Il mondo dei sistemi APS-C e Micro QuattroTerzi è popolato di proposte che non fanno rinunciare a nulla o quasi, e che permettono di accedere alla fotografia impegnata senza spendere una fortuna. In un periodo in cui molti svaghi sembrano diventati un lusso, facciamo scelte intelligenti per non privarci (anche) della fotografia.
Le fotocamere cui è dedicato questo servizio hanno diversi punti in comune: innanzitutto sono mirrorless, quindi si inseriscono in un sistema di ottiche intercambiabili come le reflex ma, rispetto a queste, offrono vantaggi in termini di costi (talvolta) e di semplificazione costruttiva (sempre) data l’assenza dello specchio. Inoltre, impiegano sensori di taglia Micro QuatroTerzi o APS-C: questo è l’elemento decisivo che le rende meno costose delle full frame, e quindi alla portata di un pubblico più ampio. Infatti si tratta di modelli d’accesso, con qualche proposta dalle prestazioni classificabili addirittura in “classe media”: vuol dire che, senza far spendere una fortuna, garantiscono al fotografo la facoltà di intervenire manualmente su qualsiasi parametro di ripresa, scavalcando i pur presenti automatismi utili a chi parte da zero. Spesso sono offerte in kit con un obiettivo, generalmente uno zoom tuttofare: è una soluzione che permette di risparmiare rispetto a quel che si spenderebbe acquistando la fotocamera separatamente dall’ottica, e soprattutto consente di fare pratica fin da subito. Ma in alcuni casi c’è pure la possibilità di avere solo il corpo macchina oppure la fotocamera in abbinamento a due obiettivi.
A confronto tre obbiettivi di pari focale e, grossomodo, stessa luminosità, pensati rispettivamente per sistemi mirrorless con sensori di taglia Full frame, APS-C e QuattroTerzi. Dovendo coprire una superficie più piccola, a parità di angolo di campo inquadrato e luminosità, un’ottica per MQT risulterà significativamente più leggera e compatta di una per APS-C che, a sua volta, avrà dimensioni e peso inferiore a una per full frame. Questo ha normalmente ricadute anche sul prezzo.
La taglia piccola taglia la spesa
Le fotocamere con sensori APS-C e QuattroTerzi, che hanno una superficie 2,3 e 3,8 volte inferiore rispetto a quelli di taglia full frame, rappresentano la prima scelta per chi dà priorità al rapporto prezzo/prestazioni: sono apparecchi molto completi e versatili, che sostengono con una qualità adeguata anche le ambizioni di chi vuole fare sul serio, ma che rimangono accessibili sia in termini di spesa iniziale (ossia l’acquisto della fotocamera, eventualmente già abbinata a uno zoom standard), sia di ampliamento del corredo. Vale infatti la regola che i sensori di taglia inferiore al full frame permettono di realizzare obiettivi più compatti perché, dovendo questi ultimi coprire un’area immagine meno grande, necessitano di lenti di minor diametro. Di qui si avvia un processo di progettazione “virtuoso” che permette di ridurre le dimensioni dell’ottica stessa e di alleggerirne tutti gli altri componenti, dal barilotto alla meccanica, al motore dell’autofocus; di conseguenza, risulterà più leggero anche il prezzo. Ecco perché un corredo APS-C o MQT è in genere più economico da comporre, e anche più facilmente trasportabile, rispetto a uno a formato pieno. Intendiamoci: questa sua caratteristica non dipende tanto dal corpo macchina – che anzi è da preferire di dimensioni generose per ragioni di ergonomia e maneggevolezza – quanto proprio dagli obiettivi.
La risoluzione è un "non problema"
Con un formato inferiore al full frame, qualcuno obietterà, si potrebbe soffrire la mancanza della risoluzione – generalmente superiore – garantita dalle fotocamere con CMOS da 24x36mm: consideratelo un finto problema, perché le fotocamere MQT in rassegna arrivano a 20MP e le APS-C anche a 34MP, densità più che idonee a ottenere stampe di alta qualità in grande formato, una garanzia di qualità qualora voleste stampare le vostre fotografie, o destinarle a impieghi editoriali. Più interessante in tal senso è il ragionamento sul peso dei file grezzi generati da questa tipologia di apparecchi: notevole, certo, ma non paragonabile a quello dei modelli spiccatamente professionali che fanno incetta di pixel. Insomma, “accontentandosi” ci si assicura una qualità indiscutibile anche a forti ingrandimenti, si risparmia spazio di archiviazione nella scheda di memoria come nei dischi rigidi, e la postproduzione fila via senza intoppi anche se il nostro computer non offre una potenza di calcolo eccezionale.
