La gloriosa Casa giapponese lancia la 17, compatta a pellicola che impressiona fotogrammi “mezzo formato”. Almeno in Italia il numero che identifica la nuova fotocamera non è molto popolare, ma siccome riteniamo la superstizione una negazione dell’intelligenza, la scelta di Pentax ci piace per principio.
Ma perché 17? La compatta analogica utilizza i classici caricatori formato 135 o 35mm che dir si voglia. Su questa pellicola le classiche fotocamere, reflex o compatte, impressionano immagini di 24x36mm. La nuova Pentax 17, invece, genera immagini di 24x17mm e dalla lunghezza del lato corto deriva il suo nome. In sostanza, dove una normale fotocamera a pellicola registra un’immagine orizzontale da 24x36mm, la 17 impressiona due fotogrammi 24x17mm in verticale. I 2mm che mancano (17×2=34) sono occupati dallo spazio inter-fotogramma. Con un calcolo elementare scopriamo che da una pellicola da 36 pose la Pentax 17 trarrà ben 72 immagini.
In verticale per l’orizzontale
Aprendo il dorso della fotocamera appare evidente quanto fin qui esposto: la finestra attraverso cui l’obiettivo proietta l’immagine è disposta in verticale, quindi portando la fotocamera all’occhio nel modo canonico registreremo immagini verticali. Chi vorrà divertirsi con questa originale fotocamera dovrà tenerlo a mente. Ovviamente nel mirino galileiano alcune cornici ci guidano alla composizione, anche per le brevi distanze di messa a fuoco per evitare l’errore di parallasse.
La messa a fuoco a zone
Il mirino della Pentax 17, infatti, somiglia in tutto e per tutto a uno spioncino che mostra un’immagine abbastanza sovrapponibile a quella registrata dalla pellicola quando fotografiamo soggetti distanti, ma perde di precisione quando puntiamo su soggetti vicini. E per questo mostra una cornice, più piccola, da prendere in considerazione quando si scatta in close-up. L’obiettivo, che è un 25mm equivalente a 37mm sul formato pieno, costruito con appena 3 lenti, è dotato esclusivamente di messa a fuoco manuale. Questa è suddivisa in 6 zone, contraddistinte da altrettante icone, dal fiore alle posate, dal primissimo piano al mezzo busto, per passare alla figura intera e finire al paesaggio. Per opportuna chiarezza, sull’obiettivo sono anche riportate le corrispondenti distanze in metri e piedi.
Alla Pentax sanno quanto sia difficile mettere a fuoco con precisione soprattutto alle brevi distanze: per questo il cordino ad armapolso è stato disegnato di una lunghezza ben precisa e tale da consentire di posizionare la fotocamera alla corretta distanza dal soggetto quando è impostata la zona “macro”, ossia quella contraddistinta dal fiore.
L’esposizione è automatica
Se la messa a fuoco è del tutto manuale, al contrario l’esposizione è sostanzialmente automatica. La ghiera dei modi prevede due macro aree, una per le riprese con il flash sempre attivo (ha numero guida 6 a 100 ISO) e sincronizzabile con i tempi lenti, una per le riprese senza flash, che includono la modalità Bokeh, programmata per mantenere il diaframma alla sua massima apertura. Tra queste due zone, una modalità AUTO che stabilisce esposizione ed eventuale intervento del flash, ma disattiva la messa a fuoco manuale, bloccandola su una sorta di iperfocale allo scopo di ottenere la massima profondità di campo possibile. Utile, soprattutto per i più esperti, la ghiera per la compensazione dell’esposizione.
L’otturatore è elettronico con tempi compresi tra 1/350sec e 4 secondi oltre la posa B. Il diaframma dell’obiettivo è a 9 lamelle, ma i dati tecnici non svelano fino a quale valore è impostabile (in automatico): conosciamo solo l’apertura massima, f/3,5.
C’è anche la lega di magnesio
Ma torniamo al principio osservando la fotocamera nel suo insieme. La linea è a dir poco classica, con calotta e fondello in lega di magnesio e corpo principale in quello che riteniamo policarbonato. L’impugnatura è abbastanza pronunciata e ospita una batteria al litio CR2 che consente di esporre una decina di rullini da 36 pose (che diventano 72 con la Pentax 17). La calotta è affollata: da sinistra, il manettino per il riavvolgimento della pellicola coassiale al selettore della sensibilità ISO, impostabile tra 50 e 3200. Oltre la ghiera per la compensazione dell’esposizione si erge il mirino, sulla cui copertura Pentax incide con fierezza l’artigianalità della produzione (eseguita in Vietnam) e la dicitura “film camera” con tanto di indicatore del piano focale.
Alla destra del mirino, la ghiera dei modi di esposizione, il pulsante di scatto e la leva di avanzamento della pellicola, che ha una corsa di 130° e un’apertura iniziale di 30° che facilita anche l’impugnatura; chiude la panoramica il contafotogrammi.
Il dorso presenta la classica taschina in cui inserire il talloncino promemoria della pellicola in uso e la presa per il telecomando a filo. Salvo sviste, collegare un telecomando con timer a questa porta è l’unico modo per attivare l’autoscatto: non ci sembra di notare comandi fisici dedicati e la cosa è tanto più strana considerando che Pentax indirizza questa fotocamera alle generazioni Y e Z, ossia di età comprese tra 18 e 44 anni, piuttosto affezionate alla pratica del selfie…
Pentax 17: la galleria delle immagini realizzate con pellicola Kodak Ultra Max 400 ISO
Pentax 17: prezzo e disponibilità
La nuova Pentax 17 è disponibile da subito a 549 euro. Altre info sono disponibili sul sito di Fowa, l’importatore italiano di Pentax.
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