Le lenti asferiche sono caratterizzate da una curvatura non costante della superficie. Inizialmente difficili e costose da produrre, oggi si ottengono con vari metodi e sono largamente diffuse, anche in ottiche amatoriali, con l’arduo compito di correggere le più ostiche aberrazioni. E questa è la loro storia.
Qualsiasi obiettivo è composto da varie lenti, disegnate e lavorate con estrema precisione. Normalmente tali elementi ottici prevedono superfici con una curvatura riconducibile a una porzione di sfera: pertanto il profilo di queste lenti è definito da un raggio di lunghezza costante con curvatura uniforme in ogni punto della lente. Questo rende possibile rifinire la lente semplicemente lucidandola con una calotta rotante dotata dello stesso profilo dell’elemento in lavorazione.

Lenti asferiche: il profilo a parabola
In condizioni normali una combinazione di lenti sferiche è sufficiente per realizzare un ottimo obiettivo, tuttavia esistono eccezioni nelle quali tali elementi introducono aberrazioni; ad esempio, nello schema in alto si osserva come una lente tradizionale non focalizzi l’immagine nello stesso punto, creando invece un alone confuso (aberrazione sferica), mentre una lente con profilo asferico compensa questo limite e focalizza tutti i raggi nitidamente su un singolo piano. Il suo segreto sta proprio nel profilo, il cui raggio di curvatura varia continuamente seguendo un modello matematico e, anziché a una sfera, è riconducibile a una parabola.
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