Video: parola d'ordine flessibilità
Tutti i modelli in rassegna sono arruolabili anche per girare video almeno di qualità amatoriale, e possono quindi essere impiegati con soddisfazione per realizzare self tape e videolog, se non anche per catturare momenti di vita vissuta. Sono invece riservate solo ai modelli più evoluti e costosi quelle funzionalità richieste dai videomaker per realizzare contenuti degni di una produzione cinematografica (ad esempio i profili flat per la massima libertà di intervento nella correzione dei colori e della gamma dinamica in fase di editing). Anche nel caso delle nostre mirrorless “d’accesso” lo standard di ripresa massimo è, comunque, sempre il 4K, in alcuni dei modelli più economici preferire questa risoluzione al Full HD potrebbe comportare il cosiddetto crop del sensore, e dunque una riduzione più o meno marcata dell’angolo di campo dell’obiettivo (il che riduce, a parità di altri fattori, la possibilità di realizzare inquadrature grandangolari). Quanto alla flessibilità in termini di ottimizzazione del girato, le clip prodotte da queste fotocamere sono generalmente molto leggere e quindi facilmente gestibili anche con computer di non recentissima generazione.
Reali compromessi
Se qualche limite rispetto alle full frame può esserci, nel caso delle nostre APS-C e MQT riguarda le possibilità offerte dal fuoco selettivo e l’efficienza del sensore. D’altra parte, volendo e ssere pratici, sappiamo che le occasioni di fotografare riducendo al minimo la profondità di campo sono poche, e che molto spesso si finisce per diaframmare almeno un po’ scongiurando la perdita di nitidezza in zone importanti dell’immagine, ad esempio i bordi nel paesaggio. Il tutto con la conseguenza di avere risultati simili a quelli alla portata di sensori più piccoli… Sempre a parità di altri fattori, più un sensore è ampio e maggiore è la sua efficienza. Ecco perché, a parità di risoluzione, i CMOS più grandi permettono in genere di spingersi più in alto con la sensibilità ISO mantenendo una qualità d’immagine accettabile, senza patire la comparsa di rumore elettronico che penalizza i dettagli e la fedeltà cromatica. Sempre all’efficienza – alla quale, in ogni caso, contribuiscono pure il processore della fotocamera e il relativo software – è legata l’estensione della gamma dinamica, ossia la capacità di restituire dettagli leggibili anche nelle zone di luminosità molto superiore o inferiore rispetto alla media generale dell’immagine: anche qui, una full frame batte le APS-C e surclassa le MQT, ma in misura non sempre decisiva e, soprattutto, a prezzi ben superiori. In soldoni e salvo eccezioni, la “cruda realtà” che sperimentiamo nei nostri test è che tra una full frame e una APS-C c’è uno stop di vantaggio in termini di tenuta agli alti ISO e di estensione della gamma dinamica, mentre tra una full frame e un MQT il distacco è di circa 2EV. Passiamo quindi alla rassegna, marca per marca, le mirrorless che in redazione abbiamo selezionato in base ai criteri appena espressi; nelle prossime pagine, di ciascuna evidenzieremo le caratteristiche principali ed esclusive.
Prezzo solo corpo: 973 euro
Prezzo in kit con EF-M 14-45mm f/3,5-6,3 IS STM e mirino elettronico: 1.260 euro
Prezzo solo corpo: 640 euro
Prezzo in kit con EF-M 14-45mm f/3,5-6,3 IS STM: 770 euro
Prezzo in kit con EF-M 18-150mm f/3,5-6,3 IS STM: 950 euro
Prezzo in kit con EF-M 14-45mm f/3,5-6,3 IS STM e EF-S 55-200mm f/4,5-6,3 IS STM: 999 euro
- Materiale lega di magnesio
- Dimensioni e peso 120x70x49mm; 408g
- Monitor 3” e 1,04MP, basculabile
- Mirino esterno opzionale da 2,36MP
- Sensore APS-C da 32,5MP
- Innesto Canon M
- Risoluzione video massima 3840×2160/30p
- Sensibilità ISO standard 100-25.600
- Autofocus ibrido con rilevazione del volto e dell’occhio
- Autonomia 305 scatti
- Materiale policarbonato
- Dimensioni e peso 116x88x59mm; 387g
- Monitor 3” e 1,04MP, completamente articolato
- Mirino 2,36MP
- Sensore APS-C da 24MP
- Innesto Canon M
- Risoluzione video massima 3840×2160/24p
