È la mirrorless Nikon Z più piccola, leggera ed economica in circolazione: costa 819 euro solo corpo. Ma è anche l’unica della serie a non avere il mirino elettronico. Pensata per i vlogger, vale a dire per chi ama filmarsi e pubblicare contenuti video sui social, se la sa cavare anche nella fotografia impegnata. Ecco al banco di prova la Z 30, terza APS-C senza specchio di Nikon.
- Corpo in lega di magnesio, compatto e leggero (ma vedi i contro)
- Impugnatura ben sagomata e profonda
- Dislocazione e personalizzabilità dei comandi
- Interfaccia familiare e modificabile
- Gamma dinamica molto plasmabile
- Elevata qualità delle immagini anche in JPG almeno fino a ISO 3200
- Autofocus sensibile e preciso
- Innesto Z “aperto” a notevoli sviluppi
- Compatibilità con centinaia di ottiche con innesto F
- L’assenza del mirino elettronico può penalizzare la ripresa fotografica
- Assenza della presa cuffie
- Sensore non stabilizzato
- VR elettronico poco efficace nelle riprese dinamiche
- Gamma di obiettivi Z DX ancora limitata
La Z 30 è la terza mirrorless APS-C lanciata da Nikon, e segue la Z 50 e la Z fc. Sono una diversa dall’altra, ma tutte e tre offrono le stesse capacità di ripresa fotografica e di registrazione video; la Z 50 è disegnata prendendo ispirazione dalle Z con sensore 35mm e la Z fc fa il verso alle analogiche a pellicola del passato, mentre questa Z 30 (che punta sulla praticità e sulla compattezza, ed è più economica delle altre) più che ai fotografi strizza l’occhio agli amanti della ripresa video. Costa 819 euro solo corpo (100 euro in meno della Z 50 e 280 in meno rispetto alla Z fc), quasi 1.000 euro con lo zoom 16-50mm VR e 1.259 euro aggiungendo allo zoom standard anche il telezoom 50-250mm VR. Per il Vlogger Kit, che unisce al corpo macchina e al 16-50mm VR l’unità di controllo remoto bluetooth ML-L7, cioè un mini treppiedi che funziona pure come impugnatura, e un sistema antivento per il microfono integrato, servono invece 1.029 euro.
La Nikon Z 30 è una di quelle mirrorless che si dimentica di avere appese alla spalla: piccola e leggera, nelle intenzioni di Nikon è destinata ai vlogger, che possono fare a meno del mirino elettronico e che apprezzano, invece, il monitor ribaltabile. Ma è comunque un’eccellente fotocamera, con una profonda impugnatura e una razionale distribuzione dei comandi. Molto utile la spia di controllo LED sulla parte anteriore della fotocamera per la registrazione in corso. Nonostante la compattezza, alla Z 30 non mancano i comandi fondamentali per il controllo diretto, ad esempio, di tempi e diaframmi, né l’accesso immediato ai modi di esposizione classici cui si sommano 3 registri per il richiamo immediato di altrettanti gruppi di impostazioni. L’unica variazione che faremmo alla dislocazione dei pulsanti è l’inversione di Menu e Cestino.
Apprezziamo il grado di personalizzabilità dei comandi (schermata 1), inclusa la ghiera di controllo rapido dell’ottica che, nel caso di obiettivi di prima fascia come il 16-50mm in kit, ha la funzione primaria di ghiera di messa a fuoco. Peccato per la mancanza di un automatismo in grado di distinguere tra persone e animali in autofocus: la scelta va fatta preventivamente (schermata 2). Altra pecca, comune alle altre mirrorless Z, è la cripticità degli avvisi che compaiono quando si tenta di attivare una funzione incompatibile con altre impostazioni (schermata 3). Buona nel complesso la leggibilità del monitor, unico sistema di mira della Z 30.
