l’intervento dello stabilizzatore OS oltre al limitatore delle distanze di messa a fuoco, scavalcando le preimpostazioni. Chi ha una mirrorless Sony deve accontentarsi invece delle impostazioni di default C1 e C2, che prevedono rispettivamente una visualizzazione a mirino o monitor molto stabile oppure più naturale (con OS quindi che interviene solo al momento dell’esposizione). La posizione OFF è una via di mezzo tra C1 e C2.
In posizione mediana trova posto l’anello dei diaframmi con click a terzi di stop, disattivabili per le riprese video. L’anello può essere anche posizionato su A per gestire i diaframmi direttamente dalla fotocamera.
Più avanti troviamo la ghiera di messa a fuoco, ampia ma non enorme. Su Sony è di tipo non lineare, quindi la velocità della messa a fuoco manuale cambia in funzione della rapidità con cui agiamo sulla ghiera. Con le mirrorless L-Mount è possibile commutarla in lineare, con risposta direttamente collegata all’angolo di rotazione (tra 120° e 720°).
L’ultima fascia ospita tre pulsanti neri per bloccare l’autofocus; a seconda della fotocamera di destinazione possono assumere altre funzioni.
Completa il panorama, funzionalmente ed esteticamente, il voluminoso paraluce cilindrico, posizionabile rovesciato per il trasporto: Sigma include nella confezione una custodia morbida a una cinghia da fissare ai passanti presenti nel collare per il treppiedi.
Lo schema ottico del Sigma prevede 19 lenti in 14 gruppi. Di queste, due sono FLD, ossia con dispersione paragonabile a quella di vetri alla fluorite, due sono SLD, ossia a bassissima dispersione. Stando ai test MTF di Sigma, tanto basta a surclassare a tutta apertura il Canon EF 200mm f/2 del 2008 (in particolare ai bordi), ma anche il Sigma DG DN 105mm F1.4 Art e, in minor misura, il recente 70-200mm F2.8 DG DN OS a 200mm.
Alla nitidezza Sigma ha voluto associare un bokeh di stampo “ritrattistico”, essendo comunque questo un obiettivo che si trova a suo agio tanto nei palazzetti dello sport quanto di fronte alle passerelle della moda o negli studi professionali. E siccome non di solo f/2 si vive, il diaframma è stato progettato senza compromessi, con 11 lamelle a profilo curvo per mantenere circolari i punti fuori fuoco anche alle aperture medie.
La nitidezza: difficile fare di meglio
È tra gli obiettivi con la più alta risoluzione passati per la nostra redazione. Abbiamo scelto una fotocamera da 24 megapixel per il test perché la maggior parte delle fotocamere destinate alla fotografia d’azione ha sensori con questa densità. Ma non crediamo che un CMOS da 45 o 60 megapixel possa evidenziare particolari limiti ottici. La nitidezza di quest’ottica è semplicemente eccezionale tanto al centro quanto ai bordi, e persino a f/2. Non ha molto senso chiudere oltre se non per assicurarsi un margine di errore nella messa a fuoco nella fotografia dinamica o per incrementare la profondità di campo nel ritratto alle brevissime distanze. Le aberrazioni cromatiche laterali sono inavvertibili. Nota: la caduta di luce ai bordi è stata compensata per favorire il confronto ai bordi.
Qui di seguito, tre esempi che evidenziano l’eccezionale qualità ottica, tanto al centro quanto ai bordi, e il bokeh del tele Sigma. Tutti gli scatti sono realizzati a f/2, con tempi di scatto molto rapidi e, tranne nel caso del motociclista, alla minima sensibilità ISO.
In pista con il Sigma 200mm F2 DG OS Sports
Soggetti piccoli, veloci e dalla traiettoria imprevedibile mettono a dura prova gli autofocus più moderni, abbiamo quindi avuto qualche difficoltà con una mirrorless del 2018 come la Sony A7 III (eccellente peraltro per risoluzione e gamma dinamica). Quella che presentiamo è quindi una selezione degli scatti più riusciti a modellini stradali e off-road che gareggiano o provano presso i circuiti del Cross Village di Roma, zona Parco de’ Medici.
L’autofocus del teleobiettivo Sigma ha comunque sempre assecondato gli input della A7 III con il minimo sforzo, essendo il suo motore HLA pronto a ben altre sollecitazioni e raffiche, incluse quelle della Sony A9 III o della A1 II.









Aberrazioni cromatiche assiali
Non solo Sigma ha corretto alla perfezione le aberrazioni cromatiche laterali, ma ha anche contenuto entro livelli accettabilissimi quelle assiali, impossibili da correggere diaframmando. Lo slittamento verso il blu in primo piano e verso il giallo sullo sfondo è impercettibile su soggetti “normali” anche a f/2.
Il bokeh del Sigma Sport 200mm f/2 DG OS:
Di esempi relativi allo sfocato generato da questo teleobiettivo ne avrete già visti diversi e altri ne seguono. Qui studiamo l’effetto del diaframma sulla qualità del bokeh a parità di inquadratura e quello che colpisce è come, anche a diaframmi medi (f/4) lo sfondo resti sempre morbido, con i punti fuori fuoco che non perdono la loro forma circolare grazie al diaframma a 11 lamelle a profilo curvo.
Nell’immagine intera, realizzata a f/2, è d’altro canto visibile l’effetto “occhi di gatto” (angoli in alto a sinistra e in basso a destra).
