Perugia
Dal 14 dicembre 2024 al 23 marzo 2025
Nel 1919 Dorothea Lange aprì uno studio di ritrattistica a San Francisco. All’inizio degli anni Trenta, la visione di una folla in attesa di ottenere un po’ di cibo e del lavoro, la convinse a uscire da quello studio per dedicarsi esclusivamente a una ricerca di impronta sociale e alla documentazione degli effetti della Grande Depressione, la crisi economica successiva al crollo di Wall Street.
Da quel cambio di rotta nacque una indiscussa protagonista della fotografia documentaria del Novecento, alla quale è dedicata la mostra Dorothea Lange, ospitata a Palazzo della Penna di Perugia fino al 23 marzo 2025.
Il lungo viaggio di Dorothea Lange
Sono più di centotrenta le fotografie che compongono la mostra, incentrata sul periodo degli anni Trenta e Quaranta del secolo scorso.
Fu nel 1935 che Lange partì per un lungo viaggio con l’economista Paul S. Taylor – che sposò alcuni anni dopo – per raccontare le drammatiche condizioni di vita dei lavoratori del settore agricolo delle aree centrali del Paese, colpito dal 1931 al 1939 circa da una dura siccità. Il fenomeno delle Dust Bowl, ripetute tempeste di sabbia, rendeva impossibile la vita di migliaia di famiglie costringendole a migrare, come raccontato nel celebre romanzo di John Steinbeck, Furore (1939).
Il programma di documentazione della Farm Security Administration
Il lavoro documentario della fotografa faceva parte del programma governativo di documentazione Farm Security Administration, nato con lo scopo di promuovere le politiche del New Deal. Attraverso le sue fotografie accompagnate da dettagliate didascalie, Lange raccontò al suo Paese e al mondo i luoghi e i volti della povertà, fotografando dalle piantagioni di piselli della California a quelle di cotone degli Stati del Sud, dove lo sfruttamento e la segregazione raggiungevano l’apice.
A quel periodo risale Migrant Mother (1936), il ritratto iconico di una giovane madre disperata che vive con sette figli in un accampamento di tende e auto dismesse.
Il lavoro terminò con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, che negli Stati Uniti corrisponde al 1941, anno del bombardamento giapponese di Pearl Harbor.
Lange fotografa le conseguenze di una folle legge razziale
Proprio alla popolazione americana di origine giapponese è dedicato il secondo grande ciclo di immagini esposto in mostra: dopo la dichiarazione di guerra, infatti, il governo americano decise di internare in campi di prigionia la comunità nativa giapponese negli Stati Uniti, assumendo vari fotografi per documentare l’accaduto.
Anche in questo caso Lange lavorò su incarico del governo, seppur esprimendo pubblicamente il proprio dissenso insieme al marito. La fotografa documentò l’assurdità di una legge razziale e discriminatoria, sottolineandone la capacità di stravolgere la vita di migliaia di persone ben inserite nella società.
“Le immagini esposte – ha dichiarato la sindaca Vittoria Ferdinandi – non sono semplicemente istantanee di vita quotidiana, ma veri e propri racconti umani che parlano di speranza, dignità e resilienza. Il lavoro di Lange trascende il mero reportage; riesce a cogliere l’umanità dei suoi soggetti, a trasmettere emozioni che vanno oltre le parole”.
La mostra Dorothea Lange, a cura di Walter Guadagnini e Monica Poggi, è organizzata dal Comune di Perugia in collaborazione con CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia di Torino e con il gestore dei servizi per il pubblico e le attività di valorizzazione del circuito museale comunale, Le Macchine Celibi soc. Coop.
Dorothea Lange
- A cura di Walter Guadagnini e Monica Poggi
- Palazzo della Penna – Centro per le arti contemporanee, via Prospero Podiani, 11 – Perugia
- dal 14 dicembre 2024 al 23 marzo 2025
- mar-dom 10-18. Lunedì chiuso
- intero 10 euro, ridotto 4 o 5 euro (vedi sito ufficiale)
- camera.to
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