Nikon Z 30, Z 50 e Z fc: tre della stessa famiglia
Dal 2019, anno in cui Nikon ha inaugurato la sua serie di mirrorless APS-C portando nelle mani dei fotografi alle prime armi la Z 50 con sensore da 20,9MP e capacità di ripresa 4K/30p, poco o nulla è cambiato, almeno per quanto riguarda questi due aspetti, che ritroviamo anche nella Z fc annunciata lo scorso anno e pure in questa Z 30. Le tre mirrorless hanno in comune il pannello LCD sul dorso da 3 pollici e 1,04MP; Z fc e Z 50 condividono anche il mirino elettronico a oculare, elemento assente nella nuova Z 30. Dall’eliminazione di questa componente derivano due fattori, ossia l’estrema compattezza della fotocamera e il suo prezzo vantaggioso. Resta il fatto che di questi tempi l’assenza dell’EVF su una mirrorless per appassionati potrebbe far storcere la bocca, a meno che questi appassionati non siano quelli della ripresa video. E la Z 30, guarda caso, si rivolge proprio a costoro. A voler essere più precisi, Nikon l’ha pensata per i vlogger, ossia per giovani e meno giovani che amano raccontare storie in prima persona, quindi anche e soprattutto autoriprendendosi, e pubblicare i video sui social; è grossomodo ciò che Sony ha fatto con la sua ZV-E10 (750 euro solo corpo, 850 euro con lo zoom 16-50mm), l’unica vera diretta concorrente di questa nuova Nikon.
Nikon Z 30 Vs. Sony ZV-E10
Comunque sia, messe l’una di fianco all’altra, la Nikon Z 30 e la citata Sony ZV-E10 hanno ben pochi punti in comune oltre al fattore di forma e al peso ridotto. La prima è poco più grande e massiccia dell’altra, ma questo non è da considerare un difetto tenendo conto che entrambe sono comunque estremamente compatte. A dirla tutta, la maggiore superficie di contatto offerta nell’impugnatura della Nikon la fa preferire alla Sony in fatto di ergonomia. E la superiore risoluzione del suo monitor articolato (1,04 anziché 0,92MP) aumenta, seppur impercettibilmente, il distacco a favore della Z 30. Tutte e due le mirrorless filmano fino al 4K/30p e in Full-HD anche a 120fps, ma la Sony applica un crop del sensore di 1,23x per riprendere alla massima risoluzione e di 1,14x per registrare a 120fps, mentre la Nikon lo sfrutta sempre per intero. Anche con IS digitale attivo il risultato non cambia: al fattore di crop pari a 1,44x introdotto dall’Active SteadyShot della Sony, quello della Nikon risponde con un discreto 1,3x. La Z 30 può girare per circa 35 minuti in risoluzione 4K o fino a 125 minuti in Full HD; Sony, dati tecnici alla mano, dichiara invece rispettivamente 30 e 60 minuti con la funzione di spegnimento automatico di protezione dal surriscaldamento regolata su Alto (raggiungimento della temperatura di esercizio più elevata). In entrambi i casi però le batterie sono classificate per garantire al massimo 75 minuti di autonomia in video, quindi per sfruttare appieno le rispettive durate di registrazione bisognerà attrezzarsi di un power bank.
La vista del fondello, che mette ancora una volta in evidenza la profondità dell’impugnatura, svela il vano in cui trovano posto sia la scheda di memoria tipo SD, sia la batteria al litio. Discreta l’autonomia, superiore ai 300 scatti secondo lo standard CIPA. Sul fianco sinistro si trovano le connessioni. Pratica la USB, utilizzabile anche per l’alimentazione e “doverose” la HDMI e la presa microfono. Manca però quella per le cuffie, un’assenza difficilmente giustificabile in una fotocamera destinata agli amanti del video. Garantita dal Bluetooth e dalla connettività Wi-Fi, invece, la compatibilità con l’app per smartphone SnapBridge.
La ZV-E10 dal canto suo vince di corto muso nella ripresa fotografica, poiché in grado di registrare immagini da 6000×4000 pixel grazie al suo sensore da 24MP (circa 3MP in più della Nikon). Anche tra le connessioni la compatta della casa “neroarancio” cala l’asso, affiancando la presa per le cuffie all’ingresso per il microfono; in una fotocamera indirizzata al video è un’assenza che si fa sentire, perché se è vero che durante un vlog non è possibile monitorare l’audio in cuffia, un riascolto del girato a ripresa conclusa consentirebbe di ribattere immediatamente il ciak in caso di disturbi ambientali. Nikon dovrà darsi da fare anche per colmare il gap accumulato in questi anni sul fronte delle ottiche APS-C: la Z 30 ha l’innesto Z grazie al quale è in grado di accettare tutti gli obiettivi di nuova generazione Nikkor Z progettati per il formato 35mm, ma appare sinceramente uno spreco utilizzare su un sensore più piccolo lenti e meccaniche progettate per il formato superiore. Gli obiettivi Nikkor Z DX realizzati specificamente per sensori di taglia 23,7×15,6mm sono invece, al momento, solo 3 e nessuno di caratura professionale. Sony, invece, ha a listino ben 19 ottiche originali con innesto E, e diverse sono le proposte universali compatibili con le mirrorless APS-C del colosso giapponese. Mentre Nikon lavora all’ampliamento della gamma Z DX è comunque possibile utilizzare sulla Z 30 i tanti obiettivi con innesto F e copertura APS-C tramite l’anello adattatore Nikon FTZ.