Caduta di luce ai bordi e distorsione
Disattivando le correzioni digitali o elaborando i RAW con tutto “a zero”, è possibile capire di quale pasta sia fatto, otticamente parlando, il nuovo teleobiettivo di Sigma.
La caduta di luce ai bordi è marcata a f/2, raggiungendo -1,4EV negli angoli. Scende a -0,8EV a f/2,8 e a -0,6EV a f/4. Quindi alle aperture più utilizzate non si annulla mai: se non si apprezza l’effetto cornice che aiuta a concentrare l’attenzione su un soggetto centrale, non resta che correggerla digitalmente.
La distorsione a cuscinetto è altrettanto evidente, anche se meno importante se non si riprendono soggetti lineari; consigliamo comunque di tenere sempre attiva la relativa correzione, tanto in JPG quanto in fase di sviluppo RAW.
Lo stabilizzatore ottico OS2: 4 stop su soggetti statici
Non abbiamo dati ufficiali sull’efficacia dichiarata dello stabilizzatore OS2 del tele Sigma, dati che peraltro andrebbero presi con le pinze stante la molteplicità di combinazioni realizzabili tra obiettivo e corpi macchina, datati o recenti, con o senza stabilizzatore incorporato… Ecco quindi la nostra esperienza con la Sony A7 III, dotata di proprio stabilizzatore ma con qualche anno sulle spalle. Dopo aver trovato un volatile poco incline alla fuga, abbiamo realizzato molteplici serie di scatti a mano libera con tempi via via più lunghi. Il tempo di scatto più lungo a restituirci la quasi totalità di immagini perfettamente utilizzabili è 1/25 di secondo, con 5/6 di fotogrammi non mossi. A 1/13 di secondo 4/6 sono ok, mentre il crollo c’è a 1/6 di secondo, con un solo fotogramma utilizzabile. Se data la risoluzione del sensore (24 megapixel) vogliamo considerare 1/500sec come tempo di sicurezza, il Sigma combinato alla A7 III offre tra 4 e 5 stop di guadagno.
Il focus breathing è evidente
Sul fronte “focus breathing” nessun miracolo d parte di Sigma: il respiro del suo tele superluminoso è evidente, soprattutto se il soggetto si trova nei pressi della minima distanza di messa a fuoco.
Sigma 200mm F2 DG OS Sports: galleria "street"
Alcuni scatti rubati nella Capitale lasciano intravedere le potenzialità di questo obiettivo: se non nella fotografia naturalistica a soggetti elusivi per via della sua focale relativamente corta, altrove il Sigma 200mm F2 DG OD Sports può fare la differenza per la nitidezza entusiasmante e il bokeh a tutta apertura (passa il mouse sulle immagini per i dati exif).
Sigma 200mm F2 DG OS Sports: il verdetto
Se ci sono delle situazioni in cui uno stop di luminosità e una nitidezza eccezionale possono fare la differenza, è qui che il nuovo Sigma 200mm F2 DG OS Sports potrà dimostrare il proprio valore. Dal punto di vista pratico il nuovo teleobiettivo va infatti a scontrarsi con i vari 70-200mm f/2,8 che, per quanto abbiano raggiunto notevoli livelli, cedono il passo di fronte al Sigma per nitidezza. Il 200mm f/2, inoltre, offre quello stop in più che consente di utilizzare un tempo più rapido o in alternativa di abbassare la sensibilità ISO, il tutto con un più evidente stacco dei piani.
Dal punto di vista strategico riteniamo che questo teleobiettivo, al pari del 300-600mm F4 che presto sottoporremo a test, rappresenti una nuova dimostrazione di potenza da parte di Sigma, che può dire la sua nel mercato delle lunghe focali ad alta luminosità a giusto titolo.
Ci rammarichiamo solo che arrivi sul mercato in un momento in cui gli innesti per le mirrorless full frame Canon RF e Nikon Z sono ancora tabù per Sigma. Ma non disperiamo…
Il prezzo del Sigma 200mm F2 DG OS Sports è alto in assoluto, ma più che adeguato alle prestazioni; non escluderemmo, infine, che in un settore così specialistico, e viste le sue qualità, possa assumere un valore collezionistico.
Scheda tecnica Sigma 200mm F2 DG OS Sports
- Prezzo 3.499 euro
- Apertura massima f/2
- Apertura minima f/22
- Schema ottico 19 lenti in 14 gruppi
- Angolo di campo (full frame) 12,3°
- Minima distanza di messa a fuoco 170cm
- Rapporto di riproduzione 1:7,6
- Lamelle del diaframma 11
- Diametro filtri 105mm
- Paraluce in dotazione, a cilindro
- Dimensioni diametro 118,9mm, lunghezza 201mm (L-Mount), 203mm (Sony E)
- Peso 1.820g (L-Mount), 1.800g (Sony E)
- Innesti disponibili L-Mount, Sony E
- Importatore M-Trading
Pro e Contro del Sigma 200mm F2 DG OS Sports
- Struttura relativamente compatta e leggera
- Ottima ergonomia
- Nitidezza eccellente anche a tutta apertura, fino ai bordi
- Contenimento delle aberrazioni cromatiche assiali e laterali
- Bokeh "da ritratto"
- Autofocus rapidissimo e silenzioso
- Tenuta in controluce
- Prezzo alto in assoluto, ma adeguato alle prestazioni
- Potenziale valore collezionistico
- Manca il cassetto porta-filtri posteriore
- Focus breathing rilevante
- Caduta di luce ai bordi sensibile a f/2
- La versione Sony E ha qualche limite nella personalizzazione
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