- Sensibilità ISO standard 100-25.600
- Autofocus ibrido con rilevazione del volto e dell’occhio
- Autonomia 305 scatti
Benché nel sistema mirrorless APS-C di Canon si siano avvicendate nel corso di un decennio diverse fotocamere (la prima Eos M nel 2012, l’ultima nel 2021), il parco ottiche a queste dedicato non è mai decollato con decisione. Risale, infatti, al 2018 l’EF-M 32mm f/1,4, il settimo e ultimo obiettivo presentato per l’appena citata serie. Si vocifera per giunta che anche Canon, sulla scia di Sony e Nikon, stia per dotare le sue mirrorless APS-C del medesimo innesto (nello specifico, denominato RF) delle full frame. E l’uscita sul mercato di una nuova senzaspecchio APS-C con innesto RF, di fatto, sancirebbe il pensionamento del sistema Eos M. Prima che ciò accada, però, chi volesse azzardare l’approdo nel mondo Canon può ancora contare su mirrorless piuttosto recenti e con prestazioni paragonabili a quelle delle concorrenti più attuali. Le esponenti più rappresentative della gamma sono la Eos M50 Mark II e la Eos M6 Mark II, entrambe disponibili sia in versione solo corpo, sia in kit (prezzi a partire da 640 euro). Si tratta di due mirrorless di taglia piccola con sensori non stabilizzati, rispettivamente, da 24 e 32,5MP, e con il medesimo processore d’immagine Digic 8 (scattano lungo la scala di sensibilità 100-25.6000, con possibilità di espansione fino a 51.200). Più essenziale la M50 II, e dalla vocazione spiccatamente professionale la M6 II (che vanta pure la costruzione in lega di magnesio anziché in policarbonato), queste due mirrorless condividono il doppio sistema di mira costituito dal monitor nel dorso (completamente articolato) e dal mirino elettronico; quello della Eos M50 Mark II, però, è integrato nel corpo macchina, mentre nella Eos M6 Mark II è esterno (e opzionale) e va innestato sulla slitta portaflash. Le migliori prestazioni di raffica, rispe ttivamente 10 e 14fps, vengono ra ggiunte in entrambi i casi disa ttivando l’autofocus (ibrido da 143 punti di rilevazione) e bloccando l’esposizione sul primo fotogramma. In ambito video tutte e due soddisfano invece lo standard 4K, e sono predisposte per ospitare almeno il microfono esterno.
Prezzo solo corpo: 973 euro
Prezzo in kit con EF-M 14-45mm f/3,5-6,3 IS STM e mirino elettronico: 1.260 euro
Prezzo solo corpo: 930 euro
Prezzo in kit con Fujinon XC15-45mm f/3,5-6,5 OIS PZ: 1.070 euro
Prezzo in kit con Fujinon XF 18-55mm f/2,8-4 R LM OIS: 1.330 euro
Prezzo solo corpo: 1.020 euro
Prezzo in kit con Fujinon XC 15-45mm f/3,5-6,5 OIS PZ: 1.170 euro
Prezzo in kit con Fujinon XF 18-55mm f/2,8-4 R LM OIS: 1.470 euro
Prezzo in kit con Fujinon XF 16-80mm f/4 R OIS WR: 1.550 euro
- Materiale policarbonato e alluminio
- Dimensioni e peso 121x84x55mm; 370g
- Monitor 3,5” e 2,78MP, completamente articolato
- Mirino 2,36MP, ingrandimento 0,62x
- Sensore APS-C da 24MP
- Innesto Fujifilm X
- Risoluzione video massima 3840×2160/30p
- Sensibilità ISO standard 200-12.800
- Autofocus ibrido con rilevazione del volto e dell’occhio
- Autonomia 270 scatti
- Materiale lega di alluminio
- Dimensioni e peso 118x83x47mm; 383g
- Monitor 3” e 1,04MP, basculabile
- Mirino 2,36MP, ingrandimento 0,62x
- Sensore APS-C da 26MP (X-Trans CMOS)
- Innesto Fujifilm X
- Risoluzione video massima 4096×2160/30p
- Sensibilità ISO standard 160-12.800
- Autofocus ibrido con rilevazione del volto e dell’occhio
- Autonomia 380 scatti
- Materiale lega di magnesio
- Dimensioni e peso 126x85x65mm; 465g
- Monitor 3” e 1,04MP, completamente articolato
- Mirino 2,36MP, ingrandimento 0,62x
- Sensore APS-C da 26MP (X-Trans CMOS), stabilizzato
- Innesto Fujifilm X
- Risoluzione video massima 4096×2160/30p
- Sensibilità ISO standard 160-12.800
- Autofocus ibrido con rilevazione del volto e dell’occhio
- Autonomia 325 scatti
