La nuova OM System OM-5 II è una mirrorless Micro QuattroTerzi fondata sullo stesso sensore stabilizzato da 20MP del modello predecente, e identico è anche il processore. Non ci sono da attendersi miglioramenti sul fronte qualitativo delle immagini, fisse o video, ma alcune novità raffinano un progetto che continua ad avere nella compattezza e nella trasportabilità i propri assi nella manica.
Sarà in vendita dalla metà del prossimo mese a 1.299 euro solo corpo, ma prevediamo offerte di lancio da controllare sul sito dell’importatore italiano Polyphoto.


Gli elementi principali di una ricetta "tradizionale"
Detto del sensore CMOS da 20 megapixel, possiamo indicare gli elementi principali di questa fotocamera nei seguenti punti:
- Stabilizzazione del CMOS fino a 7,5 stop con obiettivi compatibili
- Scatto a raffica fino a 30fps e pre-burst configurabile
- Resistenza alle intemperie con livello IP53
- Modalità multi-scatto anche a mano libera fino a 50 MP
- Mirino OLED con ingrandimento 0,68x da 2,36 milioni di punti
- nuova presa USB-C per la ricarica e il trasferimento dati
- menu aggiornati
- tasto CP (fotografia computazionale)
Si impugna meglio e resta "impermeabile"
A livello fisico, la novità più importante è l’aumento di profondità dell’impugnatura: pochi millimetri che non influiscono su peso e ingombro, migliorando invece la presa. Non facciamoci illusioni: il grip resta limitato alla punta delle dita. I modelli con impugnatura profonda intorno al quale la mano può avvolgersi hanno pesi e ingombri solitamente maggiori.


Nell’insieme, comunque, l’ergonomia di questa miniatura è notevole, con pulsanti collocati al posto giusto e ghiere che offrono un’ottima presa. Troviamo anche il pulsante CP, che dà accesso alla pletora di funzioni fotografiche basate sul multi-shot: c’era già sulla OM-3, siamo lieti di ritrovarlo su una fotocamera di fascia inferiore (anche se, come vedremo, le funzioni CP sono leggermente limitate rispetto ai modelli di fascia più alta).

Ritroviamo la resistenza, certificata IP53, ad acqua e polvere, un “must” per un apparecchio che immaginiamo al collo di escursionisti pronti a tutto. Immutati anche i sistemi di mira che, pur non battendo alcun record, consento di riprendere da qualunque angolazione o condizione di luce (c’è anche una funzione di amplificazione dell’immagine per facilitare messa a fuoco o composizione al buio totale o quasi…).
Preziosissimo, inoltre, lo stabilizzatore di immagine che con alcuni obiettivi promette un guadagno superiore a 7 stop sul tempo di sicurezza.
Fototgrafia computazionale: c'è tanto ma non tutto
Con tutta probabilità a causa del sensore con flusso di dati meno rapido rispetto a quello delle OM-1 II e OM-3, che dispongono di un CMOS stacked, la OM-5 II deve fare a meno del filtro ND digradante, mentre il Live ND normale ha un’intensità massima inferiore di 2EV rispetto a quello delle “ammiraglie”.
È comunque un pacchetto di tutto rispetto quello dedicato alla fotografia computazionale che sfoggia la OM-5 II, che non va considerato un passatempo ma un insieme di strumenti dal notevole potenziale, sia per la macrofotografia che per il paesaggio, naturale o urbano.

Tra l’altro, le modalità multi-scatto del pacchetto CP vengono elaborate nella fotocamera, non c’è bisogno di trasferire le immagini al computer per l’elaborazione con software ulteriori. In alcuni casi, quando le operazioni di “fusione” sono particolarmente complesse, dobbiamo aspettarci un blocco temporaneo della fotocamera, che dedica tutte le proprie risorse al confezionamento dell’immagine finale.
Funzione | OM-5 II | OM-1 (II) / OM-3 |
---|---|---|
Multi-shot alta risoluzione | 50MP a mano libera / 80MP treppiedi | 50MP a mano libera / 80MP treppiedi |
Live ND | 1–4EV | 1–6EV |
Live ND digradante | — | 1–3EV |
Focus stacking | Sì, con alcuni obiettivi | Sì, con alcuni obiettivi |
HDR | Sì | Sì |
Esposizioni Multiple | Sì | Sì |
Posa B Live | Sì | Sì |
USB-C: obbligatorio averla
Ormai obbligatoria nell’Unione Europea, la presa USB-C sbarca anche sulla OM-5 II (sulla prima OM-5 c’era una ormai obsoleta Micro USB). Dai dati in nostro possesso il trasferimento offerto dalla nuova USB-C non è comunque particolarmente veloce, rendendo consigliabile estrarre la scheda SD e collegarla a un lettore prestante per scaricare le foto su computer. Resta ovviamente il grande vantaggio di poter utilizzare e caricare la fotocamera a corto di energia con un powerbank collegato alla presa USB-C.
Un’ultima nota dedicata ai menu della fotocamera che, analogamente a quanto visto sui modelli più recenti e di fascia più alta, guadagnano in leggibilità e razionalità.
Mancano purtroppo aggiornamenti al sistema autofocus che, quindi, non si avvale della cosiddetta intelligenza artificiale e non ha il riconoscimento di soggetti quali umani, animali o veicoli.

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