Roma
Dal 23 marzo al 13 maggio 2023
“La neve percorre tutto il suo lavoro, come un personaggio ricorrente, è un compagno di viaggio con cui il fotografo, instancabile, dialoga durante le sue passeggiate”. Con queste parole lo scrittore e poeta sloveno Željko Kozinc descrive le fotografie di Klavdij Sluban che saranno esposte presso la Galleria del Cembalo di Roma a partire dal 23 marzo, nella mostra intitolata Sneg (Neve). L’artista francese di origine slovena, dedicatosi fin da giovane alla fotografia, ha studiato a Parigi ed è un instancabile viaggiatore che si muove soprattutto lungo gli itinerari tracciati dalle linee ferroviarie che dall’Europa portano a Est – come la Transiberiana – alla ricerca delle sue origini e del senso della Storia.
Le fotografie esposte sono una selezione tratta da due serie – Autres rivages. La mer Baltique e Japan – e sono tutte in bianco e nero, o più precisamente “in nero, grigio e bianco”, come scrive Kozinc, “di un grigio cechoviano di malinconia slava”. Ad accomunare i due progetti fotografici è la presenza costante della neve (sneg in sloveno), un soggetto silenzioso che accompagna l’autore in tutte le sue peregrinazioni, mantenendo viva in lui la memoria della sua infanzia in Slovenia.
Klavdij Sluban, dall'Europa dell'Est al Giappone
Le immagini di Autres rivages sono il frutto di un viaggio lungo la penisola Balcanica e i Paesi bagnati dal Mar Baltico: mai completamente a fuoco, mostrano quelli che sembrano essere scorci ripresi casualmente in Polonia, Finlandia, Russia, Svezia e altre località dell’Europa dell’Est. Di contro il Giappone che Sluban restituisce con le sue fotografie è diverso da quello che siamo abituati a vedere: non giardini curati con alberi in fiore né grattacieli, ma vaste aree ricoperte di neve che ricordano piuttosto remote zone dell’Europa dell’Est, luoghi apparentemente inospitali, inaccessibili, solitari e isolati. In questa desolazione di fondo, a tratti fanno la loro comparsa dei volti, immobili quanto la neve ma pieni di compostezza ed espressività.
Per il fotografo il viaggio si trasforma in un pellegrinaggio, in una ricerca personale rigorosa e coerente spesso ricca di riferimenti letterari. Nelle parole di Sluban: “Propongo un viaggio nel quale l’occhio si lascia guidare tra la realtà del momento presente e le stratificazioni successive della Storia. Un viaggio nutrito di ricchezze passate che hanno impregnato i luoghi attraversati: San Pietroburgo dove Nabokov ha trascorso la sua infanzia, Kaliningrad, antica Köninsberg, città in cui vissero Kant e Copernico, lasciando la loro impronta nel pensiero filosofico europeo”.
Qualcosa in più su Klavdij Sluban
Klavdij Sluban è un fotografo francese di origine slovena, nato a Parigi nel 1963 da genitori rifugiati. Lavora con una fotocamera analogica, conducendo una ricerca personale rigorosa e coerente, spesso ricca di riferimenti letterari. Nominato “Artista dell’anno” in Corea del Sud nel 2017, le sue fotografie in bianco e nero del mondo contemporaneo hanno un’immediatezza e una sensibilità che le avvicina ai margini della cronaca giornalistica. Grande viaggiatore, ha percorso l’Est europeo – i Balcani, il Mar Nero, l’ex Unione Sovietica, il Mar Baltico, la Siberia passando per le prigioni ed i campi disciplinari per adolescenti – per raggiungere infine il territorio spirituale del Giappone e l’America Latina.
Ha ricevuto numerosi riconoscimenti tra cui il Prix de Photographie de l’Académie des Beaux-Arts dell’Istituto di Francia nel 2015, lo European Publishers Award for Photography nel 2009 e il Premio Leica nel 2004. Le opere di Klavdij Sluban sono state esposte in prestigiosi musei quali il Museo della Fotografia di Helsinki, il Metropolitan Museum of Photography di Tokyo, il Centro Pompidou di Parigi e il Museo d’Arte Moderna di Città del Guatemala. Nel 2013 il Museo Niépce gli ha dedicato la retrospettiva Après l’obscurité, 1992-2012.
Un estratto del testo dello scrittore e poeta sloveno Željko Kozinc a proposito di Klavdij Sluban
“Dopo l’Oriente delle sue origini, Klavdij Sluban sta sprofondando nell’Oriente più lontano. Questo francese dal cognome sloveno è, a suo modo, un testimone delle geografie della Storia. Ha viaggiato attraverso l’Europa dell’Est, i Balcani, il Mar Nero, il Baltico, la Siberia, passando per prigioni e campi disciplinari per adolescenti per raggiungere il territorio spirituale del Giappone.
La neve percorre tutto il suo lavoro, come un personaggio ricorrente, è un compagno di viaggio – è un sostantivo maschile – con cui il fotografo, instancabile, dialoga durante le sue passeggiate. Klavdij Sluban ne realizza un elogio, e se ‘il fotografo ha nostalgia della neve materna dell’infanzia che lo circondava nel suo angolo di Terra’, scrive Erri de Luca sul legame che unisce queste due entità, ‘la neve è diventata una lebbra bianca, non copre non il terreno, lo rode. Il suo silenzio è diventato opprimente’.”
Klavdij Sluban. Sneg
- Galleria del Cembalo, largo Fontanella Borghese, 19 – Roma
- dal 23 marzo al 13 maggio 2023
- mercoledì-venerdì 15.30-19, sabato 11-19
- ingresso gratuito
- galleriadelcembalo.it