In casa Fujifilm tra le proposte più abbordabili (si parte da 870 euro), ma al tempo stesso interessanti per capacità di ripresa fotografica e video, troviamo la X-T200. È una mirrorless di taglia media che schiera un sensore CMOS tradizionale da 24MP di risoluzione, che come premesso sopra è di formato APS-C. Si tratta di un elemento con canonica matrice Bayer, dato che per il più raffinato X-Trans CMOS bisogna puntare a modelli di fascia intermedia, come la Fujifilm X-T30 II e la X-S10 (entrambe ne sfruttano uno da 26MP). È appena il caso di rilevare che l’X-Trans, un’esclusiva Fujifilm, presenta una matrice “ad alta casualità” che riduce il rischio che si generi il moiré cromatico con soggetti critici, e che perciò fa a meno del filtro passabasso con vantaggi per la nitidezza. Ovunque ricada la scelta, sul fronte video la risoluzione 4K è sempre assicurata ma, curiosamente, solo sulla più economica X-T200 è supportata “fisicamente” dai due ingressi per il microfono esterno e le cuffie. Discorso ben diverso que llo che intere ssa la ripresa fotografica, per la quale la X-T30 II risulta la meglio attrezzata sul fronte “sportivo” (potendo scattare raffiche fino a 30fps a fronte dei 20fps raggiunti dalla X-S10 e degli 8fps garantiti dalla X-T200). Al contrario, la X-S10, grazie al suo sensore stabilizzato, è quella che permette di affrontare più serenamente gli altri generi di ripresa, anche quando la luce ambiente si fa più debole. Nessuna delle tre mirrorless Fujifilm rinuncia a un’impugnatura bugnata in stile reflex (anche se solo sulla X-S10 questa è molto più pronunciata e quindi più confortevole) e soprattutto al mirino elettronico, che troviamo sempre in risoluzione di 2,36MP e 0,62x di ingrandimento. Il monitor nel dorso, d’altro canto, è solamente basculabile nel caso della X-T30, e completamente articolato nella X-T200 e sulla X-S10. A proposito di X-S10: chi ha già maturato esperienza con le Fujifilm, soprattutto quelle di fascia più alta, potrebbe restare spiazzato dall’impostazione di questa fotocamera; si tratta infatti della prima mirrorless per amatori evoluti che il produttore giapponese propone con la tradizionale ghiera dei modi PASM: nei modelli precedenti, il modo di esposizione si determina agendo in varie combinazioni sulle ghiere dei diaframmi e dei tempi. Si tratta di una standardizzazione che favorisce quanti vogliano avvicinarsi al mondo Fujifilm provenendo da altri “lidi”, che nella X-S10 possono riconoscere un’impostazione più familiare, ancorché meno “romantica”.
Prezzo solo corpo: 1.048 euro
Prezzo in kit con 16-50mm f/3,5-6,3 VR: 1.189 euro
Prezzo in kit con 28mm f/2,8 SE: 1.299 euro
Prezzo solo corpo: 969 euro
Prezzo in kit con 16-50mm f/3,5-6,3 VR: 1.119 euro
Prezzo in kit con 16-50mm f/3,5-6,3 VR e 50-250mm f/4,5-6,3 VR: 1.390 euro
- Materiale lega di magnesio
- Dimensioni e peso 135x94x44mm; 445g
- Monitor 3” e 1,04MP, completamente articolato
- Mirino 2,36MP, ingrandimento 0,68x
Sensore APS-C da 21MP - Innesto Nikon Z
- Risoluzione video massima 3840×2160/30p
- Sensibilità ISO standard 100-51.200
- Autofocus ibrido con rilevazione del volto e dell’occhio
- Autonomia 300 scatti
- Materiale lega di magnesio
- Dimensioni e peso 127x94x60mm; 450g
- Monitor 3” e 1,04MP, completamente articolato
- Mirino 2,36MP, ingrandimento 0,68x
- Sensore APS-C da 21MP
- Innesto Nikon Z
- Risoluzione video massima 3840×2160/30p
- Sensibilità ISO standard 100-51.200
- Autofocus ibrido con rilevazione del volto e dell’occhio
- Autonomia 320 scatti
Allineate nelle prestazioni e, grossomodo, anche nel prezzo (circa 1.000 euro solo corpo), le due mirrorless APS-C di Nikon Z50 e Z fc sono entrambe disponibili sia in versione solo corpo, sia in kit con diverse ottiche. Sono equipaggiate con un CMOS APS-C non stabilizzato da 21MP di risoluzione, dispongono del doppio sistema di mira monitor (basculabile) e mirino (2,36MP e 0,68x di ingrandimento), scattano fino a 11fps e registrano video anche in risoluzione 4K. Mentre, però, la Z50 si ispira nelle geometrie alle sorelle maggiori con sensore full frame, l’impostazione della Z fc è classica, con ghiere di controllo sulla calotta che richiamano le reflex analogiche del passato. Come avrete potuto intuire, il sensore da 21MP adottato da Nikon