Ibrida senza compromessi: la nuova X-H2S di Fujifilm mette d’accordo i fotografi più preparati e i videomaker più esigenti grazie a prestazioni fotografiche e video di livello professionale. Anche l’ergonomia è azzeccata: d’altro canto è quanto è lecito attendersi da una fotocamera proposta a 2.800 euro e pronta a calarsi nel ruolo di nuova ammiraglia nel sistema X.
L’ultima arrivata nell’universo mirrorless APS-C del sistema X di Fujifilm non è una fotocamera qualsiasi, ma un modello destinato a diventare un riferimento per i professionisti – fotografi e videomaker – affezionati al marchio giapponese. Si tratta della X-H2S, discendente diretta della X-H1 presentata nel 2018, alla quale si ispira nell’ergonomia enfatizzando enormemente la vocazione per la ripresa dinamica, non solo fotografica, grazie all’implementazione delle più attuali tecnologie. Costa 2.799 euro solo corpo, un prezzo non basso in assoluto, giustificato in gran parte dall’adozione di un sensore di tipo stacked. Abbiamo deciso di sottoporla a un test particolarmente approfondito, con una parte – quella che state leggendo – condotta tra Milano, Roma e Siena e volta a indagare soprattutto sulle capacità del rinnovato autofocus. Invece, nel prossimo numero della rivista completeremo la nostra analisi concentrandoci su nitidezza, gamma dinamica e tenuta agli alti ISO.
STACKED: L’X-TRANS CMOS METTE IL TURBO Il sensore della X-H2S – con risoluzione di 26MP e stabilizzato per offrire fino a 7EV di tolleranza sul mosso (se abbinato al Fujinon XF 35mm) è il primo X-Trans CMOS a presentare una struttura di tipo stacked (multistrato) oltre che retroilluminata, quindi con circuiteria e fotodiodi invertiti di posizione rispetto a un sensore tradizionale; questo consente alla nuova mirrorless di Fujifilm di raggiungere prestazioni non comuni se impiegata in scenari ad alto tasso di dinamismo, quindi caccia fotografica e fotografia sportiva, ma pure nel video. Del resto, secondo il Costruttore la velocità di scansione del CMOS della X-H2S, che è assistito dal rinnovato X-Processor 5 (più veloce del 65% rispetto al processore utilizzato sulla X-T4) è cresciuta fino a 3,6 volte rispetto ai sensori di precedente generazione: basti pensare che in scatto continuo la fotocamera concede raffichefinoa15fps con otturatore meccanico e arriva a 40fps con quello elettronico attivo, in entrambi i casi mantenendo attivi sia il tracking AF, sia il calcolo aggiornato, fotogramma per fotogramma, dell’esposizione. E, ciò che più conta a tali cadenze di scatto, il sensore stacked consente di mantenere entro limiti accettabili il rolling shutter. Anche il buffer di memoria è adeguatamente profondo per soddisfare le esigenze dei professionisti della fotografia sportiva: sono consentiti fino a 184 JPEG o 175 RAW scattando a 40fps, oltre 1000 JPEG con raffica regolata a 30fps o fino a 400 RAW regolando la cadenza di scatto a 15fps. Un sensore di tipo stacked, grazie alla velocità con cui lascia fluire i dati, permette anche di adottare un mirino ad alta risoluzione con elevata frequenza di aggiornamento, proprio come quello che troviamo sulla nuova X-H2S: ha 5,76 milioni di punti e può aggiornarsi 120 volte al secondo, per le scene più dinamiche, con una minima perdita di risoluzione.
EVOLUZIONE SULLA SPECIE Di pari passo con il sensore si evolve – e anche parecchio – il comparto autofocus, che al riconoscimento automatico di soggetti, volti e occhi umani e animali (cani, gatti, uccelli…) affianca l’identificazione con annesso inseguimento di automobili, cicli e motocicli, aeroplani e treni. La commutazione tra una tipologia di soggetto e l’altra non avviene in automatico come in alcune concorrenti (vedi Canon Eos R3), ma deve essere effettuata sempre manualmente via menu. Il rilevamento del volto e degli occhi è invece integrato nel sistema AF “principale”. Quando attivato, la fotocamera segnala qualsiasi soggetto presente nell’inquadratura: con un riquadro grigio se lontano dal punto o dall’area di messa a fuoco attivo e con un riquadro giallo se posizionato in corrispondenza o in prossimità della zona di rilevazione attiva. In questo secondo caso alla pressione a metà corsa del pulsate di scatto o del tasto AF-ON, l’autofocus della fotocamera darà priorità al soggetto anziché all’area o al punto di rilevazione selezionati dal fotografo. Come vedremo nei singoli banchi di prova pubblicati in queste pagine, sotto questo profilo la X-H2S raggiunge un livello di affidabilità e precisione altissimo.
