I migliori scatti provenienti dai concorsi internazionali più prestigiosi, votati da voi lettori sui nostri canali Facebook e Instagram, raccontati direttamente dagli autori: un'avvincente galleria realizzata con il supporto di EIZO.
In concomitanza con la pubblicazione del nostro articolo dedicato ai vincitori e finalisti del Premio Memorial María Luisa, vi abbiamo invitato a votare una fotografia tramite i nostri canali social. La proposta era quella di valutare cinque immagini e segnalare alla redazione quella di cui vi sarebbe piaciuto scoprire qualcosa in più.
Tra le cinque fotografie a vostra disposizione avete scelto Spirit of the Yucatan di Chris Gug, finalista dell’edizione 2023 del noto concorso spagnolo.
Abbiamo contattato l’avventuroso fotografo statunitense, che ci ha raccontato, anche con dei simpatici file audio, del suo rapporto con la fotografia e della realizzazione dello splendido scatto pubblicato in questo articolo.
Chris Gug: fotografo subacqueo di vecchia data
Chris Gug è un fotografo subacqueo di base a Lauderdale-by-the-Sea, in Florida. Fotografa sott’acqua da quando aveva 15 anni, vale a dire da ben trent’anni, e ha scelto di vivere a Lauderdale-by-the-Sea per via della barriera corallina che si trova a due passi da casa sua. Effettua viaggi internazionali almeno dieci o dodici volte l’anno per fotografare le meraviglie sottomarine del nostro Pianeta. Possiede una galleria in cui espone e vende le proprie fotografie, che spedisce in tutto il mondo. Quando le persone gli domandano come riesce a fare quello che fa, risponde che si tratta al 10% di competenze fotografiche e al 90% di psicologia della fauna marina, perché empatizzare con gli animali e in generale con i soggetti che fotografa è l’ingrediente fondamentale per il successo.
Spirit of the Yucatan: le origini
Gug spiega che Spirit of the Yucatan, come la maggior parte delle sue fotografie più apprezzate, ha avuto origine da uno schizzo. Il fotografo, infatti, è solito buttare giù una bozza dei nuovi progetti a cui desidera lavorare per poi iniziare la pianificazione e la ricerca dei luoghi in cui realizzare le immagini.
Nella fase organizzativa stabilisce un budget e seleziona, tra le altre cose, il periodo dell’anno in cui muoversi. In più, occupandosi prevalentemente di soggetti marini, tiene conto di ulteriori fattori fondamentali, come le fasi lunari e le maree.
Video di backstage girato durante la realizzazione di Spirit of the Yucatan.
I cenotes messicani e le ninfee
Spirit of the Yucatan è stata scattata in un cenote, a circa 50Km nell’entroterra di Playa del Carmen nella penisola dello Yucatan in Messico. Il cenote è una grotta naturale nata dall’erosione della roccia calcarea da parte dell’acqua dolce, che filtra in essa provocandone il collasso.
Immerso nell’acqua accumulata nella grotta Gug ha fotografato delle ninfee a circa tre metri di profondità riprendendole dal basso verso l’alto. Le foglie sono retroilluminate dalla luce solare, mentre la pagina rivolta verso il fotografo è colpita dalla luce flash di due Ikelite DS-161.
“Per molti – puntualizza l’autore – sarebbe una sopresa scoprire che la parte inferiore delle foglie di ninfea contiene i toni del magenta: basta capovolgerle per scoprire delle cromie inaspettate”.
Schermata di una mappa interattiva che mostra i cenotes della penisola dello Yucatan indicandone le caratteristiche principali. La mappa è consultabile a questo link.
Ci sono centinaia, se non migliaia di cenotes connessi tra di loro in tutta la regione dello Yucatan, che rendono la penisola un’area ideale per praticare il cave diving e nuotare da un cenote all’altro. La mappatura di questo magnifico sistema di grotte naturali è stata condotta da esperti nel corso di decenni. Spesso sui fondali di queste grotte sono stati rinvenuti utensili, ossa e altri resti.
Il titolo, Spirito dello Yucatán, deriva dal fatto che l’acqua dei cenotes è essenziale per il sostentamento delle popolazioni indigene della zona.
Questioni tecniche: fish eye
Dal punto di vista fotografico Gug reputa gli obiettivi fish eye i più adatti alla fotografia subacquea, perché consentono di ridurre considerevolmente la distanza operativa giocando sull’effetto prospettico che fa sembrare il soggetto molto più lontano rispetto alla realtà.
Considerando che anche se si scatta nelle acque cristalline di un cenote l’acqua deteriora drasticamente la nitidezza dell’immagine, avere la possibilità di avvicinarsi molto è fondamentale.
Luce flash
Un altro elemento influenzato dalla presenza dell’acqua è la qualità della luce. Quando i raggi solari penetrano attraverso la superficie, infatti, sono sufficienti cinque o sei metri di profondità per far sparire le lunghezze d’onda del rosso e del giallo, motivo per il quale Gug ricorre spesso alla luce flash. Con l’ausilio della luce artificiale il fotografo riesce a ripristinare i toni del rosso, arancio e giallo che sarebbero visibili se il soggetto venisse ripreso a pelo d’acqua. Senza il flash i soggetti subacquei apparirebbero tutti blu e grigi.
Scattare ma non toccare
Un ultimo aspetto importante nella realizzazione di Spirit of the Yucatan è stata la capacità di ridurre quasi a zero qualsiasi movimento: al minimo tocco degli steli una nube di polvere avrebbe “sporcato” l’acqua, ridepositandosi solo dopo un’attesa minima di venti minuti.
- reflex full frame Nikon D850
- fish eye Sigma 15mm f/2,8 EX DG
- 1/500sec
- f/4
- 250
- scafandro Nauticam e due flash Ikelite DS-161
Questo dedicato a Ferenc Kocsis rientra nel piano di articoli realizzati da fotocult.it con il supporto di EIZO per la categoria Top Shot. L’iniziativa vede protagonisti appassionati o professionisti del settore dell’imaging nominati vincitori, finalisti o semifinalisti di concorsi fotografici internazionali. Le fotografie raccontate sono scelte dal pubblico di fotocult.it sui canali social ufficiali di Facebook e Instagram tramite votazione.
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