A ottica rimossa è visibile il sensore APS-C da 20,9 megapixel. Non è stabilizzato, quindi la funzione VR è svolta, se presente, dallo stabilizzatore incorporato nell’obiettivo: è il caso dei due zoom con cui abbiamo effettuato la maggior parte delle prove, il Nikkor Z DX 16- 50mm f/3,5-6,3 VR e 50-250mm f/4,5-6,3 VR (equivalenti rispettivamente a 24-75mm e 75-375mm sul formato pieno). Attualmente la gamma Nikkor Z DX prevede solo un terzo obiettivo, il DX 18-140mm f/3,5-6,3 VR che si propone come zoom “tuttofare”. La qualità delle mirrorless Z merita a nostro avviso un parco ottiche più ampio.
Nikon Z 30: caratteristiche
La moderata quantità di pixel stipati all’interno del CMOS APS-C della Z 30 è sufficiente per stampare fino al formato 30x45mm in qualità tipografica, ma è anche il segreto per ottenere notevoli prestazioni sul fronte della gamma dinamica e lavorando con valori di sensibilità ISO molto elevati. La gestione dell’elettronica della Z 30 è affidata a un processore Expeed 6, che rende la fotocamera rapida e reattiva, con possibilità di applicare correzioni qualitative e stilistiche sul JPG con semplicità. La Z 30 lavora lungo una scala di sensibilità che va da 100 a 51.200 ISO, estendibile al valore di H2, ossia 204.800. La già citata velocità di raffica di 11 fotogrammi al secondo si ottiene rinunciando al live view (l’immagine che si osserva a monitor è in lievissima differita, ma AF e AE rimangono attivi), mentre per vedere l’immagine in tempo reale è necessario scendere a 5 fotogrammi al secondo. L’ibridazione del sensore e il funzionamento dell’autofocus, al solito, meritano pieni voti riguardo velocità e affidabilità, ma anche su questa mirrorless troviamo il farraginoso sistema di attivazione del punto di partenza nel tracking in autofocus continuo (solo la Z 9 al momento è stata dotata del pratico tracking 3D tanto apprezzato in ambito reflex). Utile l’attivazione automatica del riconoscimento e tracciamento del volto e dell’occhio del soggetto (sia in foto, sia in video) ribaltando in avanti il monitor, funzione che, abbinata al blocco dei comandi e alla semplificazione dei controlli touch, facilita la ripresa “self made” e impedisce variazioni accidentali dei parametri di ripresa. Piuttosto limitato, invece, il supporto fornito dalla fotocamera quando si tenta di accedere a una funzione non disponibile per via delle impostazioni in uso: nel messaggio di avvertimento, infatti, non viene suggerito come intervenire per rendere nuovamente accessibile tale opzione.
L’inclinazione al video della Z 30 inizia con l’assenza del mirino elettronico, prosegue con la totale mobilità del monitor LCD e si completa con le buone qualità mostrate nelle riprese, eseguibili sia in 4K 30p che in Full HD 120p. Ferma la critica per la mancanza dell’uscita cuffie, apprezziamo la presenza di un menu specifico per le riprese video e la possibilità di attivare una modalità autoritratto che rende più razionali alcuni comandi touch (tempi, diaframmi, ISO, compensazione dell’esposizione e messa a fuoco automatica) quando si impugna la fotocamera rivolta verso sé stessi.
Passando al video, partiamo con l’insolito comportamento dello stabilizzatore elettronico in video mentre si cammina, che introduce un fastidioso ondeggiamento tanto dell’immagine a monitor quanto della ripresa finale. Se si desidera la massima qualità del girato, consigliamo di disattivare il VR e utilizzare la Z 30 montata su un gimbal. La fotocamera impiega circa 20 millisecondi (sia a 30p, sia a 24p in 4K) per scansionare il sensore: un dato non eccezionale, ma quanto basta per contenere l’effetto rolling shutter nelle riprese poco dinamiche.