è indietro dal punto di vista strettamente numerico rispetto alle unità installate sulle concorrenti: moderata risoluzione è però sinonimo di notevoli prestazioni almeno sul fronte della gamma dinamica, ossia la capacità di far fronte a contrasti molto forti, e della resa in condizioni di scarsa luce ambiente e quindi con elevati valori di sensibilità ISO. La Z50 e la Z fc non deludono neanche sul fronte video: il 4K è a disposizione fino a 30p e il Full HD addirittura fino a 120p, fatto che consente di rallentare i video, durante la riproduzione, di 4 volte. L’ostacolo all’uso impegnato da parte di un aspirante videomaker, semmai, è (come in molte rivali) l’assenza della presa per le cuffie, che preclude il monitoraggio accurato della registrazione audio. Assodate le ottime capacità delle due fotocamere, è auspicabile un rapido sviluppo del corredo di obiettivi Z DX: un fisso (26mm) e uno zoom (12-28mm) sono attesi entro l’anno per affiancare i tre obiettivi (tutti stabilizzati) già a listino.
Prezzo in kit con M.Zuiko Digital ED 14‑42mm f/3,5-5,6 II R: 599 euro
Prezzo in kit con M.Zuiko Digital ED 14‑150mm f/4‑5,6 II: 599 euro
Prezzo in kit con M.Zuiko Digital ED 14‑42mm f/3,5‑5,6 EZ: 799 euro
Prezzo solo corpo: 659 euro
Prezzo in kit con M.Zuiko Digital ED
14‑42mm f/3,5‑5,6 EZ: 799 euro
Prezzo solo corpo: 1.089 euro
Prezzo in kit con M.Zuiko Digital ED 14‑42mm f/3,5‑5,6 EZ: 1.299 euro
Prezzo in kit con M.Zuiko Digital ED 12‑45mm f/4 Pro: 1.449 euro
Prezzo in kit con M.Zuiko Digital ED 12‑200mm f/3,5‑6,3: 1.690 euro
Prezzo in kit con M.Zuiko Digital ED 12‑40mm f/2,8 Pro: 1.789 euro
Materiale Lega di alluminio e policarbonato
Dimensioni e peso 122x84x50mm; 411g
Monitor 3” e 1,04MP, basculabile
Mirino 2,36MP, ingrandimento 0,68x
Sensore QuattroTerzi da 16MP, stabilizzato
Innesto Micro QuattroTerzi
Risoluzione video massima 3840×2160/30p
Sensibilità ISO standard 200-25.600
Autofocus a sola rilevazione del contrasto con rilevazione del volto
e dell’occhio, 121 punti selezionabili
Autonomia 330 scatti
Materiale Lega di alluminio e policarbonato
Dimensioni e peso 122x84x49mm; 383g
Monitor 3” e 1,04MP, basculabile
Mirino 2,36MP, ingrandimento 0,62x
Sensore QuattroTerzi da 20MP, stabilizzato
Innesto Micro QuattroTerzi
Risoluzione video massima 3840×2160/30p
Sensibilità ISO standard 200-25.600
Autofocus ibrido con rilevazione del volto e dell’occhio, 121 punti selezionabili
Autonomia 360 scatti
- Materiale lega di magnesio
- Dimensioni e peso 125x85x50mm; 414g
- Monitor 3” e 1,04MP, completamente articolato
- Mirino 2,36MP, ingrandimento 0,68x
- Sensore QuattroTerzi da 20MP, stabilizzato
- Innesto Micro QuattroTerzi
- Risoluzione video massima 4096×2160/30p
- Sensibilità ISO standard 200-25.600
- Autofocus ibrido con rilevazione del volto e dell’occhio, 121 punti selezionabili
- Autonomia 310 scatti
Benché “meno dotate” delle APS-C in termini di dimensioni e densità del sensore (il nuovo record di risoluzione della categoria, appena stabilito, sono i 25,2MP della Panasonic Lumix GH6), le mirrorless dell’universo Micro QuattroTerzi utilizzano obiettivi che a parità di focale equivalente e luminosità risultano più compatti e leggeri di quelli progettati per le concorrenti con sensore APS-C: un fattore che, quando si viaggia, può essere determinante. Molte le proposte a buon mercato (prezzo di partenza 600 euro) dei due Costruttori che aderiscono al consorzio MQT, ossia OM System (è il nuovo nome adottato da Olympus a partire dallo scorso dicembre) e Panasonic. Fra queste, troviamo l’entry level E-M10 III S e le due “medie” E-M10 IV ed E-M5 Mark III: il modello d’accesso utilizza il sensore stabilizzato di precedente generazione, e perciò da 16MP, con sistema AF a sola rilevazione del contrasto; al contrario, le due sorelle più evolute sfruttano il recente Live MOS stabilizzato da 20MP e non rinunciano all’autofocus ibrido, ossia con rilevazione sia di fase, sia del contrasto. Chiaramente le tre mirrorless (che essendo state prodotte tra il 2019 e il 2020 sono ancora marcate