Se la medicina diagnostica scommette su dispositivi e sensori miniaturizzati e biocompatibili da introdurre nel corpo umano, la ricerca sugli accumulatori si adegua studiandone di minuscoli. È in questo ambito che si inserisce un prototipo di batteria miniaturizzata sviluppato dall’Università tedesca di Chemnitz (tu-chemnitz.de) sotto la guida del Prof. Dr. Oliver G. Schmidt (nella foto, tratta dal sito ufficiale dell’ateneo). Particolare la sua struttura, basata su un film ultrasottile sul quale sono stratificati elettrodi in materiali metallici, polimerici e dielettrici (ossia isolanti): in sostanza, si tratta di un chip microelettrico flessibile. Una volta arrotolato su sé stesso, il film forma un elettrolita solido; la tecnica di assemblaggio impiegata è nota come Swiss Roll, dal nome del dolce per noi noto come tronchetto (o, una volta affettato, come girella). Il film che costituisce la microbatteria tedesca – un cilindretto delle dimensioni di “un granello di polvere” – è accreditato di una densità energetica non inferiore a 100 μWh per centimetro quadrato. Come da sempre accade nel campo degli accumulatori, il professor Schmidt ha posto l’accento sull’enorme margine di ottimizzazione della tecnologia utilizzata: il futuro promette microbatterie più potenti e capaci.