Nikon Z30: le conclusioni
La prima mirrorless punta e scatta, anzi… punta e filma, di Nikon offre una qualità costruttiva eccezionale a un prezzo abbordabile, e si propone come alternativa allo smartphone per chi decide di muovere i primi passi nel mondo della ripresa fotografica, ma soprattutto video. Proprio l’accessibilità del prezzo (in relazione alla tipologia di utilizzatori cui la Z 30 si rivolge) ci ha fatto digerire l’assenza dell’EVF, della ripresa in 4K/60p, del sensore stabilizzato… ma non quella della presa per le cuffie. Ciò detto, come per le altre mirrorless APS-C della serie Z, la qualità dell’immagine offerta (soprattutto in termini di gamma dinamica e di tenuta agli alti ISO), nonché degli strumenti principali di assistenza alla ripresa (vedi sistema AF) è, senza troppi giri di parole, ottima. E così vale pura per il fronte video, al netto dell’insolito funzionamento dello stabilizzatore elettronico.
Test Nikon Z30: la nostra prova
Nikon Z 30 Nitidezza
I quasi 21 megapixel della Z 30 sono sufficienti per stampe di grandi dimensioni (oltre 30x45cm) in risoluzione tipografica. Il sensore CMOS ha già dato ottima prova di sé su altre fotocamere della Casa e qui ovviamente non fa eccezione. Per sfruttarlo al massimo sarebbe opportuno utilizzare ottiche di pregio, possibilmente a focale fissa, ma anche con gli zoom di primo equipaggiamento si ottengono immagini molto brillanti. I JPG prodotti dalla Z 30 con impostazioni standard soddisfano le esigenze della maggior parte dei fotografi, sia come brillantezza sia come equilibrio cromatico. Come sempre, però, il meglio si ottiene sviluppando i RAW associati. Limitatamente alla capacità di riproduzione dei dettagli, il file grezzo è un passo avanti sia nelle zone d’ombra sia in quelle a basso contrasto, aree in cui l’algoritmo di compressione JPG è costretto a sacrificare qualcosa per contenere il peso del file.
Sempre nell’ottica di generare immagini pronte all’uso, Nikon ha negli anni affinato il sistema di ottimizzazione della gamma dinamica D-Lighting Attivo (ADL). Questo essenzialmente opera una sottoesposizione, tanto più marcata quanto più elevato è il grado dell’adl, per mantenere leggibili le aree più luminose, salvo poi rischiarare selettivamente le ombre. Impostato in totale automatismo l’ADL porta sempre a buoni compromessi, anche se non sempre è in grado di valutare certi contrasti come meritevoli della massima intensità di intervento. Questo scorcio urbano a nostro avviso lo era e abbiamo quindi impostato manualmente l’ADL al massimo (Molto Alto), ottenendo una leggibilità di alteluci e ombre nettamente migliore rispetto al JPG standard. L’ADL in automatico avrebbe impostato un livello di recupero meno forte.
Nel precedente esempio dei pilastri metallici, il RAW, sviluppato secondo il nostro gusto personale, non ha portato a un sensibile miglioramento rispetto al JPG con ADL Molto Alto perché semplicemente non era necessario. In situazioni estreme, come quella ripresa all’interno del museo MAXXI di Roma, la malleabilità del sensore della Z 30 e dei RAW che produce è notevole. Qui il confronto è limitato a un JPG con ADL Molto Alto e al RAW associato, sviluppato “a sensazione”, senza innescare rumore di luminanza nelle ombre.
Nikon Z 30 Sensibilità ISO
La buona qualità del sensore CMOS della Z 30 si manifesta di nuovo nelle riprese ad alta sensibilità. Senza ridimensionare le immagini, operazione che ovviamente innalzerebbe la soglia di accettabilità, in JPG riteniamo ottime le fotografie realizzate fino a 1600 ISO; solo da 12.800 ISO in poi la perdita di dettaglio e la desaturazione dei colori si fanno eccessive. In RAW, pur non essendo semplicissimo alle altissime sensibilità ottenere lo stesso piacevolissimo equilibrio cromatico generato in JPG dalla fotocamera, la soglia si alza di uno stop, quindi 3200 ISO. Dalla serie di dettagli, abbiamo omesso le sensibiltà ISO 200 e 400 perché con variazioni irrilevanti rispetto alla minima.