Olympus) possono contare sul doppio sistema di mira costituito dal mirino elettronico e dal monitor orientabile nel dorso, ma solo la E-M5 Mark III può vantare la scocca in lega di magnesio e la tropicalizzazione del corpo macchina. Restano esclusiva dei due modelli di fascia superiore (quindi la M10 IV e la M5 III) anche alcune funzionalità avanzate come le modalità Pro Capture, la High Res Shot per confezionare immagini da 50MP di risoluzione e la Live ND; sul fronte delle capacità di raffica registriamo invece gli 8,6fps de lla M10 III s, i 15fps garantiti dalla E-M10 IV e i ben 30 fotogrammi per secondo supportati dalla E-M5 Mark III.
Prezzo solo corpo: 650 euro
Prezzo in kit con 12-32mm f/3,5-5,6 ASPH: 780 euro
Prezzo solo corpo: 800 euro
Prezzo in kit con 14-140mm f/3,5-5,6 ASPH: 1.393 euro
Prezzo in kit con 12-60mm f/3,5-5,6 Aspherical Power OIS: 1.290 euro
- Materiale Lega di alluminio e policarbonato
- Dimensioni e peso 116x83x54mm; 352g
- Monitor 3” e 1,84MP, completamente articolato
- Mirino 3,68MP, ingrandimento 0,73x
- Sensore QuattroTerzi da 20MP
- Innesto Micro QuattroTerzi
- Risoluzione video massima 3840×2160/30p
- Sensibilità ISO standard 200-25.600
- Autofocus a sola rilevazione del contrasto con tecnologia DFD,
con rilevazione del volto e dell’occhio, 49 punti selezionabili
Autonomia 270 scatti
- Materiale Lega di magnesio
- Dimensioni e peso 130x94x77mm; 536g
- Monitor 3” e 1,04MP, completamente articolato
- Mirino 2,36MP, ingrandimento 0,74x
- Sensore QuattroTerzi da 20MP, stabilizzato fino a 5EV
- Innesto Micro QuattroTerzi
- Risoluzione video massima 3840×2160/30p
- Sensibilità ISO standard 200-25.600
- Autofocus a sola rilevazione del contrasto con tecnologia DFD,
con rilevazione del volto e dell’occhio, 49 punti selezionabili - Autonomia 290 scatti
- Materiale Lega di magnesio
- Dimensioni e peso 137x97x92mm; 658g
- Monitor 3” e 1,04MP, completamente articolato
- Mirino 3,68MP, ingrandimento 0,83x
- Sensore QuattroTerzi da 20MP, stabilizzato fino a 6,5EV
- Innesto Micro QuattroTerzi
- Risoluzione video massima 3840×2160/60p
- Sensibilità ISO standard 200-25.600
- Autofocus a sola rilevazione del contrasto con tecnologia DFD, con rilevazione
del volto e dell’occhio, 225 punti selezionabili - Autonomia 400 scatti
Tra le mirrorless più evolute ma al tempo stesso abbordabili, proposte da Panasonic (prezzo minimo 650 euro), troviamo la Lumix G100 e le Lumix G90 e G9. Sono costruite attorno alla stessa accoppiata sensore-elettronica (vale a dire il CMOS QuattroTerzi da 20MP e la CPU Venus Engine), ma solo i due modelli più evoluti integrano anche lo stabilizzatore nel corpo macchina: più nello specifico quello della G90 offre fino a 5EV di efficacia, mentre ne lla G9 si to cca quota 6,5EV. Se la G100 è costruita con un o cchio di riguardo per la compattezza (che ne facilita la trasportabilità), la G90 e la G9 sfoggiano dimensioni più generose, e quindi una migliore ergonomia. Tutte e tre, comunque, sono equipaggiate con ottimi – per risoluzione e dimensioni – sistemi di mira. La G9, ad esempio, integra un mirino elettronico da ben 3,68MP e addirittura 0,83x di ingrandimento (equivalente su formato 35mm), eguagliato per densità (ma non per ingrandimento, fermo a 0,73x) addirittura dall’economica G100: si tratta di specifiche non comuni nelle fotocamere di questa fascia di prezzo. Ottime prestazioni si registrano anche sul fronte della raffica, che già nel mode llo più economico è su ppor tata fino a 10fps. Esclusive del marchio Lumix (e quindi appannaggio dei tre modelli presi in esame) sono anche alcune funzionalità di contorno come il 4K o 6K Photo (che permette di convertire in immagine un fotogramma estratto da un video registrato alla massima risoluzione consentita) o il Post Focus. In questa modalità, la fotocamera registra una rapida sequenza di fotogrammi variando costantemente la distanza di messa fuoco: al termine dell’operazione è sufficiente selezionare l’area de ll’immagine su cui far cadere il piano nitido e, quindi, salvare il JPG.