VIDEO Sul fronte video la fotocamera può acquisire filmati in standard DCI o UHD 4K/60p (con frequenza di scansione del CMOS fino a 180Hz per ridurre l’effetto rolling shutter), campionando l’intera larghezza del sensore, motivo per il quale è possibile pure registrare filmati in formato 3:2 a 6,2K/30P in 4:2:2 e 10 bit. Il 4K è disponibile anche a 120p, ma in questo caso sfruttando un’area un po’ inferiore (crop 1,29x). Tutte le riprese possono essere realizzate scegliendo tra la codifica H.264 a 8 bit, la H.625 a 10 bit o la ProRes 422HQ, mentre la modalità F-Log2 (fino a 30p) sfrutta la lettura del sensore a 14 bit per fornire un file più malleabile in postproduzione, con gamma dinamica più estesa. Chiaramente, alla stabilizzazione digitale dell’immagine, attivabile separatamente via menu, si aggiunge quella meccanica del sensore, che innalza fino a 7EV il margine di tolleranza rispetto al tempo di sicurezza teorico. La X-H2S include anche le prese per le cuffie e il microfono, una porta HDMI di dimensioni standard, la USB 3.2 di seconda generazione e la presa Prontor Compur per i flash da studio.
MOSSO D’AUTORE La base oscillante con movimento a cinque assi sulla quale è montato il sensore della X-H2S (permette di compensare il mosso fino a -7EV rispetto al valore di soglia limite imposto dalla focale in uso) rende gioco “facile” al fotografo impegnato nella ripresa in panning. Quelli che vedete sono due scatti realizzati da altrettanti fotografi (uno è chi scrive, l’altro è sempre Max Angeloni, che per FOTO Cult ha realizzato il reportage durante il Palio di Siena): la Ferrari è stata fotografata con XF50-140mm f/2,8 R LM OIS WR regolato a 135mm e diaframma f/8 con un tempo di scatto di 1/160sec. La stessa ottica è stata utilizzata per fotografare il fantino al galoppo: in questo caso la focale impostata è di 75mm e la velocità dell’otturatore pari a 1/60sec.
PRIME IMPRESSIONI In fatto di qualità dell’immagine pura, il passaggio dal sensore X-Trans CMOS classico come quello utilizzato fino alla generazione 2 di X-T e X-Pro (24MP) a uno di tipo retroilluminato come della tipologia adottata a partire dalla X-Pro3 (da 26MP), ha già traghettato verso l’eccellenza le prestazioni delle mirrorless APS-C di Fujifilm. L’ulteriore implementazione della tecnologia stacked sul CMOS BSI della X-H2S non migliora ulteriormente questo aspetto, ma spinge sull’acceleratore – lo avrete intuito – su altri fronti. Ecco perché chi non punta alla massima velocità può ancora guardare con interesse verso modelli Fujifilm meno recenti – ma non certo da considerare superati – che adottano sensori BSI non stacked da 26MP di risoluzione (X-T4, X-Pro3 e X-E4 per fare qualche esempio). D’altro canto scattare a 40fps o registrare video in 4K fino a 120fps va oltre le migliori aspettative, e le esigenze, della maggior parte dei fotografi e dei videomaker. Coloro che, invece, saranno disposti a sborsare quasi 2.800 euro per la X-H2S, lo faranno per aggiudicarsi non solo una fotocamera dall’ergonomia inappuntabile, ma pure estremamente affidabile nell’utilizzo sportivo, nella caccia fotografica e in video; la pregiata costruzione, il rinnovato comparto autofocus supportato da un buffer di memoria insolitamente ampio, l’elettronica raffinata, ma pure l’otturatore meccanico progettato per durare fino a 500.000 cicli e in grado di supportare fino a 15 inneschi al secondo sono elementi che pongono questa nuova ammiraglia Fujifilm sui livelli della migliore concorrenza. E come tale, se non ve ne foste accorti dal prezzo, viene proposta.