Nikon Z30 Autofocus
Per la prova relativa all’autofocus continuo abbiamo utilizzato sia il telezoom di primo equipaggiamento, lo Z DX 50-250mm f/4,5-6,3 VR, sia il professionale Z 400mm f/4,5 VR S. La sequenza che vi mostriamo è stata realizzata con quest’ultimo (come potete vedere dalla schermata con le info di scatto). In modalità tracking con punto di rilevazione agganciato al frontale dell’automobile in avvicinamento alla velocità costante di circa 50km/h, la percentuale di scatti perfetti è molto alta, mediamente dell’80%. Gli errori sono lievi, li abbiamo evidenziati nellasequenza con una X rossa, mentre qui sopra vedete i relativi dettagli per facilitare l’analisi. L’unico appunto che muoviamo è di tipo ergonomico e riguarda la metodologia di attivazione del tracking, un po’ cervellotica rispetto a quella vista sulle reflex della Casa e riproposta per ora solo sulla mirrorless ammiraglia Z 9.
Nikon Z 30 Galleria immagini
Seppur economico, lo zoom Z DX 16-50mm f/3,5-6,3 VR di primo equipaggiamento ha mostrato di possedere una qualità ottica più che sufficiente, per giunta accompagnata da una buona resistenza al controluce (foto 1: 1/200sec f/11, ISO 100, a 16mm). L’assenza del mirino, che per un videomaker può essere “normale”, impone al fotografo un approccio diverso allo scatto. L’uso obbligato del monitor orientabile sul dorso per la composizione, però, può facilitare la ricerca di angoli inusuali e di certo scomodi da raggiungere con la fotocamera all’altezza dell’occhio (foto 2: 1/25sec f/6,3, ISO 640 a 16mm– foto 3: 1/40sec f/8, ISO 2200, a 26,5mm). Chiude questa mini galleria uno scatto che evidenzia la buona resa in bassa luce ambiente e il comportamento più che dignitoso dello zoom 16-50mm anche alla focale massima e a tutta apertura (foto 4: 1/80sec f/6,3, ISO 1800, a 50mm).
Scheda tecnica Nikon Z 30
- Prezzo 819 euro solo corpo Importatore Nital S.p.A., via Vittime di Piazza Fontana, 54 – 10024 Moncalieri (TO) internet nital.it
- Tipo mirrorless APS-C di taglia piccola
- Materiale lega di magnesio, rivestimento sintetico
- Dimensioni (LxAxP) e peso 128×73,5×59,5mm; 405g con batteria e scheda
- Innesto obiettivi Z-Mount
- Flash incorporato no
- Supporto di memoria SD, SDHC, SDXC (compatibili con UHS-I)
- Alimentazione accumulatore al litio EN-EL25; autonomia (CIPA): 330 scatti
- Connessioni USB tipo C (utilizzabile per la ricarica), HDMI tipo D, microfono, Wi-Fi 2,4, Bluetooth 4.2
- Sensore CMOS formato APS-C 23,5×15,7mm da 20,9 megapixel effettivi
- Processore Expeed 6
- Gamma ISO 100-51.200 (espandibile a 204.800, ISO Auto)
- Video fino a 4K UHD 3840×2160 (30p), Full HD 1920×1080 120p (slow-motion 4x), in formato MOV o MP4, codifica H264/MPEG4, audio stereo
- Monitor TFT LCD completamente orientabile da 7,5cm (3”) e da 1.040k punti, touch
- Mirino assente
- Messa a fuoco AF ibrido con rilevamento di fase e del contrasto su 209 punti con rilevamento di persone e animali, attivabile in tracking; AF Pinpoint (solo foto), AF a punto singolo, AF ad area dinamica (solo foto); AF area estesa (S), AF area estesa (L), AF area estesa (L-persone), AF area estesa (L-animali); auto-area AF, area AF auto (persone); area AF auto (animali); fuoco manuale assistito; sensibilità fino a -4,5EV
- Esposimetro sensore immagine con misurazione Matrix, ponderata centrale o media, spot sul punto di messa a fuoco, ponderata sulle alteluci; campo di misurazione -4/17EV
- Modi di esposizione automatica, manuale, programmata, a priorità dei tempi, a priorità dei diaframmi, U1-2-3, video
- Esposizione con il flash automatica i-TTL
- Modi di scatto singolo o continuo fino a 11fps
- Tempi di esposizione da 30sec a 1/4.000sec; posa B e T; autoscatto programmabile
- Sincro flash 1/200sec; Flat Peak disponibile
- Extra registrazione di filmati time lapse, stabilizzatore elettronico in video, intervallometro, esposizioni multiple, focus stacking, D-Lighting attivo, HDR, Picture Control, Registrazione RAW (NEF) a 14bit,, correzione digitale delle ottiche mappate, otturatore elettronico (ripresa silenziosa), bracketing su AE, flash, WB e Active D-Lighting, controllo remoto tramite smartphone