Prezzo solo corpo: 900 euro
Prezzo in kit con 16-50mm f/3,5-5,6 OSS E: 1.000 euro
Prezzo in kit con 16-50mm f/3,5-5,6 OSS E e 55-210mm f/4,5-6,3 OSS: 1.250 euro
Prezzo solo corpo: 1.050 euro
Prezzo in kit con 16-50mm f/3,5-5,6 OSS E: 1.150 euro
Prezzo in kit con 18-135mm f/3,5-5,6 OSS E: 1.450 euro
Prezzo solo corpo: 1.600 euro
Prezzo in kit con 18-135mm f/3,5-5,6 OSS E: 2.000 euro
- Materiale policarbonato
- Dimensioni e peso 120x67x59mm; 396g
- Monitor 3” e 0,92MP, basculabile
- Mirino 1,4MP, ingrandimento 0,71x
- Sensore APS-C da 24MP
- Innesto Sony E
- Risoluzione video massima 3840×2160/30p
- Sensibilità ISO standard 100-32.000
- Autofocus ibrido, con rilevazione del volto e dell’occhio,
425 punti selezionabili - Autonomia 420 scatti
- Materiale lega di magnesio
- Dimensioni e peso 120x67x60mm; 403g
- Monitor 3” e 0,92MP, basculabile
- Mirino 2,36MP, ingrandimento 0,71x
- Sensore APS-C da 24MP
- Innesto Sony E
- Risoluzione video massima 3840×2160/30p
- Sensibilità ISO standard 100-32.000
- Autofocus ibrido, con rilevazione del volto e dell’occhio,
425 punti selezionabili - Autonomia 410 scatti
- Materiale lega di magnesio
- Dimensioni e peso 120x67x69mm; 396g
- Monitor 3” e 0,92MP, basculabile
- Mirino 2,36MP, ingrandimento 0,71x
- Sensore APS-C da 24MP
- Innesto Sony E
- Risoluzione video massima 3840×2160/30p
- Sensibilità ISO standard 100-32.000
- Autofocus ibrido, con rilevazione del volto e dell’occhio, 425 punti selezionabili
- Autonomia 810 scatti
Fino a esaurimento scorte (la produzione è stata interrotta a fine 2021 per problemi di reperibilità dei semiconduttori necessari per alcune componenti), con circa 1.000 euro ci si può aggiudicare la Sony A6100 oppure la più aggiornata A6400. Si tratta di due mirrorless evolute costruite (a partire dal 2019) attorno a un sensore di taglia APS-C da 24 megapixel. Per differenziarle, nella A6400 il produttore nipponico ha aggiornato da 1,4 a 2,36MP la risoluzione del mirino elettronico, e impiegato la lega di magnesio anziché quella di alluminio mista a policarbonato per la realizzazione dello chassis. Restano identici, invece, la risoluzione del sensore (come detto, di circa 24 megapixel), il sistema AF ibrido da 425 punti di rilevazione e la capacità di raffica: tutte e due le mirrorless scattano infatti fino a 11fps. Supportata in entrambi i casi è anche la ripresa in 4K; inoltre, l’ingresso per il microfono fa parte delle connessioni fisiche disponibili mentre resta assente, in tutti e due i modelli, la presa per le cuffie. Più evoluta (e costosa) è l A6600 che, invece, porta alla base del suo CMOS (sempre da 24MP) lo stabilizzatore d’immagine a 5 assi. Questo modello è anche il solo dei tre a prevedere il doppio ingresso per microfono e cuffie, nonché a garantire la ripresa in 4K con opzioni per HLG o profili colore piatti, utilissimi in postproduzione. Notevole, rispetto alle versioni più economiche, è anche il distacco segnato in termini di autonomia: se la A6100 e la A6400 esauriscono una carica in circa 400 scatti, la A6600, che utilizza lo stesso accumulatore delle sorelle maggiori con sensore full frame, ne realizza oltre 800.
Scelte al bivio
L’abbiamo ribadito più volte: una fotocamera a ottiche intercambiabili si sceglie sì per le sue caratteristiche, ma sempre con un occhio al sistema del quale fa parte. Insomma, la varietà di obiettivi (e accessori) a disposizione potrebbe far pendere l’ago della bilancia verso un particolare marchio per chi ha intenzione, nel tempo, di far crescere il proprio corredo; o magari essere ininfluente per chi ha esigenze “basic” che può soddisfare con uno o due zoom al massimo, e a quel punto è proprio la fotocamera (e il prezzo) a tornare al centro. Analizzando il panorama dei sistemi mirrorless, notiamo innanzitutto che Canon, per le sue M, ha lanciato appena 7 obiettivi in 10 anni, in compenso consentendo di utilizzare ottiche EF ed EF-S tramite adattatore. Ma alle M non possono essere abbinati gli obiettivi nati per le più recenti mirrorless a formato pieno Eos R, con innesto RF. Anche Nikon, al pari di Canon, ha poche ottiche nate per il sistema Z APS-C, ma in questo comparto è entrata solo recentemente e si prevede un ampliamento già nel corso di quest’anno. Inoltre le mirrorless Z APS-C di questa rassegna condividono l’innesto con le sorelle Z full frame e, quindi, sono compatibili con le relative e più numerose ottiche (riteniamo tuttavia poco razionale o antieconomico allestire un corredo composto esclusivamente da fotocamere APS-C e ottiche per full frame). Fujifilm, che ha centrato il suo “core business” proprio sulle senzaspecchio APS-C, ha invece costruito un sistema di decine di obiettivi, fissi e zoom, anche di qualità eccezionale. Lo stesso hanno fatto Panasonic e Olympus, accomunate da sensori QuattroTerzi e dall’innesto MFT (che sta per Micro QuattroTerzi): dispongono di parchi ottiche vastissimi e utilizzabili anche incrociando i marchi. Sony, come Nikon con l’innesto Z, utilizza la sua baionetta E indistintamente nelle sue mirrorless APS-C e in quelle con sensore a formato pieno; pur disponendo di un sistema ampio e variegato, è però dal 2019 che non annuncia più un’ottica specifica per APS-C. Avendo tuttavia Sony liberalizzato il suo innesto, molti produttori di ottiche universali contribuiscono con le loro proposte a rendere oltremodo appetibile il sistema Alfa con sensore APS-C. Alla luce di queste considerazioni relative ai sistemi nei quali si inseriscono, i fotografi più esigenti e ambiziosi potrebbero trovare conveniente indirizzarsi sulle proposte più evolute e meglio “corredabili” esposte in questa guida mercato, come la versatile X-S10 di Fujifilm con sensore stabilizzato da 26MP di tipo X-Trans, oppure la Lumix G9, una mirrorless dalla costruzione impeccabile con specifiche fotografiche e video alla stregua delle ammiraglie Panasonic. Senza contare la Sony A6600, compatta ma completa sotto ogni punto di vista e soprattutto capace di un’autonomia elevatissima. Diversamente, chi si trovasse ancora in una fase esplorativa o non avesse intenzione di investire una cifra importante, né prevede di aumentare il numero di ottiche nella borsa nel breve periodo, può optare per scelte più minimaliste. Ad esempio, puntando su modelli come la Fujifilm X-T200, l’unica tra le più abbordabili a prevedere le connessioni video complete (ingressi per microfono e cuffie) e dota ta comunque di un ottimo CMOS da 24MP. Oppure sulla Panasonic Lumix G100, in fascia molto alta per quanto riguarda i sistemi di mira, e dotata di un efficacissimo stabilizzatore digitale in grado di dialogare con quello meccanico eventualmente integrato nell’ottica. Da non sottovalutare neppure la Olympus OM-D E-M10 Mark IV, al cui funzionamento è asservito l’ottimo Live Mos da 20MP di risoluzione, montato per giunta su un supporto oscillante dal cui funzionamento derivano anche diverse funzioni esclusive che, scommettiamo, sapranno incuriosire amatori e professionisti.